DOMENICA  11°  -  C  :  IL  PROFUMO  DELL’ AMORE

 

     Nel racconto di Luca, appena ascoltato, sono tre i personaggi che interagiscono: Simone che ha invitato Gesù a pranzo; Gesù che ha accettato l’invito; e una Donna senza nome che viene qui definita “una peccatrice di quella città”.  Questa donna è senza nome, perché è a tutti tristemente nota per il mestiere che faceva. E proprio per questo motivo, la sua comparsa nella sala da pranzo ha messo tutti a disagio. E non solo per essersi introdotta senza alcun invito, ma soprattutto per essersi avvicinata all’Ospite di riguardo, con gesti di confidenza, di amore e di venerazione: Bacia ripetutamente i piedi di Gesù, li bagna con le sue lacrime e li asciuga avvolgendoli con i suoi lunghi capelli, e infine li unge con delicatissimo profumo. Era il profumo che, un tempo, usava per sé, per attirare l’attenzione dei clienti occasionali che incontrava.

     Simone, il padrone di casa, vive con grande sofferenza e imbarazzo questa presenza indesiderata; e addirittura dubita che Gesù sia un profeta, dal momento che sembra non conoscere l’identità della donna che si è accovacciata ai suoi piedi. Invece Gesù è l’unico che, non solo conosce la donna, ma che addirittura l’attendeva per dire a lei la grande parola che chiudeva un passato di peccato e di grande sofferenza, per aprirle la strada ad un futuro nuovo, ricco di luce, di grazia e di vita veramente profumata: “DONNA, I TUOI PECCATI SONO PERDONATI… LA TUA FEDE TI HA SALVATA; VA’ IN PACE”.  La “peccatrice” si è trovata al centro di giudizi non  certo benevoli da parte dei commensali; ma si è sentita finalmente – e forse per la prima volta! – anche guardata con occhi puliti e amata come donna, nella sua femminilità ormai redenta; al punto che, da quel giorno, sarà accolta come “discepola del Signore” e annoverata nel gruppo dei discepoi che lo accompagneranno fino al Calvario.

     Nell’incontro con Gesù, la donna non pronuncia una sola parola. Il suo pentimento è espresso con le lacrime; e non si è per nulla vergognata di rendere pubblica la sua decisione di abbandonare per sempre il suo turbolente passato, per intraprendere  un cammino di santità. Le lacrime hanno cancellato il suo passato e hanno ottenuto il perdono, una vera indulgenza giubilare! Gesù ha raggiunto la donna nella desolazione della sua vita; ha ritrovato la pecorella smarrita; le lacrime erano il segno della sua sofferenza e, nello stesso tempo, della sua gioia per la salvezza ottenuta. E Gesù non tarda a manifestare che a quel pranzo ci era venuto, per incontrare due peccatori: Simone e la donna; e per ricordare a tutti che Lui – Gesù – era venuto per annunciare la misericordia del Padre. Per Gesù, quella donna non era più né la “prostituta”, né la “ex prostituta”, perché l’amore di Dio l’aveva guarita e resa nuova. “Amare” – insegna Gesù – guarisce sempre! Un gesto d’amore, anche se non eclatante, è più utile di tutti i nostri programmi pastorali! 

     Gesù è certamente rimasto edificato e commosso dal gesto della donna che gli ha lavato i piedi con le lacrime e li ha cosparsi di profumo; tant’è che, prima dell’Ultima Cena, ha voluto Lui stesso ripetere questo gesto verso gli Apostoli, come suprema prova d’amore, con l’invito  a ripeterlo; quasi a dire: Quello che la donna peccatrice ha fatto a me, e quello che anch’io ho fatto a voi, anche voi fatelo vicendevolmente, in segno d’amore. 

     E noi, oggi, quale messaggio raccogliamo? Certamente il messaggio che troviamo in ogni pagina di Luca: che Gesù è venuto a portare salvezza ai poveri, ai peccatori, agli ultimi. Ma non può sfuggire alla nostra attenzione che Gesù ha accolto tra i suoi discepoli questa “peccatrice” guarita, novità assoluta per quei tempi. Ma – penso – l’insegnamento che stava più a cuore a Luca è che anche noi imitiamo i gesti della conversione, con pentimento e lacrime; e che, come ha fatto la donna, chiudiamo con un passato di peccato. Anche noi siamo qui ora per incontrare il Signore della misericordia; e per incontrare un fratello sacerdote che ci ripeta le parole di Gesù: “I tuoi peccati sono perdonati. Va’ in pace”.  Amici, noi troppo spesso ce ne torniamo a casa dalla Messa non contenti, senza gioia. Perché? Ma perché non ci riteniamo peccatori e quindi non cerchiamo il perdono. Potessimo anche noi, come la donna peccatrice, versare lacrime di pentimento per i nostri peccati! Quanta pace e gioia il Signore riverserebbe  nei nostri cuori! E quanta gioia e pace  invaderebbero le nostre case, soprattutto nel Giorno del Signore!