·         DOMENICA  12  -  A   :    DIO VINCE LE NOSTRE PAURE

 

     Dopo le grandi ricorrenze liturgiche che hanno fatto da cornice alla S. Pasqua, rientriamo oggi nel cosiddetto Tempo Ordinario, che ci accompagnerà fino all’inizio dell’Avvento. Il Vangelo ascoltato è tratto dal capitolo dieci di Matteo. E’ il capitolo del Mandato missionario che Gesù affida agli Apostoli. Gesù invia gli Apostoli nel mondo intero ad annunciare il suo Vangelo. Ricorda loro che potranno incontrare difficoltà, rifiuto e anche persecuzione; ma promette che nessuno sarà mai abbandonato; nessuno dovrà soccombere, perché sopraffatto dal male. Nella pagina ascoltata oggi, Gesù per ben tre volte ripete: NON ABBIATE PAURA ! Quante altre volte, nel Vangelo, Gesù interviene perché non ci lasciamo vincere dalla paura.

     Come non ricordare qui il saluto di Gesù Risorto agli Apostoli terrorizzati: Gesù si presenta sempre con il dono della PACE e con parole di grande affetto: “Non temete! Sono proprio io! toccatemi, non sono un fantasma!” E ancora, nell’episodio della tempesta sedata: quando si alza un grido di disperazione, ecco la risposta di Gesù: “Perché avete paura, gente di poca fede? Poi si alzò, minacciò i venti e il mare, e ci fu grande bonaccia”. Gesù ci chiede oggi di avere fiducia nella sua presenza e nel suo aiuto, nella sua provvidenza. L’antidoto alla paura è appunto la fiducia in Dio che si è rivelato a noi come “Padre misericordioso, lento all’ira e grande nell’amore”. La fonte della fiducia non sta nelle nostre risorse; non sta nemmeno in appoggi di amici facoltosi; ma solo in Dio. Dio non ci risolve i problemi, non ci preserva dalla fatica e dalle nostre croci; Dio ci promette che sarà sempre al nostro fianco, per soffrire con noi e per la vittoria finale.

     Ecco la promessa di Gesù: “Non temere! Io sarò con voi sempre, fino alla fine del mondo”. Ogni Apostolo e ogni discepolo sa che la propria vita è molto preziosa agli occhi di Dio. Ripeteva P. Turoldo: “Dio è così coinvolto nella nostra vita che ogni nostro dramma è anche suo!”. Dio è presente anche nelle nostre paure; anzi, è soprattutto nelle mie paure che mi fa riascoltare: NON TEMERE! A Pietro che gridava disperato: “Salvami! Affondo!”, Gesù risponde: “Perché hai temuto?”: che significa: “Ma non ti fidi di me?” Nel Vangelo ascoltato, Gesù, per spiegare le sue attenzioni per noi, fa riferimento ai passerotti e ai capelli del nostro capo, per ricordarci che non c’è nulla – ma proprio nulla! – che sfugga alla sua attenzione. Il ripetuto invito a non avere paura, non è solo per esorcizzare le tante nostre paure; è soprattutto per ricordare che la forza dell’annuncio del Vangelo è riposta nella Parola stessa che annunciamo. Chi annuncia il Vangelo, annuncia Gesù, annuncia la salvezza e le condizioni per realizzarla.

     Perciò il Vangelo va annunciato con integrità, senza annacquamenti, e soprattutto senza nostre interpretazioni personali. San Francesco voleva che i frati vivessero il Vangelo “sine glossa”, cioè senza commenti. In altre parole, Gesù ci chiede di essere cristiani non solo quando ci troviamo in chiesa per la Messa; ma cristiani, con la vita, in famiglia, nell’ambiente di lavoro, nel tempo libero. In chiusura, Gesù ci chiede anche di riconoscerlo “davanti agli uomini”, anche quando si corre il rischio di essere derisi per la nostra fede; questo, soprattutto quando ci troviamo a commentare - in strada o in famiglia, o tra amici - le grandi ingiustizie e sofferenze, le paure e le delusioni. Il rispetto umano e la paura di doverci esporre, spesso, ci rendono pavidi  e ci fanno sceglier il silenzio.

     Fanno infine pensare le parole di Gesù che leggiamo in chiusura: “Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”. Trovo utile allora chiudere questa riflessione ricorrendo alla preghiera dell’inizio: “O Dio, sostienici con la forza del tuo spirito, perché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo Nome davanti agli uomini, per essere riconosciuti da te, nel giorno della tua venuta”.  Amen.  Alleluia.