DOMENICA  19  -  C   :  NON  TEMERE,  PICCOLO  GREGGE

 

     Domenica scorsa, l’evangelista Luca ci ha portato a riflettere sulle indicazioni date da Gesù sull’uso cristiano della ricchezza; ci ha ricordato che la ricchezza è un “bene” nella misura in cui viene condivisa. OGGI, Gesù riprende il discorso sull’uso della ricchezza con qualche altra precisazione; dice Gesù: “Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Poiché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. Sono le parole di Gesù che concludono la sezione sull’uso delle ricchezze. Se il nostro tesoro è il patrimonio immobiliare, il conto in banca, la carriera, qualche affetto disordinato…, il nostro cuore rimane radicato alla terra; se invece il nostro tesoro sono “le cose di lassù”, il nostro cuore è tutto preso dal cielo, perché, lì, il nostro tesoro è al sicuro, perchè ladri e ruggine non potranno mai arrivare.

     Oggi, Gesù invita espressamente a vendere ciò che abbiamo in esubero, per avere a disposizione del “liquido” da condividere con chi ci chiede un aiuto. E’ questa la direzione che deve orientare il nostro cuore. Fa molto pensare la constatazione espressa da Gesù: “DOVE E’ IL VOSTRO TESORO, Là SARA’ ANCHE IL VOSTRO CUORE”. Qualche tempo fa’ un quotidiano riportava i risultati di una inchiesta sulla religiosità degli italiani, introdotta con questo titolo: “Quando Dio è in minoranza”. Ecco qualche conclusione: “Vacillano i dogmi – anche la fede in Gesù, Figlio di Dio, va lentamente annebbiandosi – si profila un progressivo allontanamento dalla Chiesa-Istituzione”. Conclusione? Si afferma che, sia in Italia, come nell’Europa di oggi, le Istituzioni non trovano più ispirazione dal Vangelo; anzi, sembra che in ciascuno degli Stati – Italia compresa – si propongano decisioni sempre più ardite, sulla vita e sulla salvaguardia del Creato.

     Gesù non ha avviato inchieste; si è rivolto ai pochi che gli stavano attorno e ha rivolto loro una parola di conforto e di incoraggiamento: “NON TENERE, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”. I nostri Santi insegnano che non serve contarci; servirebbe piuttosto una vigorosa sterzata per dare la direzione verso l’alto alla nostra vita, per dare testimonianza che la scelta del Vangelo rende bella e serena la nostra vita. Quanti Gruppi di preghiera, sparsi nel mondo, e quanti Monasteri, quanti credenti, nel loro piccolo, sono quel pizzico di lievito che tiene vivo il Regno di Dio e sempre in crescita! Erano sempre tanti quelli che venivano a cercare Gesù; venivano in cerca di guarigione e di liberazione. Erano invece pochi  quelli che avevano lasciato tutto, per restare per sempre con il Maestro. Ebbene, Gesù si rivolge proprio a questi pochi per dire quello che abbiamo ascoltato anche noi, venuti a Messa, oggi: “NON TEMERE”!

     Il piccolo gregge non è invitato a valutare quale sia il suo peso sulla scena mondiale. Gli inviti di Gesù vanno in tutt’altra direzione!  Gesù chiede ai suoi di puntare tutto sul Regno; chiede di credere alla sua parola e di mettere al sicuro, in Cielo, il nostro tesoro. San Paolo ci ricorda che “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti; ciò che nel mondo è debole per confondere i forti”. La nostra Chiesa è opera di Dio. Gesù ha dettato le Regole per chi – come San Francesco – si appresta oggi a riparare le tante brecce e anche le tante brutture che hanno deturpato la nostra Madre Chiesa. Gesù l’ha affidata alle cure pastorali di Pietro e dei suoi Successori, nel tempo; e l’ha offerta come barca di sicura salvezza a tutti i battezzati – sempre “piccolo gregge!” – che, in comunione con Papa Francesco, tendono fisso il loro sguardo a quel TESORO, che è CRISTO,  Continuiamo, fratelli, il viaggio della vita con serenità. La nostra Madre,  Assunta in Cielo, ma esperta in lunghi viaggi sulla terra, cammina con noi e sarà davanti a noi per aprirci la Porta Santa del Cielo, dove abbiamo riposto quel TESORO, che sarà nostra gloria e nostro premio.  Amen.