DOMENICA  20ma  - C -  :  FUOCO  =  PASSIONE

 

     Questa pagina del Vangelo di Luca mi porta a ricordare la recente GIORNATA Mondiale della Gioventù: Quanta gioia, gridata e cantata dai giovani! Ma soprattutto quanta passione ha saputo trasmettere Papa Francesco, non solo nei giovani presenti a Cracovia, ma anche a quanti l’hanno seguito in diretta TV. E – aggiungo – con quanta grinta, Papa Francesco sta richiamando noi sacerdoti e laici cristiani, perché ci scuotiamo dal nostro torpore e per spingerci nelle periferie del mondo ad annunciare la Bella Notizia: che il Dio che adoriamo si è rivelato a noi come Padre; e che ama ogni uomo; e che l’espressione più “umana” del suo amore si chiama MISERICORDIA!

     Papa Francesco continua a ripetere che il mondo non sa cosa farsene dei “cristiani da salotto”, e invita, soprattutto i giovani, a rifiutare la “divano-felicità” che porta alla paralisi spirituale e che – alla fine – riduce a vivere “addormentati, imbambolati, intontiti”. E ha ripetuto ai giovani: “Non siamo venuti al mondo per spassarcela comodamente, né per fare della vita  un divano che addormenta”. Il motivo di tanta insistenza è perché molti cristiani conoscono solo il Gesù dei films, o delle immaginette segnalibro che ci presentano spesso un Gesù sdolcinato, dagli occhi languidi: è il Gesù della fantasia, non di quello vero  del Vangelo, del Gesù che abbiamo trovato oggi nel Vangelo di Luca. Il Vangelo di oggi non lascia dubbi, non accetta compromessi. “Se vogliamo essere cristiani, oggi specialmente – avvertiva il B. Paolo VI – dobbiamo essere forti, coerenti, anticonformisti, pieni di fantasia e soprattutto di fuoco! Bisogna vivere il cristianesimo con fortezza”. Insomma, il Vangelo non è per i fiacchi, né per i pigri, né per i rinunciatari. Il cristianesimo è fuoco! – avverte Gesù: “SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO SULLA TERRA; E COME VORREI CHE FOSSE GIA’  ACCESO”.

     Mentre Luca scriveva il suo Vangelo, era già in atto una terribile persecuzione contro i discepoli del Signore. L’apostolo Giacomo e tanti cristiani avevano già dato la testimonianza della loro fede con il dono della vita. Per un cristiano, “fede” è abbracciare il progetto di vita come indicato nel Vangelo. Gesù – con un linguaggio inusitato – ha voluto indicare ai discepoli come vivere il nostro presente, ricordando che non è possibile rimanere neutrali e che denota incoerenza, continuare a rimandare le buone decisioni. Si, Gesù è venuto a portare il fuoco sulla terra A noi è chiesto, non di usare gli estintori, ma di alimentare questo fuoco con la parola, e più ancora, con la testimonianza di fedeltà al Vangelo e alla Chiesa; è il fuoco che San Francesco, e oggi Papa Francesco, stanno continuamente alimentando nel mondo intero; è il fuoco che è stato acceso anche in noi, nel Battesimo e poi nella Cresima. Ma quel fuoco rimane purtroppo, e solamente, la fiammella della candelina consegnata come ricordo del Sacramento ricevuto.

     C’è bisogno di passione! Quella che abbiamo intravisto nell’entusiasmo dei giovani, a Cracovia. Il Vangelo si trasmette solo per passione e con passione! Quanti catechisti – e forse, quanti preti, (e Terziari Francescani) annunciano, si, il Vangelo, ma purtroppo senza passione, quasi con indifferenza. Amici, senza passione, la fede diventa grigia, insignificante. Addomesticare il Vangelo è un gravissimo peccato! Qual è dunque il fuoco che Gesù è venuto a portare?  E’ il fuoco dell’amore; è l’amore con cui il Padre ci ama. Ecco perché Gesù freme nel desiderio che questo fuoco incendi il mondo intero; è un fuoco che brucia le scorie e purifica l’oro. Il Vangelo ascoltato obbliga a prendere decisioni importanti per la vita; oggi mi è chiesto di scegliere con chi stare! Credere in Cristo – ci ha ricordato Papa Francesco a Cracovia -  significa rispondere a un sogno di Dio; significa cambiare il divano con un paio di scarpe che ci aiutino a camminare su strade nuove. Dio ci chiede di essere protagonisti della nostra storia.

     Dio ha bisogno delle nostre mani per continuare a costruire ponti; e il primo ponte da costruire – suggerisce Papa Francesco – è tendere una mano per stringere la mano del vicino. Facciamolo anche noi, oggi, come piccolo gesto di amicizia con chi ci chiede amicizia.  Amen.