DOMENICA  20.ma  - A -   :   LA SALVEZZA E’ PER TUTTI !

 

     Anche oggi l’evangelista Matteo offre alla nostra attenzione una pagina ricca di imprevisti e di insolite reazioni di Gesù, per aiutarci ad approfondire il tema della FEDE. Gesù raccoglie attorno a sé gli Apostoli con l’intento di intrattenersi, solo con loro, per approfondire la reciproca conoscenza. Per garantirsi la privacy, varca il confine e si inoltra nel territorio di Tiro e di Sidone. E’ quello che vorremmo fare anche noi, quando siamo presi dalla stanchezza, o quando decidiamo una “uscita” con la famiglia o con i colleghi di lavoro. Anche una squadra di calcio, prima di una partita importante, organizza  un “ritiro”, dove poter concordare strategie per la vittoria. A questo scopo, Gesù aveva da poco varcato il confine, quando una donna cananea, pagana, irrompe nel gruppo, imponendo l’attenzione su una sua situazione familiare di grande sofferenza: “Sua figlia era molto tormentata da un demonio”. A suscitare meraviglia e disappunto, in questa narrazione, sono due reazioni che non ci si aspettava: quella degli Apostoli, che erano intervenuti – pure loro! – a supplicare Gesù, non per implorare la liberazione dal demonio, ma per togliersi di mezzo il fastidio che la donna pagana stava dando a tutti.

     Ma ad accrescere la meraviglia è l’incomprensibile reazione di Gesù: “Ma egli non le rivolse neppure una parola”! Di seguito, Gesù entra in dialogo con questa mamma disperata, con l’intento di portarla a maturare una fede, ancora embrionale; Gesù dialoga con la donna; risponde alle sue obbiezioni, con un tono pacato e tanto umano, per far comprendere alla donna pagana che lui – Gesù – non era un mago, né uno stregone, né un guru; ma era il Figlio di Dio, l’Inviato dal Padre per portare a tutti la salvezza. C’è chi ha definito questo approccio con la cananea una “lectio magistralis”, per come Gesù ha condotto la donna a scoprire chi è veramente: un Gesù che non cercava popolarità, che non si aspettava applausi. A Gesù premeva che quella mamma tornasse a casa non solo con la conferma della guarigione, ma anche con la gioia, ancor più grande, di aver conosciuto la vera identità del Gesù misericordioso, amante di ogni uomo.

     Ma “lectio magistralis” rivolta anche agli Apostoli, per far comprendere che Gesù non era venuto solo per il Popolo eletto, Israele, ma per portare la salvezza a tutti gli uomini; per ricordare che tutti sono figli di Dio; tutti ugualmente amati dal Padre di tutti e che vuole fare di tutti noi dei fratelli, tutti candidati a far parte del Regno di Dio. Dunque, quella “uscita oltre confine” era un’anteprima della missione che Gesù consegnerà agli Apostoli il giorno dell’Ascensione: “Andate in tutto il mondo – predicate il Vangelo ad ogni creatura – cacciate i demoni – chi crederà sarà salvato”. A lezione ultimata, Gesù à felice e proclama ad alta voce: “DONNA, GRANDE E’ LA TUA FEDE! AVVENGA PER TE COME DESIDERI”. Ma “lectio magistralis” anche per noi che partecipiamo a questa Santa Messa. Fratelli – ci insegna Gesù – il miracolo non viene concesso a forza di parole ripetute infinite volte, né per le candeline che accendiamo davanti a S. Rita. Gesù ci chiede fiducia nella bontà e misericordia del Padre, costanza e umile attesa; a Dio non si comanda! A Dio si chiede, in un continuo dialogo d’amore, nel desiderio che comunque sia fatta sempre la sua santa volontà.

     Come corollario, dall’incontro di Gesù con la cananea, viene da chiederci: quale potrebbe essere la nostra reazione nel sapere che, in condominio, prenderà domicilio, una famiglia di colore diverso, e di religione diversa, con usi e costumi tanto diversi dai nostri? Martin Luter King  ci dà la sua risposta; è questa: “Al termine della vita, gli uomini saranno giudicati non dal colore della pelle, ma dal colore della loro coscienza”. A chiusura, chiediamoci: ora, di che colore è la mia coscienza? Il Gesù che ricevo nella Comunione potrà proclamare, anche per me, una fede matura, da essere additata nella Chiesa?  Amen.