DOMENICA  19.ma  -  A -  :  FIDARSI DI DIO

 

Domenica scorsa – festa della Trasfigurazione – l’evangelista Matteo aveva chiuso il racconto con un pressante invito rivolto da Gesù ai tre discepoli, ancora storditi dalla straordinaria bellezza del loro Maestro: “Alzatevi e non temete”. Anche Papa Francesco aveva chiuso l’incontro con i Giovani, a Lisbona con l’esortazione, più volte ripetuta: “Non abbiate paura – non fatevi vincere dalla paura – fidatevi di Dio, sempre presente nella vita di ogni uomo”. Ed è ancora l’evangelista Matteo che ci riporta oggi a riflettere sul tema della fede. Gesù, dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, sul far della sera, aveva ingiunto ai Dodici di salire in barca e di precederlo sull’altra riva del lago. Gesù, nel frattempo, si sarebbe accomiatato dalla folla, ma soprattutto desiderava ritirarsi per trascorrere la notte, da solo, con il Padre. La notte era ormai avanzata e gli Apostoli erano ancora lontani dalla riva perché, nel frattempo, si era alzato il vento “contrario” che, non solo impediva di proseguire la traversata, ma rischiava di capovolgere la barca e di cacciare tutti in fondo al mare.

     Gesù è lontano da loro, immerso nella preghiera; ma è proprio nella preghiera che avverte la disperazione e il pericolo dei suoi amici; nella preghiera conosce la loro paura e nella preghiera giungono  a lui le grida di “aiuto” e le loro invocazioni rivolte al Cielo, di non soccombere. Quella, ascoltata, è una delle pagine più drammatiche che troviamo nei Vangeli: E’ il Vangelo che ci riporta le grida di aiuto, che ci fa rivivere la disperazione di lunghe notti, senza aiuto e senza speranza; una notte di soli incubi, cui si aggiunge, alla fine, anche l’urlo per la comparizione del “Fantasma”. Il Fantasma era Gesù, il quale aveva chiuso il tempo della preghiera per correre in soccorso dei suoi discepoli, camminando, di traverso, sopra onde tumultuose. Non è un Fantasma! E’ il Gesù che avevano tanto invocato e che si presenta a loro con tutta la serenità e pace che la preghiera  aveva impresso nel volto e nella sua voce: “CORAGGIO, SONO IO, NON ABBIATE PAURA!”.

     Pietro non è ancora “uomo di fede”,  cerca conferma, ed azzarda la richiesta: “Se sei tu, comanda di venire verso di te sulle acque”. La fede è vera quando il discepolo non esige conferme; è vera quando ci si abbandona alla sua santa volontà, come ci è richiesto nella preghiera del Padre Nostro. Dio è sempre presente nella vita di ogni uomo; il racconto della tempesta sul lago conferma che Dio interviene a nostro favore anche quando la nostra preghiera assume i toni della disperazione e della protesta. Pietro è definito da Gesù “uomo di poca fede”; cui fa seguito il rimprovero: “perché hai dubitato?”;  ma non per questo viene abbandonato, quando lo supplica: “Signore, salvami!”. Al “perché hai dubitato?”, Pietro non risponde. C’è chi interpreta questo silenzio come voluto da Matteo, il quale richiede al lettore del suo Vangelo che sia lui a dare la sua risposta, perché tutto il suo Vangelo è percorso da una domanda: CHI E’ GESU’ PER TE? E’ un fantasma? E’ un tappabuchi? E’ uno a cui ricorrere nei momenti del fallimento? Oppure abbiamo capito che è il nostro Dio! E che Gesù è veramente il Figlio di Dio venuto tra noi per rivelarci l’amore del Padre e per far dono della sua vita per dare a noi salvezza!

     Sento spesso lamentare che Dio non dà risposte adeguate alle tante nostre richieste; o che alle nostre invocazioni segue il silenzio di Dio. Chi non ricorda il doloroso rimprovero rivolto a Gesù da Marta, la sorella di Lazzaro: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. E’ il lamento di tanti che rimproverano a Dio di non “esserci” nei momenti critici della vita. Sono tanti, anche tra i cristiani, che non si fidano di Dio. Imitiamo Pietro che, pur nella fragilità della sua fede, sa dove trovare salvezza e grida: “Signore, salvami!”; Gesù gli tese la mano, lo afferro e lo rimise in barca. Tutti i presenti gioirono della presenza di Gesù, si prostrarono davanti a lui proclamando: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”. E’ bello per noi oggi raccogliere questa dichiarazione di fede e di amore degli Apostoli e farla nostra, per ripeterla ogniqualvolta  ci poniamo in preghiera di supplica, di lode, di ringraziamento. SIGNORE, CREDO.  AMEN.