DOMENICA  17.ma  -  C -  GESU’  INSEGNA  A  PREGARE

 

     La pagina di Luca, appena ascoltata, tratta il tema della PREGHIERA. I liturgisti hanno arricchito la tematica offrendoci, nella prima lettura, una pagina drammatica della Genesi, che riporta la contrattazione tra Dio e Abramo. Dio rivela  ad Abramo, suo amico e confidente, l’intenzione di punire Sodoma e Gomorra, le due città divenute simbolo del vizio e di perversione, per i peccati e gli scandali che vi si commettevano. Abramo si pone come intermediario per intercedere a favore delle sue città. E’ straordinaria la confidenza di Abramo con Dio; e altrettanto lo è la condiscendenza di Dio; ma soprattutto commuove sapere che la sola presenza di dieci giusti avrebbe potuto risparmiare le città dalla distruzione. Ora capisco perché le comunità monastiche , presenti in ogni città, vengono definite “parafulmini” davanti a Dio; o anche “oasi di vita” in mezzo ai nostri deserti.

     Dio si è rivelato PADRE ! e, come padre, si commuove ogniqualvolta giunge al suo cuore la preghiera di supplica e di intercessione. E’ questa la più bella rivelazione che Gesù ci offre oggi. Dio è Padre! Non quindi un Dio lontano, o assente, o severo. No! Il suo nome è PADRE, un nome che ispira fiducia, sicurezza, protezione.  Può sembrare incredibile, ma è così; perché così ce lo ha presentato Gesù.

     La preghiera che Gesù ha insegnato - il PADRE NOSTRO – porta a un rapporto nuovo con Dio. Tutto infatti parte dalla fiducia; non dal bisogno di ricevere qualcosa, non dall’ansia di un aiuto per superare momenti difficili della vita; solo la fiducia porta a un incontro familiare e intenso con Dio: dalla fiducia nasce la certezza di essere ascoltati e sostenuti. Si, perché dobbiamo liberarci dall’atteggiamento di chi si pone in preghiera  nella speranza di portare Dio dalla nostra parte, o convincerlo della bontà delle nostre scelte, anche se sbagliate, ricorrendo, se necessario, alla cosiddetta “catena di S. Antonio”, e altro ancora. A ben pensarci, trattiamo con Dio come facciamo con i potenti, o con gli imprenditori; con loro, “pregare” significa insistere per strappare un favore, o per ottenere un permesso, un consenso, e diciamo: “Ti prego…”! E purtroppo anche la nostra preghiera a Dio si riduce, tante volte, a chiedere con insistenza che Dio cambi Lui! E che accetti le nostre richieste, anche quando sono sbagliate. E come commentare la candelina accesa frettolosamente , prima di un esame, o di un colloquio per lavoro!  E, siccome una preghiera così non sortisce nulla, molti finiscono per lasciare anche la preghiera, perché - dicono – tanto, a che serve pregare?

     Ecco allora facciamo nostra, anche noi, la richiesta riferita da Luca: “SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE”. Certamente la domanda nasce dall’aver visto pregare il Maestro, incantati dal suo silenzio, dal suo raccoglimento, dalla luce che brillava sul suo volto. Non è stato difficile per Gesù rispondere; semplicemente ha fatto conoscere la “sua preghiera”: Ogni incontro si apriva con la parola PADRE; ogni incontro con il Padre era come entrare nella casa del Padre per intrattenersi con Lui in un dialogo molto familiare, per dire le cose che succedevano,  e soprattutto per ascoltare le sue parole. Ma attenzione a un particolare: nella preghiera del “Padre nostro”, Gesù ha posto tutti i verbi al plurale; ha inteso dirmi che, anche quando prego da solo, sono sempre in unità con tutti gli uomini e tutte le donne del mondo intero; e prego con loro e per loro; prego anche per tanti fratelli che non sanno di avere un Padre e di essere anch’essi fgli di Dio.

     Gesù arricchisce la catechesi sulla preghiera con la parabola dell’amico che, in difficoltà, va da un suo amico, a notte inoltrata: è la preghiera del bisogno, dell’urgenza, a volte della paura, e talvolta della disperazione. Ebbene, Gesù garantisce l’intervento di Dio anche a chi arriva fuori orario! Anzi, ci esorta ad insistere con fiducia e ci suggerisce i verbi che fanno per noi: “chiedete – cercate – bussate”, con un’aggiunta che ha dell’inverosimile: QUALE PADRE TRA VOI, SE IL FIGLIO GLI CHIEDESSE UN PESCE, GLI DAREBBE UNA SERPE?” Gesù si è preoccupato di darci la certezza che possiamo sempre contare sul nostro Dio! Questo, amici, è il cuore del Vangelo! Ci lasciamo allora con la preghiera dell’inizio:  “Rivelaci, o Padre, il mistero della preghiera filiale di Cristo, nostro fratello e salvatore, e donaci il tuo Spirito, perché, invocandoti con fiducia e perseveranza, cresciamo nella esperienza del tuo amore”.  Amen.