Battesimo del Signore                            9.01.2011

 

Isaia 41,1-4.6-7

Atti degli Apostoli 10,4-38

Vangelo secondo Matteo 3,13-17

 

 

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

 

 

Spirito creatore

 

Ascoltando la narrazione del battesimo di Gesù, non si può fare a meno di riandare al racconto della creazione, come leggiamo nel libro della Genesi, e alle parole del profeta Isaia (prima lettura): “Ho posto il mio spirito su di lui… ti ho stabilito perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri…”.

C’è un filo comune che unisce l’evento della creazione e quello del battesimo di Gesù: lo Spirito di Dio che aleggia sulle acque primordiali e presiede alla creazione è lo stesso Spirito che scende “come colomba” su Gesù, immerso nelle acque del Giordano, per “consacrarlo”, cioè votarlo a compiere la missione delineata dal profeta Isaia.

L’evangelista Matteo vuole dunque suggerirci che il battesimo di Gesù è in realtà una nuova creazione.

Dalle acque del Giordano esce l’Uomo nuovo, l’Uomo abitato dallo Spirito di Dio, che è Spirito d’amore, di dono, di riconciliazione, di pace. È l’Uomo che vive in un nuovo rapporto con Dio, dal quale viene proclamato “Figlio amato”, e con gli altri uomini, di cui egli si riconosce fratello in tutto. È l’Uomo che si fa solidale con ogni uomo, specialmente con coloro che non riescono neppure ad alzare gli occhi al cielo, perché peccatori, e con i poveri, perché abbandonati a se stessi.

 Gesù, passando per le acque del Giordano, compie un gesto profetico: anticipa il Passaggio dalla propria morte alla risurrezione, la Pasqua, evento centrale della nostra redenzione e della nostra riconciliazione con Dio e con l’umanità intera. In quel passaggio, con Gesù eravamo anche tutti noi. Il nostro battesimo ha proprio questo significato, è il nostro ad essere immersi nella sua morte e risurrezione, affinché possiamo divenire anche noi creature nuove abitate dallo Spirito del Signore.

Pietro (seconda lettura) dice che “Dio consacrò in spirito e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro” che erano sotto il potere del male. “Consacrò”: lo mise, cioè, da parte perché si dedicasse totalmente alla missione di riconciliazione e di salvezza. Bene, essendo stati immersi nel battesimo di Gesù, anche su noi aleggia lo Spirito di Dio, anche noi siamo suoi figli, anche a noi si apre la prospettiva di orientare la nostra esistenza sulla falsariga di quella di Gesù. Perciò, la sua missione diventa di fatto la nostra stessa missione.

Cristiano, riconosci la tua dignità di figlio amato dal Padre, apri il tuo cuore al suo Spirito, sii forte di fonte al male, fai del bene e risana i tuoi fratelli. Non lasciarti spaventare dal clamore dei violenti, poiché il mondo ha bisogno di Cristo, allora come oggi e come domani, perciò ha bisogno di te – ma solo se tu hai lo stesso Spirito del Signore.

 

 

P. Carlo