DOMENICA  19.a  -   B   :   GESU’  PANE  VIVO !

 

     Stiamo leggendo il cap. 6 del Vangelo di Giovanni; il capitolo che è stato introdotto con il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Nella catechesi che ne segue, Gesù ci porta ad approfondire il mistero di un altro pane, quello disceso dal cielo, un pane vivo; perché Gesù, nell’Eucaristia, si farà presente con tutte le sue potenzialità, come uomo e come Figlio di Dio. Con questa catechesi, Gesù ci porterà ad approfondire anche il mistero dell’Incarnazione e il mistero della presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata. Oggi Gesù insiste nel dire che c’è pane e…pane: c’è il pane che troviamo nel cestello a tavola, e c’è anche un pane “vivo”, che è Gesù stesso. E’ a questo punto che Gesù rivela la sua vera identità. Gesù si fa risposta a una domanda che, di tanto in tanto, affiora nel Vangelo di Giovanni: Ma chi è realmente questo Gesù che oggi si presenta a noi come “Pane disceso dal cielo”? CHI E’?

     Per i Nazaretani e per i farisei, Gesù era solo il figlio del falegname, il ragazzo cresciuto con loro a Nazaret. Ed ecco allora la grande domanda: Il Gesù che parla a Cafarnao è un uomo, come i miei occhi vedono, o è il Figlio di Dio come lui dice di essere. Oggi Gesù dà conferma di essere l’uno e l’altro: è il Figlio di Dio, che ha scelto di farsi uomo per dare anche a noi la dignità di entrare a far parte della famiglia di Dio come figli adottivi; è anche uomo; e, in quanto uomo, ha scelto di farsi per noi Pane per essere mangiato da noi nella Comunione, per trasmetterci la sua vitalità e santità, per far circolare in noi la sua stessa vita. Sono verità non semplici e non facili  per essere accolte nella fede. E Gesù chiede di credere alla sua parola; dice che non può essere cercato, né può essere accolto, unicamente in vista di miracoli o di benefici da chiedere.

     Gesù va accettato nella interezza della Rivelazione: Egli è il Gesù del Vangelo, il Gesù “Pane vivo”, il Gesù “Crocifisso per amore”, il Gesù che si fa cibo donando il suo Corpo e Sangue per donarci salvezza. Con questo linguaggio di Gesù, siamo davvero giunti al culmine della Rivelazione; Gesù ci ha ormai detto tutto di sé; per questo, di nuovo, chiede a noi se ci crediamo e, più ancora, se lo accogliamo. Dice Gesù: “Chi crede ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Gesù non usa qui il verbo al futuro, ma la presente; dice cioè che già ora viviamo nella “vita eterna”. Ciascuno di noi, con il Battesimo, è entrato a far parte della vita stessa di Dio, che è “eterna”! Permettetemi allora di riformulare la domanda di prima: io…credo davvero che nell’Eucaristia è presente Gesù, vero uomo e vero Dio? E che pertanto, nella Comunione, ricevo Dio nella pienezza di vita e di eternità?

     Ecco perché Gesù torna a chiedere se la moltiplicazione dei pani  è stata accolta anche come “segno” di un altro, e più grande, miracolo: l’EUCARISTIA, che è il “Pane disceso dal cielo”, il “Figlio di Dio” che si fa nostro cibo, perché non veniamo meno nel viaggio della vita. Ecco perché il Concilio Vaticano II° ha definito  l’EucaristiaFONTE E CULMINE” della vita cristiana. Nel Vangelo di oggi abbiamo conferma che Gesù non è un “Signor Nessuno”! Nella sua catechesi, si definisce “Pane vivo”; ci invita a mangiarlo quale condizione per crescere bene, per preservarci dal peccato e assicurare la vita di Dio in noi, che è eterna. Le domeniche possono essere paragonate alle Stazioni di servizio che troviamo lungo l’autostrada; quando la spia lampeggia, dobbiamo fermarci per fare il pieno, per poi ripartire tranquilli  verso il traguardo.

     Le parole chiave nel Vangelo di oggi sono: MANGIARE e PANE VIVO. La nostra risposta ha una sola espressione: CREDERE. Tra gli ascoltatori di Gesù, molti non hanno creduto; hanno quindi girato le spalle e se ne sono andati. Noi, venuti qui in chiesa, abbiamo creduto e attendiamo di riceverlo come dono prezioso che ci assicura vita eterna! Nella prima lettura abbiamo incontrato il Profeta Elia, in un momento in cui desiderava di morire; Dio gli fece trovare una focaccia e acqua, che gli consentirono di camminare nel deserto, per quaranta giorni e quaranta notti, e così giungere al monte di Dio, l’Oreb. Gesù promette di più: “Se uno mangia di questo Pane, vivrà in eterno e il Pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.  Amen.