DOMENICA  21  -  A  :  Qual e’ il “mio nome” di Dio ?

 

     La pagina di Matteo appena ascoltata obbliga anche noi, oggi, a fare una breve sosta con Gesù. Gesù ha voluto questa sosta per una verifica necessaria. I discepoli – ma soprattutto i Dodici – si erano legati molto al loro Maestro; ma quando Gesù parla loro di croce, di morte, di sevizio come condizione per essere suoi discepoli, si fa attorno a Gesù un silenzio imbarazzante; o addirittura si alza una voce – quella di Pietro – che lo consiglia a cambiare strada! Era ormai trascorso del tempo dopo le prime chiamate, sulle rive del lago; forse la prima risposta, gioiosa ed entusiasta, si era un po’ offuscata, dopo l’annuncio che il loro cammino aveva come méta Gerusalemme, dove il loro Maestro avrebbe sofferto molto e sarebbe stato ucciso.

     Gesù aveva fatto conoscere il Padre; aveva rivelato i misteri del Regno di Dio; aveva compiuto tantissimi miracoli; ma loro, gli apostoli, che idea si erano fatta di Gesù? Ecco oggi Gesù vuole fare il punto per conoscere cosa avevano veramente capito della sua Persone e della sua missione, Questo è chiaramente espresso nel “MA VOI” che introduce la seconda domanda dell’inchiesta. Riferire il “sentito dire” è facile; non impegna perché non mette in gioco né le proprie scelte politiche, né le proprie credenze religiose. Ecco perché Gesù incalza: “Ma voi chi dite che io sia”, che – nel contesto – significa: “Ma io chi sono per te”! Amici, oggi non possiamo sfuggire a questa domanda; è nel Vangelo perché potesse raggiungere, oggi, ciascuno di noi. Gesù è ora davanti a ciascuno di noi e attende la mia risposta. Chi è Gesù per me? Nessuno – per quanto si dichiari indifferente, o non credente – puù sfuggire a questo interrogativo.

     Nel gruppetto, uno solo rischia la risposta, Pietro! È la risposta che sarà per sempre la risposta della Chiesa: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Gesù approva; anzi conferma, affermando che la definizione è stata suggerita dal Padre. Dunque Pietro ha risposto bene! Ma ora tocca a ciascuno di noi dare la propria, personale definizione. Nella Bibbia troviamo tantissime definizioni di Dio, tantissimi nomi. Ma oggi mi viene chiesto di dire il nome che io ho scelto: dev’essere il nome che esprime il mio amore, la mia riconoscenza, la gioia del mio cuore. Il cristianesimo non è una dottrina, non è nemmeno una morale; è invece il mio rapporto con Gesù, che è il mio Signore, il mio Dio. Ma proviamo a pensare come il Risorto e la Maddalena si sono riconosciuti davanti al sepolcro vuoto, la mattina di Pasqua: attraverso la modulazione della voce con cui ciascuno ha pronunciato il Nome: “MARIA! – RABBUNI’!” che è il vezzeggiativo di Maestro. “Mio Dio e mio tutto” – era invece l’invocazione che ripeteva spesso San Francesco.

     Cari fratelli, allora, quale sarà il nome di Dio che il mio cuore suggerisce? Qui non servono studi biblici, né ripasso di catechismo; sarà il nome che scaturisce dal sapere quanto sono stato amato! Quante volte sono stato perdonato! Quanta pazienza Dio ha avuto nell’attesa che io potessi cercarlo come un tesoro nascosto, o ceme una perla preziosa. In altre parole, oggi Gesù mi invita a prendere posizione. A Cristo, alla Chiesa, non servono persone mediocri, né sevono risposte scontate. La Chiesa mi chiede oggi di esprimere apertamente la mia fede e la mia fedeltà al Vangelo. Gesù non si è scelto i crociati per la liberazione dei Luoghi Santi, e tanto meno per difendere i diritti della Chiesa. Gesù si è scelto uomini e donne disarmati, di vita semplice; molte volte illetterati, perseguitati, i martiri, giudicati perdenti, ma che hanno avuto il pregio di predicare il Vangelo con la propria vita.

     Ma, fratelli, se non ci sentiamo pronti a rivelare il “nostro Nome” di Dio, portiamoci a casa la domenda di Gesù: “Chi sono io per te?”- Importante che la risposta sia la mia! Poi anche a me giungerà la replica di Gesù: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”! Come lo fu per San Francesco, a San Damiano – così sarà per ognuno che rinnova la propria fede; Gesù ci affiderà la Chiesa! Ci dirà di riparare la Chiesa, di portare la Chiesa nelle periferie del mondo e di curare le ferite che fanno sanguinare la Chiesa. A ciascuno di noi, Gesù ripete: “A te darò le chiavi”! a te consegno la Chiesa! Rendila santa e attraente e sempre accogliente, aperta a ogni uomo che cerca Dio e la salvezza.  Amen.  Alleluia.