DOMENICA  18°  -  B  :   C’E’  PANE…E  PANE

 

     Nella pagina del Vangelo ascoltato, S. Giovanni  ci riferisce il séguito del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Quanti avevano mangiato il pane del miracolo non avvertivano più la fretta di tornare a casa. Anzi, molti di loro, si erano fermati nella speranza che Gesù ripetesse il miracolo anche il giorno dopo, per evitare  di andare a fare spesa; alcuni di loro si erano accordati per chiedere a Gesù di fermarsi, con l’intento di eleggerlo loro Re. Nel loro pensiero, Gesù sarebbe stato un Re ideale, per i tanti prodigi che compiva: guariva tutti, senza spese ospedaliere, o di illustri  medici e maghi; procurava pane buono e pesce già arrostito, gratis e a sazietà. Non si poteva sperare né di più, né di meglio. Gesù si era allontanato in fretta da loro, per non dare adito a sogni irrealizzabili, né a vane speranze.

     Quando però se li è ritrovati ad attenderlo all’altra riva del lago, Gesù si ferma volentieri con loro, non per ripetere il miracolo, ma per offrire una riflessione approfondita sul senso del miracolo stesso. Dice Gesù: “Voi mi cercate, non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”.  Dunque – conclude Gesù – è a Lui che dovevano ricorrere, prima di ogni altra persona, per avere la vita vera, quella eterna; è Lui, Gesù, che si offre a noi come sorgente inesauribile che disseta e alimenta tutte le più nobili esigenze dell’uomo: la vita, l’amore, la giustizia, il perdono, la pace. L’uomo, nella vita, cerca sempre il bene, in tutte le sue espressioni; ma è altrettanto vero che, noi tutti, ravvisiamo come beni a cui tendere: la salute, la casa, il lavoro, un avanzamento di carriera.

     Gesù accoglie certamente le nostre richieste di aiuto. Ma il Vangelo di oggi ci dà un messaggio diverso: Dio non va cercato e pregato per avere ciò che ci manca per stare bene; ma va cercato soprattutto perché è il nostro Dio; va amato e lodato e ringraziato per una infinità di bene e di beni che ogni giorno ci dona. Gesù si propone come un Dono di eccellenza; ci avverte Gesù che è Lui il Pane che dà la vita e che, alla fine dei tempi, ci sarà restituito anche un corpo glorioso; tutti risorgeremo. L’atteggiamento della folla, a Cafarnao, rappresenta bene quello vissuto dall’uomo d’oggi, quando afferma: “DIO MI SERVE!”. Gli chiediamo continuamente di “fare miracoli”, di guarirci, di assisterci, di darci. E’ giusto chiedere aiuto a chi ci vuole bene. Ma cercare Dio solo per avere ciò che ci serve, vanifica la nostra fede e trasforma la preghiera in un contratto commerciale!

     Mi torna alla mente una espressione quasi blasfema: Che idea ti sei fatta di Dio? Non sarà, per caso, che pensi a un Dio “tappabuchi”? O non piuttosto a Dio che si è rivelato a noi come Padre Misericordioso, lento all’ira e grande nell’amore. Ogni momento di preghiera, in ogni occasione, lieta o triste, la preghiera dovrebbe comunque iniziare con espressioni di giubilo e di gratitudine: “ Noi, Signore, ti lodiamo e ti ringraziamo per la tua bontà e la tua misericordia!” A darci la vita vera ed eterna non è stata né la manna nel deserto, né il pane moltiplicato per cinquemila uomini; il pane del cielo è Lui stesso, Gesù. Dice Gesù:”Il Pane di Dio è Colui che discende dal Cielo e dà la vita al mondo”. Alla richiesta di avere subito questo Pane così prezioso, Gesù risponde con linguaggio solenne e definitivo: “IO SONO L PANE DELLA VITA! Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, MAI !

   A noi credenti non resta che approfondire la conoscenza di Gesù e del Padre, accogliendo con fede ogni Parola rivelata, che ci consenta di cambiare anche solo l’introduzione delle nostre preghiere. Non più: “Signore, ti prego: DAMMI…AIUTAMI…” Ma: “Signore , ti rendo lode, perché mi ami, perché sempre perdoni. Signore, alimenta sempre la mia povera esistenza con il Pane della vita; Signore, accresci in me la fede”. Fratelli, noi con il Battesimo siamo rinati a vita nuova per fare parte della famiglia di Dio. Siamo cresciuti, e tuttora viviamo, accanto a una sorgente che continua a versare acqua senza mai decrescere, che ci dà i Sacramenti, specialmente la Penitenza e l’Eucaristia, e la Parola rivelata. Con tanta abbondanza, che non ci accada di morire di fame e di sete, avendo  a fianco una sorgente di vita! Il bisogno di vita vera, suggerisca la preghiera, gridata dai presenti: “SIGNORE, DACCI SEMPRE QUESTO PANE!”.  Amen.