DOMENICA  15^  -  A  :  LA PAROLA DI DIO E’ UN SEME

 

     Abbiamo ascoltato dalla viva voce di Gesù la “Parabola del Seme” e anche la spiegazione che segue. L’evangelista Matteo la introduce così: “Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare”. Ma avrete notato  che anche il racconto inizia con lo stesso verbo: “Ecco, il seminatore uscì a seminare”. Anche questo “uscire” fa parte della parabola; anzi, ripetuto in apertura, diviene una premessa-messaggio che fa da guida a tutto il racconto. Questo “uscire” mi fa ricordare  l’invito tante volte ripetuto da Papa Francesco, rivolto soprattutto a noi sacerdoti, di uscire; uscire per raggiungere le periferie, e lì seminare il Vangelo, in mezzo alla gente. Per troppo tempo abbiamo seminato solo nelle nostre chiese, a gente spesso annoiata e sonnolente, venuta a Messa solo per non trasgredire un precetto.

     Il seminatore della parabola non ha scelto a chi far dono della Parola; non ha sparso solo nel suo campicello arato e concimato. Proprio per restare fedeli al racconto di Gesù, ci fa obbligo fermarci per osservare l’incedere lento e solenne del seminatore che sparge il seme con l’ampio gesto del braccio, un po’ a casaccio, senza prestare attenzione al terreno, se pietroso, o cosparso di rovi. Gesù ha voluto – come protagonista della sua parabola – un seminatore generoso, non preoccupato che una parte del seme avrebbe potuto essere gettata inutilmente. E’ fin troppo chiaro che Gesù ha voluto presentarci il suo stile di missione, e – da Maestro – ha voluto indicare come vuole i suoi discepoli missionari: tutti “in uscita”, tutti generosi dispensatori della sua Parola. Nel saluto ai suoi, prima di far ritorno al Padre, Gesù non dice; “Andate nelle sinagoghe o al tempio a insegnare”; dice invece: “Andate in tutto il mondo, predicate ad ogni creatura; chi crederà, sarà salvato”.

     A conferma, Gesù cita una precisa volontà del Padre, buono verso tutti, che “fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni”; e così – sembra voler concludere Gesù – anche voi portate la mia Parola di salvezza a chiunque incontrate, senza porvi il problema se andrà a buon fine, o no. Guai a noi, se dovessimo puntare al successo. Gesù ricorda che la forza di salvezza sta nel seme, non nella mano che lo sparge. Noi siamo giustamente preoccupati del tanto male che c’è nel mondo, e della scarsità delle vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale. Gesù ci ricorda però che la Parola di Dio è più forte del male, perché ha in sé la vita di Dio. Non siamo noi i generatori di vita, e neanche tocca a noi scegliere dove seminare. Gesù ci insegna a spargere ovunque la sua Parola, ben sapendo che “così sarà della Parola uscita dalla mia bocca: non tornerà a me senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata”. Fratelli, annunciamo a tutti la Parola che salva, senza esclusioni! Ma noi, siamo davvero convinti che la Parola di Dio è un seme che ha una carica immensa di vita?

     Il seme viene accolto nel grembo di madre terra; e lì si nasconde fino a scomparire; il suo destino è la morte. Ma, come avverrà nella morte di Gesù, proprio in virtù della sua morte, è data al seme la capacità di risorgere e di dare vita in abbondanza, moltiplicandosi. Non c’è nulla di più generosamente offerto del seme! Ecco spiegato perché Gesù è ricorso alla parabola del seminatore. Anche la Parola di Dio può sembrare debole, inerme, quasi sopraffatta da un profluvio di parole che sembrano voler farci dimenticare l’unica che veramente conta. In effetti, la Parola di Dio è l’unica che conta e la sola che resta, la sola in grado di fecondare le nostre intelligenze e i nostri cuori; la sola Parola che porta vita nuova, gioia e speranza vera.

     Tutti i Santi sono tali perché hanno accolto il seme della Parola; vi hanno creduto e l’hanno proclamata. Il loro terreno – dice Gesù – era buono e hanno prodotto il 30, il 60, il 100 per uno. Amici, e il nostro terreno com’è? E’ forse coperto di sassi e di sterpaglia? Forse è ancora ingombro di passioni incontrollate, e di preoccupazioni che non danno spazio al soffio dello Spirito Santo! Anche a noi, oggi, viene consegnato il seme da spargere: nei nostri cuori, nella nostra famiglia, alle persone che incontriamo ogni giorno.

     Ci poniamo ora in preghiera perché la Parola di Dio non discenda inutilmente. Preghiamo perché ogni Parola  compia sempre ciò per cui Dio l’ha mandata, Io credo, Signore!  Amen,