DOMENICA  18  -  A   :   LA COMPASSIONE DI DIO SI FA PROVVIDENZA

 

     Il Vangelo appena ascoltato si apre con una triste notizia che ferisce profondamente il cuore di Gesù. Erode ha fatto decapitare Giovanni Battista. Il Battista era cugino di Gesù; era stato soprattutto il primo annunciatore della presenza del Messia atteso: una voce forte che invitava alla conversione per preparare l’incontro con Gesù; una voce, messa purtroppo a tacere dalla vigliaccheria di un despota. Gesù desiderava vivere questo dolore nella preghiera, in un luogo appartato, dove potersi fermare per un colloquio intenso con il Padre. E’ un particolare importante che insegna anche a noi come vivere i momenti tristi della vita, e dove cercare conforto e speranza: nella preghiera e nelle tante parole ispirate che troviamo nei Salmi e in tutta la Bibbia.

     Ma poi le cose non sono andate come Gesù aveva sperato perché, al suo arrivo all’altra sponda del lago, c’era già una grande folla che lo attendeva. Ecco qui un altro esempio di grande misericordia. La folla non ha provocato alcun fastidio; Gesù abbandona il desiderio di solitudine e – soprafatto da grande compassione – si fa prossimo a ciascuno dei presenti, li guarisce dalle loro malattie. Non solo; ma sul far della sera, quando gli Apostoli consigliavano il Maestro di rimandare tutti a casa, per l’impossibilità di reperire un po’ di cibo, Gesù, di nuovo interviene dicendo che loro stessi dovevano provvedere. Il luogo era deserto ed era già sera; Gesù non vuole rimandare a casa a stomaco vuoto quanti erano venuti per incontrarlo; e di nuovo, mosso dalla compassione, provvede, ma con un nuovo messaggio per noi: gli viene riferito che è disponibile solo una sportina con cinque pani e due pesci che un ragazzo offre volentieri; ma cos’è questo con tante bocche da sfamare!

     Un antico e saggio proverbio africano afferma che nessun pezzo di pane è tanto piccolo da non poter essere spezzato in due. E’ la logica dell’amore, del “pane spezzato” che, nella liturgia, fa riferimento all’Eucaristia. Gesù accoglie il piccolo dono offerto e ordina la distribuzione del pane e del pesce moltiplicati. Gesù lascia un messaggio importante alla Chiesa e all’umanità: solo l’amore compie il miracolo di una moltiplicazione che può coprire tutte le povertà dell’uomo. E’ il miracolo che si rinnova tutte le volte in cui anche noi proviamo compassione, e quando contrastiamo la soluzione suggerita dall’egoismo: ciascuno si arrangi per conto suo! Gesù insegna che il poco che abbiamo può diventare “molto”, se passa per le mani dell’amore; chide anche che il verbo “comprare”, che gli Apostoli suggerivano come possibile soluzione, venga sostituito dal verbo “condividere”.

     Questa pagina di Matteo ricorda che ciascuno di noi è responsabile della fame dei poveri. Quel “poco” che era nella sportina di un ragazzo, messo nelle mani di Gesù, si è trasformato in Provvidenza. Fratelli, abbiamo tutti qualcosa che, all’occasione, può essere condivisa: non solo il pane, ma anche un prestito in denaro, la propria professionalità ma, più di tutto, il proprio tempo; in una parola, la compassione. Il miracolo della moltiplicazione incomincia quando il pane, da “mio” diventa “nostro”, come Gesù ha insegnato nel Padre Nostro. Il Vangelo di oggi chiede anche a noi di metterci in gioco; vuole coinvolgerci; ci chiede di intervenire con gesti di solidarietà dentro le situazioni di disagio che ci stanno attorno, prima ancora di esserne richiesti.

     Al termine della Messa, il sacerdote ci congeda con un “Andate in pace”, come dire: Il Signore Gesù si è donato a noi; ora tocca a noi vivere la Comunione in famiglia, nel nostro condominio, con gli amici, condividendo quel poco o tanto che uno può; mettendo a disposizione non solo ciò che abbiamo, ma anche ciò che siamo: la nostra fede, la misericordia, o anche solo il buon cuore. E chiudo con la preghiera dell’inizio: “O Dio, che manifesti la tua bontà paterna, fa’ che il pane, moltiplicato dalla tua provvidenza, sia spezzato nella carità, e la comunione ai tuoi santi misteri ci apra al dialogo e al servizio verso tutti gli uomini”.  Amen.