DOMENICA 12^  -  A   :  PERCHE’ NON DOBBIAMO AVERE PAURA

 

     Questa è la 12^ domenica del Tempo Ordinario, la prima dopo il tempo pasquale e le grandi solennità che ne sono seguite. Gesù ci propone, oggi, un tema che tanto ci affligge: LA PAURA. Per ben tre volte ci ripete: “Non abbiate paura degli uomini – Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo – Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri”. Fratelli miei, vogliamo, oggi, parlare delle nostre paure; Gesù ce ne parla e ci dà le indicazioni per superarle. Ma la paura è talvolta anche peccato! E la “paura-peccato” è oggi molto diffusa; come, ad esempio, è la paura di esporci per non venire allo scoperto; o la paura di esprimere, davanti agli altri, la nostra fede, di farlo nell’ambiente di lavoro; di parlare della nostra appartenenza all’OFS; di intervenire quando vengono offesi i miei princìpi religiosi e morali. Il più delle volte ci troviamo impacciati e impreparati ad esprimere i nostri convincimenti; preferiamo confonderci con i più, tradendo così la nostra fede. E’ quello che ha fatto Pietro quando ha negato di conoscere Gesù.

     Ma ci sono anche altre paure che rendono sterile il mandato di Gesù di portare il Vangelo a ogni creature: la paura di essere ovunque sempre meno: alla Messa, all’Adorazione del venerdì, ai nostri incontri di formazione; è la paura di essere perdenti e sconfitti in ogni nostra iniziativa; è la paura di sentirci appiccicare l’etichetta di “antiquato”, o di sentirci isolati dalle persone che contano. Ecco, fratelli, abbiamo messo il dito nella piaga dolorante. Che fare? Fare nostra la definizione di manzoniana memoria che “uno, il coraggio, non se lo può dare, se non ce l’ha” e arrendersi? No! fratelli, Gesù ce l’ha l’antidoto per vincere ogni paura: è la FIDUCIA! La fiducia in Dio; la fiducia che nasce dalla certezza di saperci in buone mani. Gesù sa bene che i suoi dovranno fare ben presto esperienza della persecuzione. Gesù conosce anche la tentazione di sottrarci ai nostri impegni sociali e di vivere la religiosità nel privato; la scelta cioè di non essere né sale, né lievito del mondo. Ecco perché ci offre come antidoto il grande amore con cui il Padre segue le nostre vicende.

     Gesù ricorda a tutti noi che non saremo mai abbandonati e che la vita di ciascuno di noi gli è molto preziosa. Fratelli e amici, anche oggi viviamo un tempo di persecuzione: Quanti fratelli di fede vengono trucidati solo perché si dichiarano cristiani! Ma anche nei nostri paesi di antica tradizione cristiana è in atto una persecuzione strisciante e quotidiana, anche se senza spargimento di sangue: chi vive con sincerità il Vangelo è spesso ridicolizzato, emarginato e additato come uno che vive fuori dal mondo. E’ questa la paura di tanti che – pur dichiarandosi “praticanti” – corrono il rischio di scegliere il “quieto vivere”.

     Ecco, fratelli, perché la Parola di Gesù ci raggiunge con un forte richiamo: “Non temere – non avere paura!” Gesù ci invita a proclamare il Vangelo “dai tetti”, perché tutti possano ascoltare. Non c’è l’invito a tappezzare i muri della città con i programmi delle nostre feste, o per annunciare la presenza di qualche illustre Relatore. No! Il migliore annuncio è quello dato da chi crede veramente al Vangelo e lo dimostra con la sua vita. Il pericolo che corriamo in tanti è quello di relegare il Vangelo al tempo della sola Messa festiva. Gesù oggi ci chiede di essere noi il Vangelo; di esserlo anche a scuola, al lavoro, al bar, in palestra, in spiaggia e – perché no? – anche, e soprattutto in famiglia, con i figli che crescono, con i nipotini che ci interrogano. Quanta fatica facciamo a riconoscere i passaggi di Dio nella nostra storia, a sentirci abitati dalla sua Presenza.

     Diciamo allora, in chiusura, che l’annuncio del Vangelo è gradevole quando le parole di Dio giungono al cuore, e quando le parole trovano conferma in gesti di carità che comunque parlano anche nel silenzio. Si, lo sappiamo: essere cristiani sul serio, costa! Proclamare il Vangelo con la vita, costa! Lo sapeva S. Francesco che ci chiede, come norma di vita, di osservare il S. Vangelo, senza ricorrere ad aggiustamenti accomodanti. Per questo abbiamo sempre bisogno di ricorrere alla preghiera. Dio solitamente non placa le tempeste; ma dona energia per continuare a remare dentro qualsiasi tempesta. Noi, fratelli, stiamo molto a cuore a Dio, nostro Padre! E’ questa la principale risorsa per superare tutte le paure!  Amen.