DOMENICA  13  -  C  :   CAMMINARE DIETRO A GESU’

 

     Con la festa del Corpus Domini e del Sacro Cuore di Gesù abbiamo chiuso con le grandi solennità del dopo-pasqua; con oggi ripartiamo con le domeniche del Tempo Ordinario; anche se questa domenica – 13^ dell’anno – può essere considerata “particolare” perché l’evangelista Luca si è premurato di presentarci un Gesù inedito; un Gesù che riprende il cammino verso Gerusalemme con uno scatto da vero atleta; scrive Luca: “Gesù prese la ferma decisione  di mettersi in cammino verso Gerusalemme”. Gesù intraprende il cammino verso Gerusalemme con consapevolezza, con coraggio e con determinazione, pur conoscendo che cosa lo attendeva; e pur conoscendo già il rifiuto dei Samaritani a concedere di attraversare il loro territorio, per motivi politici e razziali, a lui del tutto estranei.

     Gesù ha provato personalmente che cosa significhi vedersi negare l’ospitalità perché straniero; l’aveva inconsciamente provato anche a Betlemme, proprio nella notte della Natività; ma oggi, all’intolleranza dei Samaritani, Gesù non accetta la proposta dei violenti, che speravano in un fuoco divorante; anzi ne ricevono un rimprovero. La soluzione di Gesù? Continuare la salita verso Gerusalemme per altra strada. Gesù resta comunque in strada; è la strada il luogo privilegiato per la formazione dei discepoli e per incontrare le persone. Oggi Gesù incontra tre persone a cui rivolge una proposta vocazionale e che offrono al Maestro l’opportunità di chiarire le condizioni per un “per sempre”con Gesù. Il primo che Gesù incontra dichiara: “Ti seguirò ovunque tu vada”. Gesù lo accetta, ma non senza fargli sapere che lo stare con lui non sarà privo di imprevisti e difficoltà: fatica, fame, sonno e ostilità. Il secondo accoglie l’invito di seguire il Maestro, ma chiede del tempo e dice: “Signore permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. Anche il terzo è generoso; chiede solo di poter prima salutare parenti e amici.

     Gesù presenta ai futuri discepoli le priorità per poter decidere con libertà se accettare, o no, di stare “per sempre” con Gesù. Anche la famiglia può essere un intralcio quando chiede di rimandare decisioni vocazionali importanti. Gesù ricorda a chi ha deciso di seguirlo che dovrà mettersi in strada con lui; dovrà lasciare il passato e rendersi disponibile a vivere nella pace anche i contrattempi, anche la persecuzione e la croce. La prima lettura ce ne ha dato un esempio: il profeta Elia ha consacrato Eliseo come profeta, suo successore. Eliseo stava arando il proprio campicello e - come segno efficace di obbedienza a Dio e per togliersi anche la tentazione di ripensamenti – ha offerto in sacrificio i buoi e ha proceduto alla cottura col il legno del giogo. Un gesto tanto simile di chi passa il fiume e taglia il ponte per impedire ogni tentazione di fuga.

     Ecco dunque le condizioni che Gesù pone per chi decide di farsi suo discepolo: Non aspettarsi false sicurezze, o esenzioni e tanto meno attendersi privilegi. Ci è di esempio il nostro Padre San Francesco, il quale ha rinunciato pubblicamente a tutti i diritti di famiglia, ha distribuito ai poveri quanto poteva, privandosi perfino dei vestiti sui quali il padre contava come segno della nobiltà di famiglia. Chi accetta di seguire il Signore, si fida di lui e a lui si affida. Gesù chiede oggi anche a noi di essere poveri come era povero lui; e di camminare per le strade del mondo sempre disarmati e umili come lo era Gesù; come lo è Papa Francesco, mentre chiede con la forza della preghiera – in particolare del santo Rosario – che si fermi questa guerra che, alla fine, ci lascerà la conta dei morti e tante città da ricostruire e tanto odio nei cuori esasperati.

     Anche oggi qualcuno invoca il fuoco distruttore…e quello purtroppo continua a cadere dagli obici a lunga gittata. Gesù rimprovera chi chiede i castighi dal cielo. Papa Francesco insiste perché si possa giungere almeno a una cessazione dei bombardamenti. San Francesco andò disarmato e umile dal Sultano e conquistò il suo cuore. Non lo convertì al Vangelo; lo convertì alla pace. E’ ciò che spera Papa Francesco con l’appoggio e la preghiera di tutti noi. Preghiamo con lui per la pace.  AMEN.