CORPUS  DOMINI  :  GESU’ E’ VENUTO A SFAMARE

 

     Nella storia di tutti i popoli, il prendere cibo insieme costituisce uno degli atti più sacri della vita quotidiana. E’ così anche per noi, oggi. Le nostre famiglie – orari di lavoro permettendo – attendono la sera e la domenica per mettersi a tavola tutti insieme. E’ nei pasti “insieme” che la famiglia vive un momento fondante di dialogo e di condivisione, dove è ancora possibile sperimentare l’unità e il piacere del servizio reciproco. A suggerire questa introduzione sono le letture di oggi, solennità del CORPO E SANGUE DEL SIGNORE GESU’: La moltiplicazione dei pani e dei pesci, nel Vangelo; e l’Ultima Cena, nella seconda lettura. Al centro di entrambi i miracoli, c’è Gesù che, qui in particolare, si rivela come Colui che prova compassione  per l’uomo che cerca e che ha fame, e sazia il suo bisogno primordiale di vita: la fame!

     Ma in questi miracoli, vengono rivelate anche le modalità degli interventi di Dio: Dio interviene sempre e ovunque; ma cerca sempre la nostra solidarietà, e poi la nostra condivisione. Agli Apostoli che suggerivano di rimandare tutti a casa, a stomaco vuoto, per la concreta difficoltà di provvedere il cibo, Gesù replica con tono perentorio: “VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE”!  e AGLI Undici, dopo l’istituzione dell’Eucaristia, di nuovo Gesù chiede collaborazione, dicendo: “FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME”. Gesù si dona a noi con tutto se stesso; anzi, si fa nostro cibo, perché anche noi possiamo essere segno concreto del suo amore per tutti. E allora, fratelli miei, mi sorge una domanda: Come è possibile celebrare l’Eucaristia dove non esistono la giustizia, la pace e la solidarietà; dove ancora si muore di fame!  E ancora: com’è possibile accostarsi all’Eucaristia con nel cuore rancori, desideri di vendetta, offese mai perdonate!

     Le apparizioni del Risorto ci rivelano una costante: Gesù si manifesta e si fa riconoscere nello “spezzare  del pane”. Pensate all’avventura dei Discepoli di Emmaus: Gesù percorre con i due delusi e sconfortati molta strada; ma viene riconosciuto solo nello spezzare il pane! E, da notare: non in luogo sacro, e nemmeno durante la lunga camminata; viene invece riconosciuto mentre è seduto con loro attorno a un tavolo, in una locanda!  Un’altra costante negli interventi di Gesù è la “compassione” per ogni tipo di disagio e sofferenza. Gesù, al vedere tanta gente, venuta a cercarlo, provò compassione sapendo che erano lontani da casa, e senza alcuna provvista. Amici, Gesù anche oggi ci accoglie come siamo, con le nostre povertà e i nostri bisogni concreti; ci guarda con occhi di misericordia e prova compassione per le nostre sofferenze; e interviene. Però ripete anche a noi il dovere della condivisione: “DATE VOI STESSI DA MANGIARE!” cioè mettete fuori anche del vostro, non importa se è poco o tanto. In altre parole, Gesù chiede che condividiamo l’amore che Lui ha per noi.

     Amici e fratelli, con l’Eucaristia, Gesù ci assume nell’amore, perché lo esprimiamo nel servizio; chiede che diventiamo le sue mani, il suo cuore,la sua bocca. Gesù ci vuole simili a sé, per renderci capaci di donare speranza alle persone che anche noi incontriamo per via.  Ecco spiegato il valore e l’importanza della S. Messa. Non si viene a Messa né per dimostrare la propria fedeltà a un precetto, né tanto meno per “toglierci un pensiero”; si viene a Messa per incontrare il Signore e per ricevere il Pane del miracolo. Gesù ci attende per farci partecipi della sua passione e morte e risurrezione; si consegna a chi si accosta all’Eucaristia perché, tornando a casa, desidera accompagnarci, per restare anche Lui in famiglia. Con l’Eucaristia, Gesù non intende solo rispondere alle nostre personali necessità; ma anche ci associa e ci coinvolge; ci chiede di diventare anche noi “pane per gli altri”.

     La vera Eucaristia è trasmettere conforto e speranza; è guarire ferite profonde; è chinarsi sulle tante povertà, sulle sofferenze, sulla disperazione di tanti fratelli. Solo così ha senso la Messa che celebriamo. “Non bastano le mani giunte – suggeriva Mons. Tonino – bisogna anche rimboccarsi le maniche per il servizio” . Scrive l’evangelista Giovanni: “Gesù prese i pani, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla”. Oggi, Gesù si consegna a noi nella Comunione. E noi che ne facciamo?