CORPUS  DOMINI  -  A  :  EUCARISTIA – SORGENTE PERENNE DI VITA

 

     Come non è pensabile un fiume senza una propria sorgente che continuamente lo alimenta, così non è pensabile una vita spiritualmente sana e ricca, senza una alimentazione che quotidianamente fornisca gli ingredienti che la rendono bella e gioiosa. Grande! Grande il nostro Gesù! Ha voluto lasciarci il “suo Pane”, l’Eucaristia, per poter continuare a rimanere con noi, non solo con la sua Parola, ma anche con un cibo molto sostanzioso: il suo Corpo di Risorto. La Chiesa ha voluto questa festa del Corpus Domini per offrirci l’opportunità di ripensare al grande dono dell’Eucaristia.

     Fratelli, voi siete certamente fedeli alla Messa festiva; voi date così buon esempio in famiglia e a quanti conoscono questa vostra fedeltà. Ma anche per noi praticanti c’è un pericolo, o forse un ostacolo da rimuovere: è l’abitudine; cioè il pericolo di compiere gesti, anche importanti, come è la Messa, ma con noia, o per compiere un dovere, o comunque, senza che nulla cambi nella nostra vita. Ma, proviamo a immaginarci, presenti ora nel Cenacolo, quando Gesù, prese il pane, lo spezzò e ne diede a tutti i presenti, dicendo: “Prendete e mangiatene tutti; questo è il mio Corpo!” Pazzesco! Gesù ha trasferito il suo Corpo nel boccone di pane dato da mangiare ai suoi; e ha cambiato il vino nel suo Sangue perché tutti ne bevessero. Amici, è così anche oggi: il pane che anch’io, tra poco, consacrerò, diviene Gesù, vivo e vero! Il Gesù che è nato da Maria; il Gesù cresciuto a Nazaret; il Gesù che ha accettato di morire perché io avessi la vita; è lo stesso Gesù che è morto e risorto ed è apparso tante volte per dare a tutti la certezza della sua vittoria sul peccato e sulla morte. E così anche noi, oggi, domani, sempre, possiamo assumere nella Eucaristia la vita stessa di Dio, con la promessa di risurrezione di vita eterna.

     Ma ci pensiamo? Mangiare l’Eucaristia è nutrirsi di Dio; è accogliere e far scorrere nelle nostre vene la vita, la forza, la santità di Dio, il suo amore. Quando, nel deserto, Dio volle sfamare il suo popolo, fece trovare la manna, un cibo sconosciuto, piovuto dal Cielo. Gli Israeliti, meravigliati, si chiedevano: “Man hu?” – “che cos’è?”  Ma a noi, quando ci viene consegnata l’Ostia santa, non sono mai venuti i brividi? Abbiamo forse un vago ricordo della nostra Prima Comunione; ma poi di nessun’altra in particolare? Ecco, oggi, siamo invitati a non sciupare l’Eucaristia! Ogni volta, è per noi il “Pane vivo” che dà, trasmette vita, e vita eterna! Quell’Ostia è il mio Dio che mi ha cercato per stare con me, per fare comunione con me, perché mi ama di un amore eterno. Purtroppo, l’abitudine ci fa sminuire l’importanza anche delle cose grandi.

     Noi siamo soliti, nelle feste e in incontri importanti, scambiarci auguri e anche doni significativi. Nella Comunione, Gesù offre vita, speranza, amore, pace; noi di certo non abbiamo un gran che in cambio; abbiamo, di solito, solo peccati, tante delusioni, tanta povertà umana e spirituale, e anche tanta povertà di fede e di amore. Ebbene, fratelli, Gesù c ha lasciato la sua Presenza nell’Eucaristia proprio per coprire e per arricchire tutte le nostre povertà, per farci ricchi con i suoi doni. E’ tutta e solo questione d’amore! Solo per amore si è consegnato a noi; e continua a farlo, nonostante i nostri abbandoni e tradimenti. Gesù ha promesso di restare con noi, per sempre! Ha scelto di farlo nel modo più radicale: donandoci, come cibo e bevanda, il suo stesso Corpo e Sangue.

     Nella istituzione dell’Eucaristia, Gesù si è anche premurato di raccomandare agli Apostoli di continuare a ripetere il dono della sua Presenza: “Fate questo in memoria di me”. Il Signore si è fatto nostro cibo e chiede di essere mangiato. Dobbiamo allora ripensare a come partecipiamo alla Messa. Oggi, ci siamo venuti semplicemente per soddisfare un precetto, o nel desiderio di non perdere un appuntamento importante  con il nostro Dio? Questo è un incontro sempre speciale; il Signore voleva questo incontro per farci dono della sua vita, del suo amore, e perfino della sua divinità, per poterci proclamare, a tutti gli effetti, figli suoi; e così renderci eredi della promessa a noi riservata: una eternità beata, in Cielo, con Maria, i nostri cari, nella infinita Trinità.  Amen.  Alleluia.