DOMENICA  21ma  -  C  :  PORTA LARGA… O PORTA STRETTA ?

 

     Quante volte, nelle catechesi, o in incontri con amici, risalta fuori la domanda ascoltata nel Vangelo di oggi: “SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?” La domanda nasce non tanto per conoscere il numero dei salvati – tanto, sappiamo che nessuno sa rispondere! – penso piuttosto che la domanda venga formulata per sapere se il Paradiso è davvero per tutti; o meglio, per capire se anch’io possa ritenermi candidato ad accedervi. La domanda è stata posta anche a Gesù. Gesù non ha risposto: né pochi, né molti. Ci ha invitati invece a fidarci di Lui; ci ha invitati ad avere fiducia nella salvezza, senza presumere nei nostri meriti, ma solo nella gratuità di Dio, nella sua misericordia. A Gesù non interessano le statistiche; interessa invece che ciascuno di noi prenda sul serio la sua offerta di salvezza, e che ognuno di noi si affretti, perché il tempo a nostra disposizione è breve. A Gesù interessa sollecitare il nostro impegno nel presente perché, quella porta che mi deve introdurre alla festa eterna, è stretta e resta aperta per poco tempo; bisogna dunque darsi da fare. Il fatto che la porta sia stretta e che resti aperta ancora per poco, non significa che i salvati siano pochi; vuole solo significare che non c’è tempo da perdere!

     Gesù praticamente ha capovolto la domanda di quel tale che gliel’aveva posta: Non “quanti sono i salvati”, bensì “cosa devo fare io per non essere escluso dalla salvezza!” Ne è prova la risposta di Gesù che inizia con un imperativo: “SFORZATEVI DI ENTRARE PER LA PORTA STRETTA”. Stiamo celebrando l’Anno Santo della Misericordia; quante volte viene ricordata  la “Porta santa”! Ebbene, la Porta santa è Gesù. Per ottenere perdono e salvezza, dobbiamo necessariamente passare da Lui; e, per questa Porta, non ci si passa in mucchio: è stretta! Ci si passa uno ad uno; non ci si passa per raccomandazione, né per assegni staccati in parrocchia, anche con generosità, né perché si è fatto parte dell’Azione cattolica, o del Terz’Ordine francescano. Si passa solo se ci si fa discepoli del Signore; in altre parole, solo se viviamo il santo Vangelo.

     Nella nostra esperienza quotidiana, constatiamo che tutti – politici, sociologi, educatori e docenti, conduttori di programmi televisivi… - tutti propongono la “porta larga”. Tutti offrono e promettono sconti, come leggiamo nelle vetrine in questi giorni di “saldi”; ci dicono: paghi due e prendi tre; e questi sconti vengono indicati anche in morale, quando viene detto: “tanto, lo fan tutti…!” Tutti offrono la “porta larga” della felicita e del successo, naturalmente, senza sacrificio e senza impegno. Gesù usa sempre un linguaggio schietto e accessibile a tutti. Quando parla di porta stretta, vuole dirci che la felicità che Lui promette, è offerta, sì, gratuitamente, ma è per chi è allenato al sacrificio, all’impegno, alla fedeltà al Vangelo; ma, non fedele “ogni tanto”, bensì  giorno per giorno. E per scendere ancor più nel concreto, vorrei ricordare che la salvezza non è assicurata nemmeno a chi è fedele alla Messa festiva, a chi è sempre in parrocchia, a chi allunga una monetina ai poveri.

     Gesù avverte che tanti verranno da oriente e da occidente, e occuperanno il posto di quanti presumono di avere dei diritti di primogenitura, e che invece rischiano di sentirsi dire: “NON TI CONOSCO!” Ma Signore – diremo noi – come non mi conosci! Facevo la comunione, recitavo il Rosario…; ma Gesù oggi avverte:Attenzione, “vi sono ultimi che saranno primi e vi sono primi che saranno ultimi”! E’ vero che Gesù ha annunciato che i nostri nomi sono già scritti in Cielo; è vero che Gesù ha assicurato che saliva in Cielo per preparaci un posto, e sarebbe poi ritornato a prenderci, per stare sempre con Lui. Ma è altrettanto vero che oggi Gesù ci ricorda che, per mantenere viva la vita di fede, necessitano sforzo, umiltà, distacco dalle cose che ci impediscono di scegliere quotidianamente il bene.

     Il Signore non esige che siamo i primi della classe; ci chiede di non sbagliare porta! Ci avverte che la porta buona è quella “stretta”, la sua porta, quella del Vangelo. E’ Lui solo il punto di passaggio. La porta buona è stretta – è vero! – ma sufficiente; tant’è vero che la Sala per le Nozze è piena di invitati. In chiusura, mi piace riferire una risposta  di M.e Teresa di Calcutta. A chi le aveva chiesto quale fosse stato il giorno più bello della sua vita, rispose: “OGGI! Perché oggi posso ancora riempirlo di bene”. Amici, che ogni giorno della nostra vita risulti “bello”! Per questo il buon Dio contimua a regalarci ancora tanti giorni. Non sciupiamo, fratelli, queste opportunità.  Amen.