C O R P U S    D O M I N I :  MISTERO DELLA FEDE

 

     Celebriamo oggi la festa del Corpo e del Sangue del Signore: è la festa dell’EUCARISTIA. Il sacerdote , dopo la Consacrazione, lo annuncia così: “MISTERO DELLA FEDE”! a cui rispondiamo: “Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”. La Consacrazione, nella Messa, è il momento del grande prodigio: il pane si trasforma in carne; il vino si fa sangue. La festa del Corpus Domini ci invita a prendere sempre più coscienza di un dono che ci viene rinnovato ogni volta che partecipiamo alla divina Eucaristia; un dono che rischia di divenire abitudinario; una ripetizione di formule che non incidono più nella nostra vita. Lo zio di una bambina, nel giorno della sua Prima Comunione, chiese alla nipotina: “L’Ostia che ti ha dato il prete che sapore aveva?” Rispose: “aveva il sapore di pane”; e aggiunse: “Ma io credo che era Gesù! Perché, io credo più alla parola di Gesù, che al mio palato”. Grande risposta di fede.

     Gesù, più volte, aveva promesso il dono della sua Presenza nel Pane disceso dal Cielo; parlava di un PANE “VIVO”! di un Pane che non solo nutre e dà salute, ma anche assicura una vita senza fine; un Pane speciale che, pur continuando a sembrare pane, sarebbe divenuto vero Corpo del Cristo Risorto. Davvero un grande mistero; o meglio: un incredibile mistero d’amore. L’Eucaristia è stata pensata da Gesù per farsi corporalmente presente là, dove un sacerdote ripete le parole di Gesù sul pane e sul vino. Quello che più fa meraviglia - e che rasenta l’incredibile - è sapere che Dio è sceso tra noi, per incontrare ciascuno di noi; è sceso dal Cielo per cercare un cuore disponibile all’accoglienza, per vivere insieme. Nella Comunione, ciascuno di noi compie un gesto di alto valore: il sacerdote alza l’Ostia dicendo: “Corpo di Cristo”. Il fedele risponde AMEN, che significa: “Lo so; sono venuto a riceverlo per portarlo a casa, con me”.

     E così, si ripete la scena di Gerico, quando Gesù invitò Zaccheo a scendere dal sicomoro, dove si era nascosto, perché Gesù aveva deciso di fermarsi a pranzo in casa sua. Ecco il commento di Gesù, riferito dall’evangelista Giovanni, al capitolo 6: “Oggi, per questa casa, è venuta la salvezza… Il Figlio derll’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”. Un giorno Gesù si trovava a commentare il miracolo della moltiplicazione dei pani, riferito dall’evangelista Giovanni. Poiché la folla attorno a Gesù cresceva, ma non più per ascoltare il Maestro, ma per avere ancora il pane buono, gratis - Gesù li rimproverò e ricordò che il pane moltiplicato era “segno” di un altro Pane, quello disceso dal Cielo: L’EUCARISTIA. Il discorso si fece poi più esplicito, quando proclamò: “Io sono il Pane della vita. Questo è il Pane disceso dal Cielo, perché chi ne mangia non muoia… Se uno mangia di questo Pane, vivrà in eterno e il Pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

     “VIVRA’ IN ETERNO”!!! Ma come può un credente non fermarsi a riflettere  sulla promessa di vita eterna; di una vita cioè che sorpassa indenne la soglia della morte corporale, per continuare a vivere un giorno nuovo, senza tempo e senza tramonto. Potremmo allora chiederci, in questa festa dell’Eucaristia, se il nostro venire in chiesa, se il nostro saluto a Gesù, presente nel Tabernacolo, se il nostro accostarci  a ricevere la Comunione, lasciano trasparire la nostra attenzione devota e la nostra fede. S. Agostino ha voluto ricordare così la grazia del Pane eucaristico: quando mangiamo, noi assimiliamo il cibo che si fa nostra vita. Al contrario, quando riceviamo la Comunione, è l’Eucaristia che assimila noi, per trasformare il nostro corpo nel Corpo stesso di Cristo.

     “Beati gli invitati alla Cena del Signore”- sono le parole che invitano i presenti ad accostarsi alla Comunione – “Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”. Ricordiamoci che, con l’Eucaristia, Gesù entra in noi con la totalità della sua Persona. Ricordiamo anche che L’Eucaristia rimarrà nel Tabernacolo non solo durante la celebrazione della Messa, ma sempre! nell’attesa che qualcuno passi in chiesa per fermarsi con Lui. Mi è capitato di leggere, sopra la porta di una chiesa, questo avviso:” QUI SI ENTRA PER AMARE DIO – DA QUI SI ESCE PER AMARE IL PROSSIMO”: Questo, in definitiva, è celebrare l’Eucaristia. Questo è vivere il grande Comandamento dell’amore.