DOMENICA  12.ma  -  C  -  LA  CROCE : SCUOLA D’AMORE

 

L’evangelista Luca, dopo averci presentato Gesù come Figlio di Dio, da riconoscere nella fede, ci rivolge oggi un pressante invito a farci suoi discepoli e a seguirlo nella salita verso Gerusalemme, per vivere con Lui il dramma della sua passione e morte, ma anche per farci partecipare, in anticipo, alla gloria della sua risurrezione. Gesù è in preghiera; solo dopo un prolungato colloquio con il Padre, ritorna tra i suoi per una importante e impegnativa rivelazione: “Il Figlio dell’uomo - egli dice – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno”.  E non finisce qui! Perché Gesù invita i discepoli a unirsi a Lui in questo progetto di passione e morte, e poi di risurrezione: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua…”.

     Gesù non è arrivato di botto a questa autopresentazione, così forte; ha voluto prima capire se i discepoli erano pronti a fare scelte impegnative e definitive, per seguirlo nella strada per Gerusalemme e per accettare le regole  richieste per il discepolato. Gesù invita anche ciascuno di noi a fare sosta con Lui; e anche a noi rivolge le domande ascoltat; e poi rinnova anche a noi l’invito  a seguirlo e a portare ciascuno la propria croce in segno di fedeltà e di amore. Fermiamoci alla domanda più  personale: “Chi dite che io sia?” che significa: “Ma chi sono io per te!”  Conosciamo la risposta di Pietro: “IL CRISTO DI DIO”! Parole solenni e sante, certamente suggerite dallo Spirito Santo. Forse lo stesso Pietro non era consapevole della portata della sua affermazione. Ed è per questo che interviene Gesù a precisarne il senso pieno. “CRISTO DI DIO” significa il Consacrato, l’Obbediente al Padre, il Figlio di Dio venuto a salvare! Ebbene Egli sta salendo verso Gerusalemme, dove lo attende una morte atroce, ma non desiste, perché sospinto da un grande amore e desiderio di portare a buon fine il progetto affidatogli dal Padre: i suoi passi sono mossi dall’Amore. Il suo è Amore che si fa dono per l’uomo, pur sapendo che sarà un Amore incompreso, rifiutato e tradito. Sarà un Amore crocifisso e posto in alto, perché chiunque si trovi a passare di lì, alzando gli occhi, possa scoprire come e quanto è stato amato da Dio.

     Caro Pietro, ma tu sapevi che il “Cristo di Dio” era il Dio Crocifisso? Forse non ancora! Ma lo sapeva certamente Paolo che così scrive ai Corinzi: “Io non conosco che Cristo, e questi Crocifisso”(1Cor 2,2).  E noi, amici, quale Cristo abbiamo conosciuto e amato? Quanti Crocifissi pendono dalle nostre catenine, dai braccialetti e perfino dagli orecchini! Sono tutti preziosi e costosi; ma stanno lì a dondolare semplicemente come oggetti di cui vantarsene. Ma noi, discepoli del Signore, dobbiamo fermarci davanti a ogni Immagine di Gesù Crocifisso per riflettere sulle parole che Gesù ha rivolto oggi anche a noi.  Cristo è il Figlio di Dio che ha accettato la morte in croce per darci la misura del suo Amore. Chiediamoci allora: Noi che portiamo il nome di “cristiani”, perché discepoli di Cristo Crocifisso per noi,  ci sentiamo disponibili a seguire Cristo, nella fedeltà al Vangelo, alla nostra Madre Chiesa, alle direttive dei nostri Vescovi?

     Oggi Gesù ci dà un compito, che non è “per le vacanze”! ma è quotidiano, per ogni giorno della nostra vita. Dice: “Se uno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno, e mi segua”.  Potrebbe sembrarci strana questa proposta di Gesù! Strana per noi che abbiamo paura della croce, della sofferenza, delle persecuzioni, delle difficoltà. Gesù le ha raccolte tutte queste nostre paure, tutte le nostre situazioni di sofferenza e le ha portate nella sua morte in croce; ma chiede a noi di metterle in conto e di viverle con fiducia e con amore. Una delle condizioni è “rinnegare se stesso”: significa credere all’amore  del Padre, affidarsi al suo Amore e alla sua misericordia.

     Amici, in chiusura, torna forte ed esigente la domanda di Gesù: Chi sono io per te? Chiediamoci: Nella graduatoria  dei personaggi da me conosciuti, che posto riservo a Dio? Subito dopo S. Antonio e S. Rita? E nella graduatoria delle persone amate,  ritengo Gesù una amico importante? Necessario? Un maestro da ascoltare e da seguire? Forse non siamo pronti per una risposta definitiva! Ma so di certo che il mio Cristo Crocifisso resta davanti a ciascuno di noi, e posto in alto, perché, alzando gli occhi, ciascuno di noi possa attingere la certezza del suo Amore, nella sicura speranza della vittoria sul male e sulla morte. Perché Cristo, mia speranza, è risorto! E noi – ci assicura San Paolo – siamo già dentro la sua risurrezione!  Amen.