CORPUS  DOMINI  :  FESTA DELL’EUCARISTIA

 

     Ho celebrato da poco il 60° di sacerdozio e ho ripensato a tutte le Messe che ho celebrato in questi anni, in qualche occasione binando e trinando: ogni volta Gesù mi ripeteva: “Fate questo in memoria di me”! E ho provato a pensare a quante Messe sono state celebrate in tutto il mondo dopo la prima in assoluto celebrata da Gesù nel Cenacolo! Ho letto in una sacrestia un richiamo per il sacerdote celebrante: Celebra questa S. Messa come hai celebrato la tua prima Messa; celebrala come se fosse l’ultima; come se fosse l’unica che ti è dato di celebrare”. Ora invito ciascuno di voi a riferire a sé questa raccomandazione, per prendere coscienza di come viviamo la nostra Messa.

     Nella mentalità comune, i cattolici sono quelli che vanno a Messa la domenica; la Messa è l’incontro con il Risorto, che qualifica il cristiano. Sento dire talvolta: sono credente, ma non praticante; per dire: credo in Dio, ma non vado a Messa! Fratelli, è a tutti chiaro che l’Eucaristia è il cuore della vita cristiana. Gesù stesso, nella sua catechesi eucaristica di Cafarnao, aveva annunciato il dono di un Pane disceso dal cielo, con chiara allusione alla istituzione dell’Eucaristia; ecco le sue parole: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Gesù istituì l’Eucaristia durante l’ultima Cena; il sacro Rito terminò con un comando: “Fate questo in memoria di me”; il Pane, divenuto il Corpo del Signore, era infatti stato dato “per voi e per tutti!”!

     L’Eucaristia è il segno della Presenza di Gesù che aveva più volte promesso: “Io sono con voi tutti i giorni, sempre”. La festa di oggi ci pone davanti al dono più grande che Gesù offre all’uomo: E’ la festa per ricordare a noi credenti che il Signore non è da cercare nelle grandi manifestazioni; né abbiamo bisogno di ricorrere a qualche veggente per essere introdotti nell’intimità con Dio. L’Eucaristia è il modo diretto che Gesù ha scelto per restare per sempre in mezzo a noi. E’ una Presenza, satura di vita, capace di abitare tutte le nostre solitudini. Da oltre duemila anni, la Chiesa vive di Eucaristia: ne sono prova non solo i tanti Santi e Martiri, ma anche tutto il popolo di Dio, che vive nella quotidianità, o almeno nel Giorno del Signore, l’incontro con il Risorto.

     Nell’Eucaristia Cristo Risorto si fa presente per essere dono di vita e di coraggio per tutti; è una Presenza silenziosa. L’Ostia è silenzio! L’Ostia chiede silenzio! La linfa che passa dalla vite ai tralci scorre nel silenzio. L’amore tonifica nel silenzio. Chi riceve l’Eucaristia, rimane qualche tempo in silenzio. Il fedele, nel silenzio, gioisce perché si sente amato da Dio; è felice perché Dio ha scelto di abitare nel suo cuore. A questo punto nasce però una domanda: io so quali sono i doni che Gesù ha promesso a chi lo accoglie; ma io cosa offro all’Ospite, che è sceso dal cielo per me, per creare con me un rapporto di amicizia, per condividere momenti di gioia e di dolore; che mi ha promesso: “Noi – la Trinità – verremo a lui e ceneremo con lui”?

     L’Eucaristia riempie ogni solitudine; L’Eucaristia crea comunione con Dio e con tutti i credenti. Pensate: solo in Italia, sono circa dieci milioni che, ogni domenica, si muovono da casa, per ricevere la Comunione; sono dieci milioni che ricevono Gesù per farsi, a loro volta, “pane spezzato”; sono dieci milioni di fratelli, nelle cui vene scorre “il Sangue versato per voi e per tutti, in remissione dei peccati”. Ecco, fratelli, l’Eucaristia continua a scandire le giornate dei discepoli del Signore. Gesù è salito in cielo, ma con la promessa che non ci avrebbe lasciati soli. Lo troviamo infatti presente in tutti i Tabernacoli del mondo. E’ una presenza silenziosa, sempre in attesa di cuori a cui fare dono di vita, di amore, di speranza. Gesù ci ha lasciato l’Eucaristia per far giungere a tutti i frutti della sua Redenzione. Fratelli, ci succede mai, durante la giornata, di fermarci per dire GRAZIE?

 

      E’ stato detto: la Messa è lo specchio di una comunità cristiana! La nostra Messa che segno lascia al turista che si affaccia alle nostre chiese per vivere con noi il Giorno del Signore?  Forse, di chi è venuto a “sentire la Messa”? o – si spera - di chi è venuto a “incontrare il Signore” per fare rifornimento di vita e di misericordia?  Guardiamoci attorno e proviamo ad azzardare una risposta.  Amen.