DOMENICA  16.ma  -  A  -    DIO E’ PAZIENTE E MISERICORDIOSO

 

     Gesù continua la catechesi, iniziata domenica scorsa, per presentarci al meglio il REGNO DI DIO; anche oggi Gesù ricorre a una parabola; e anche oggi pone al centro della nostra attenzione la PAROLA DI DIO, che viene affidata alle mani dell’uomo, perché  venga “sparsa” nel mondo intero, come semente, in attesa che germogli e manifesti così la presenza e lo splendore del Regno di Dio. La forza della nuova parabola sta in una domanda che tanto spesso sentiamo ripetere e che manifesta tanta sfiducia, perché purtroppo ci sembra  senza una risposta chiarificatrice. Ecco il problema: Dio, sommo Amore, ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza! L’ha collocato in un Giardino, l’EDEN. Ma come spiegare la presenza nel mondo di tante sofferenze, di tante ingiustizie, di tanta povertà, di tante violenze, avendo presenti le parole, più volte ripetute, di Gesù: “Io sarò con voi tutti i giorni! Venite a me e io vi darò ristoro; Io ho vinto il mondo!”. La parabola ascoltata oggi è stata costruita apposta per dare delle risposte; e non solo per chiarire i nostri dubbi, ma anche per riaccendere la speranza in chi non si aspetta più nulla dalla vita; nemmeno da Dio.

     Ci ricorda Gesù che i seminatori sono due: Dio che, nella creazione, ha seminato solo “buon grano”; poi si è fatto molto attivo un secondo seminatore: il diavolo! Che continua a spargere zizzania nel mondo, con il silenzio e la complicità, anche di quanti si ritengono discepoli del Signore. C’è una precisazione, nella parabola: che la seminagione della zizzania era avvenuta di notte, “mentre tutti dormivano”. Quanta rabbia e quanta delusione in chi aveva seminato bene! I buoni contadini della parabola suggeriscono al padrone di strappare la zizzania sul nascere, per consentire una buona crescita del grano. Ma la risposta del padrone – DIO – è drastica e motivata: “NO! Perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura”. Queste, fratelli, sono alcune preziose indicazioni date da Gesù.

     E’ noto che il diavolo conosce tempi e luoghi, e soprattutto persone e occasioni, per servirsene nella seminagione del male. Credo anche che siano tanti, nella sofferenza, che suggeriscono a Dio che sarebbe ora di fare “piazza pulita!”. Gesù non è di questo parere. La sua è scelta di amore e di misericordia; e  riguarda tutti noi; perché il campo per la semina è, prima di tutto, il cuore dell’uomo, dove intrecciano le loro radici sia il bene che il male. I servi della parabola soffrono nel constatare che il male nel mondo è tanto, e sembra prevalere. Gesù invece vede soprattutto che il buon grano, nonostante tutto, cresce, e già fa sognare un buon raccolto. Non solo! L’amore  e la pazienza del Padre continuano a far sperare che anche il cuore cattivo, prima o poi, si convertirà. Anche quanti protestano per la presenza dei “cattivi”, scoprono che anche il loro cuore chiede ogni giorno purificazione, perché ogni giorno ci scopriamo egoisti, falsi, incapaci di perdono, sempre attratti da ciò che ci luccica attorno, soprattutto danaro, droga e sesso.

     Fratelli, noi sappiamo che tutti nasciamo buoni, belli e innocenti. Purtroppo, già nella famiglia, non sempre ci troviamo buoni maestri; come non sempre li troviamo nella scuola; e meno ancora li troviamo in strada e nelle amicizie che frequentiamo. Oggi Gesù ci insegna che può diventare utile anche una sana CONVIVENZA, tra bene e male, per irrobustire il bene e vincere il male con il bene. Nessuno di noi può sentirsi esente dal male: del male recato al prossimo, come del male ricevuto; ciascuno di noi ha conosciuto la sofferenza del male proprio e altrui; Gesù ci ricorda oggi che la comunità dei suoi discepoli non è la comunità dei “perfetti”. Il cristianesimo non è la religione di chi ha raggiunto le vette della santità; è la comunità che, pur constatando le proprie fragilità, continua a confidare nella presenza, nella propria vita, del “Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà”, che ci è stato annunciato dal Salmista.

     Da ultimo, Gesù ci ricorda che il tempo dell’attesa della mietitura non è segno di debolezza di Dio; è invece il tempo che il Padre offre a tutti i figli perché si ravvedano dal male e ottengano salvezza. Ecco dunque la consegna di Gesù alla Chiesa: MAI SRADICARE!!! Ci ricorda Gesù che una spiga di grano, da sola, vale più di tutta la zizzania presente nel mondo intero.  Amen.