DOMENICA  13^  -  A   :  TU SOLO IL SIGNORE – GESU’ CRISTO !

 

     La pagina di Matteo, appena ascoltata, potrebbe aver dato una immagine distorta di Dio; abbiamo ascoltato: “Chi ama padre o madre o figli più di me, non è degno di me”! Tranquilli! Non si tratta di una esplosione di gelosia, né di una vampata di protagonismo. Dio è Padre, è Figlio, è Spirito Santo-Amore; Dio è tutto! Non ha bisogno di accaparrarsi  i nostri affetti. Ma, proprio perché Dio è soprattutto amore, ci chiede di essere accolto e amato con tutto noi stessi, perché solo alla sua scuola possiamo capire cosa significhi amare davvero. Dio non chiede di essere amato perché ha bisogno del nostro amore; chiede che noi lo amiamo con un “più”, perché lui è la prima e unica scuola d’amore. Gesù ci ha dato la misura del suo amore dando la sua vita per la nostra salvezza. Amare è donare senza la pretesa di ricevere qualcosa in cambio; amore vero è amare senza pretendere che chi riceve ne sia degno, o ne sia meritevole.

     Gesù si chiarisce meglio affermando: “Chi avrà tenuto per sé la propria vita la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia la troverà”. Qui “perdere” significa “donare”; e donare è il verbo che meglio esprime l’amore. Gesù, oggi, ci fa scuole d’amore; ci chiede di amare con il “più” vicino. E, siccome Dio ha scelto di vivere in ogni uomo e donna, chiede che l’amore al prossimo sia per noi la misura e la verifica dell’amore a lui dovuto. Dio vuole essere amato nel prossimo; Dio è amato attraverso il prossimo; io accogo Dio nella mia vita, se nella mia vita accolgo con amore ogni uomo. Amare potrebbe allora essere espresso anche con il verbo “espropriare”; che significa fare spazio al fratello nel mio cuore, come ha fatto Gesù nella Incarnazione: il Figlio di Dio si è svuotato della divinità per accogliere la nostra umanità; Dio si è fatto povero per fare noi ricchi.

     Ecco spiegato perché Gesù chiede un amore con il “più”. Non ci chiede di rinunciare agli affetti. Anche Gesù ha manifestato un affetto particolare per Giovanni, per la Maddalena, per le sorelle di Betania; Gesù chiede invece totale disponibilità per il Padre, per il Regno, per credere al suo Vangelo. Perciò chiede di sceglierlo anche nei confronti dei legami parentali, quando questi divengono ostacoli alla fedeltà a Dio. La chiamata di Gesù mette sempre in gioco tutta la vita del discepolo. “Perdere la vita” non significa farsi uccidere; significa invece “donare la propria vita” come ha fatto Gesù: l’ha donata sulla croce e poi l’ha ritrovata nella sua risurrezione. Ma, nelle prove d’amore, non c’è solo il dono supremo della vita. Gesù mette nella gerarchia del dono anche il “bicchier d’acqua fresca”. Fratelli, scopro in questo bicchiere d’acqua una delicata sottolineatura: Nel Vangelo, sia il dono della vita, sia il porgere un bicchiere d’acqua, il verbo amare si traduce comunque e sempre con il verbo “dare”. Un bicchier d’acqua è un segno piccolo d’amore, ma Gesù l’ha impreziosito con una specificazione: che l’acqua sia “fresca”! Particolare che esprime delicatezza, affettuosità, gioia: è quel “più” che rende visibile l’amore. L’amore non si esprime con proclami, né con definizioni. Dio guarda il cuore!

     Il Gloria che preghiamo nella Messa si conclude sempre con un atto di fede; diciamo: “TU SOLO IL SANTO, TU SOLO IL SIGNORE, TU SOLO L’ALTISSIMO, GESU’ CRISTO”! Gesù è il Signore, il solo nostro Signore! C’è solo lui al vertice del nostro amore; da lui è venuta la nostra vita e a lui ritornerà. Amici, noi oggi non siamo venuti in chiesa per fare un favore a Dio, o per un gesto di cortesia; amare Dio non è un atto di generosità da parte nostra; perché – dire che Gesù è il solo Signore – significa concretamente che non abbiamo – e non vogliamo avere – altri padroni; che non abbiamo – e non vogliamo avere – altri appoggi, perché lui è la sola sorgente della vita e della speranza; la sola sorgente che non si estingue e mai delude. Facciamo nostra allora la preghiera dell’inizio: “Infondi in noi, o Padre, la sapienza e la forza del tuo Spirito, perché camminiamo con Cristo sulla via della croce, pronti a far dono della nostra vita, per manifestare al mondo la speranza del tuo Regno”.  Amen.