CORPUS  DOMINI  -  A   :  EUCARISTIA  -  SORGENTE DI VITA

 

     Corpus Domini – Festa dell’Eucaristia – Festa di Gesù Risorto che – per rimanere sempre con noi – ha voluto farsi PANE, per offrire all’uomo non solo la sua Presenza di Risorto, ma anche un reale sostentamento che ci fa partecipare alla sua stessa vita. Nella Consacrazione della Messa, quando il sacerdote pronuncia le parole di Gesù: “Questo è il mio Corpo – Questo è il calice del mio Sangue”, Gesù  sostituisce la sostanza del “pane e vino” con tutta la realtà della sua divinità. In questa festa dell’Eucaristia, ci dobbiamo porre qualche domanda; ci dobbiamo chiedere, ad esempio, se la fedeltà alla Messa è suggerita dal precetto della Chiesa – e quindi per poi non doverci confessare – oppure dal desiderio di incontrarci con il nostro Signore. Non vi sembra strano, fratelli, sentirci obbligati da un precetto per venire a un incontro con Dio?

     “Fate questo in memoria di me”: sono la consegna di Gesù agli Apostoli, perché nessun uomo e nessuna donna debba sentirsi escluso dal dono del Pane della vita e dalla straordinarietà dell’incontro con Dio. L’Eucaristia è l’ultimo dono di Gesù, prima di affrontare la sua passione e morte. Le parole che consacrano il pane e il vino, ci anticipano questi grandi eventi; perché, nel pane e nel vino consacrati, c’è tutto Gesù! Non solo il Gesù conosciuto nella vita pubblica, ma anche il Gesù del Calvario, e il Gesù Risorto. Ecco il motivo della insistenza di Gesù, perché tutti attingano alla sorgente della salvezza. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue vivrà in eterno – Il Pane che io darò è la mia carne per la vita del modo”. E ancora: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue  rimane in me e io in lui – Chi mangia questo Pane vivrà in eterno e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”…  Sono solo alcune delle promesse di Gesù, per invogliare a non disertare l’Eucaristia. E’ il Pane che ci fa partecipare alla vita stessa di Dio.

     Nella Comunione infatti, Gesù ci assimila a sé; ci raccoglie nella sua vita. Scrive S. Agostino: “Quando vai a ricevere l’Eucaristia, tu rispondi AMEN. Ebbene, con l’AMEN, tu esprimi il tuo assenso di fede non solo nella presenza reale di Cristo nel segno del Pane, ma dici AMEN anche a ciò che tu sei e a ciò che tu diventi nutrendoti di quel Pane. Nell’Eucaristia tu ti nutri della vita del Figlio di Dio; tu accogli nella tua vita il Crocifisso Risorto”. Dunque, potremmo concludere, l’Eucaristia non può essere un cibo da ricevere solo una volta l’anno, a Pasqua. La Comunione frequente è una fonte inesauribile di vita e di grazia, che ci rende capaci di scelte coraggiose, non solo di martirio, ma di perdono e di condivisione , che ci fa costruttori di pace.

     Ci tornano preziose le parole di San Paolo: “Poiché c’è un solo Pane, noi – pur essendo molti – siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico Pane”. Gesù si è donato nell’Eucaristia per solo amore, per aiutarci a guarire dei nostri mali: le divisioni, i rancori, amori sbagliati, egoismi e violenze, ecc. Ecco allora un’altra domanda imbarazzante: Come mai, tanti cristiani si cibano dell’Eucaristia e poi se ne tornano a casa con nel cuore l’incapacità al cambiamento? Perché l’Eucaristia non ha portato guarigione e pace? Perché molti sposi vengono insieme a Messa, e l’incontro con il Signore non ha portato al reciproco perdono e alla pace?  E’ il momento di riflettere sull’invito di Mosè, che abbiamo ascoltato nella prima lettura: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per metterti alla prova”; e conclude: “Non dimenticare che nel deserto, ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri”.

     Dobbiamo purtroppo constatare che noi cerchiamo, a volte, non il pane buono; preferiamo un cibo che non nutre; lo cerchiamo solo perché ci attira, pur sapendo che ci farà stare male. Gesù chiede di essere mangiato per donarmi la sua vita. Ogni S. Messa diviene occasione per un buon rifornimento di vita, di pace, di festa; ecco perché l’invito non è legato alla sola domenica, ma anche ai giorni feriali, perché Dio Padre ci vuole figli gioiosi e in salute, nel corpo e nello spirito. Facciamo nostra la invocazione  già ascoltata: “Buon Pastore, vero Pane, nutrici, difendici, portaci ai beni eterni; conduci i tuoi fratelli alla tavola del Cielo, nella gioia dei tuoi santi”.  Amen.  Alleluia.