DOMENICA  16^  - A  :  IL SIGNORE NON E’ PER “SRADICARE” – MA PER “FAR CRESCERE”!

 

     Voglio ringraziare l’evangelista Matteo per averci riferito questa stupenda parabola della “zizzania e del grano”. Gesù è il maestro buono che ha raccontato e spiegato, con parole semplici ma efficaci, il mistero della presenza del male nel mondo. Vengono poste a Gesù due domande; sono le domande che anche tanti di noi hanno posto a Dio: perché la presenza di tanto male nel mondo? – E perché Dio non interviene per prevenire, e per estirpare tante cattiverie? Ed ecco le risposte di Gesù nella parabola. Dio è bontà, Dio è amore; ha creato tutto con amore; tutto ciò che è uscito dalle sue mani è bello e buono. Ma era presente nel mondo anche un concorrente, nemico di Dio e dell’uomo, il quale ha approfittato della distrazione dell’uomo per seminare la zizzania. Purtroppo è accaduto già all’inizio, vittime i nostri progenitori!

     E’ doveroso annotare che tutti veniamo al mondo buoni e innocenti; ma, via via che cresciamo, ci troviamo a dover gestire questa nefasta gramigna, già nata e cresciuta, non solo attorno a noi, ma anche presente nei nostri cuori. La zizzania e il grano – ci ricorda il Vangelo – crescono insieme. Gesù, richiesto se era opportuno sradicare la zizzania per far crescere bene il grano, dà una risposta perentoria: “No! Perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. LASCIATE CHE L’UNA E L’ALTROCRESCANO INSIEME FINO ALLA MIETITURA”. Dunque – ricorda Gesù – quella del grano e della zizzania è una convivenza, sofferta ma inevitabile; nessuno ne è immune. Gesù prende comunque le distanze da chi vorrebbe soluzioni sbrigative e non rispettose delle difficoltà di ciascuno. Ci sono purtroppo tanti cristiani che non condividono e non accettano le scelte di Gesù; sono quelli che vorrebbero un Dio interventista, con gli strumenti in mano, pronto a sradicare il male in radice.

     Invece il Vangelo di oggi ci fa conoscere un Dio che non ha fretta, che sa attendere, che dà tempo e opportunità per la conversione. Per il nostro Dio, sia il bene, come chi lo compie, sono beni preziosi che Dio custodisce fino alla mietitura. Dio sa che il suo progetto giungerà a compimento; e sa anche che il buon grano non rischia più di tanto, perché ha in sé una sorprendente forza di vita. Dio ha fiducia negli uomini e confida nella loro capacità e intraprendenza. Forse a qualcuno questo Dio non piace! Gli può sembrare debole e lento a intervenire, non abbastanza potente e determinato. Probabilmente questi sino gli stessi ai quali proprio non va giù, né la sua compassione, nè la sua misericordia. Ma Dio non può essere ingabbiato nei nostri schemi mentali. Lo stile di Gesù è altro! Gesù non si separa dai peccatori; anzi, lo troviamo spesso in dialogo con loro, e anche ospite alle loro mense. C’è un netto contrasto tra le scelte di Dio, paziente e tollerante, e l’intolleranza di tanti cristiani. Noi diciamo giustamente che “chi ama sa attendere”.

     Purtroppo dobbiamo prendere atto che anche nella Chiesa è presente la zizzania; cresce misteriosamente in ogni luogo dove cresce l’uomo. Matteo, più volte nel suo Vangelo, ci ricorda che la Chiesa non è una comunità di puri e di perfetti; come è anche vero che Dio non ha consegnato la sua Chiesa a dei crociati! Questo – sembra concludere Matteo – non è il tempo della giustizia, ma della misericordia e della chiamata  alla conversione. E meno male! Perché la mescolanza di grano e di zizzania la troviamo ovunque, a tutti i livelli: nella famiglia, nella comunità e soprattutto nel nostro cuore. Perciò la presenza del male non ci deve scandalizzare; ci deve invece impegnare, partendo proprio dal nostro cuore e dalla nostra vita personale. Noi dobbiamo combattere  il peccato, ma mai il peccatore. Quante volte, il peccatore, abitato dalla zizzania, si è trasformato in buon grano per divenire un buon pane! Pensiamo a S. Agostino, a S. Francesco, a Charles De Foucauld.

     Questa è la consegna di Gesù alla Chiesa: MAI SRADICARE! Ma “lasciare che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura”. Fratelli miei, amiamola questa nostra Chiesa in cui viviamo; amiamo questa comunità che, ogni domenica, ci fa trovare insieme per chiedere perdono e poi ricevere il Pane della vita: è il Pane, frutto della terra e del nostro lavoro! E’ il pane che era zizzania e che abbiamo trasformato in buon grano!  Amen.