BATTESIMO DEL SIGNORE  - B -   LO SPIRITO “SQUARCIA I CIELI”

 

     La festa del Battesimo del Signore, nei primi secoli, era la festa più importante, dopo la Pasqua; il motivo di tanta importanza era per sottolineare che la venuta di Gesù al Giordano segna l’inizio ufficiale della sua missione; non solo: lì, al Giordano, ci viene rivelata per la prima volta, in modo esplicito, la SS.ma TRINITA’. Infatti, qui, il Battista vede “squarciarsi i cieli” e lo Spirito discendere verso di Lui come una colomba”. Può sembrare strana l’espressione:“squarciare i cieli”; “squarcio” è sinonimo di “strappo”; è parola già ascoltata in Avvento, nella preghiera di Isaia che invocava così il dono del Messia: “Se tu, Signore,’squarciassi il cielo’ e scendessi”. Ebbene Giovanni ha notato questo squarcio, da dove è giunta una voce, quella del Padre, che presentava Gesù con parole di fuoco: “TU SEI IL FIGLIO MIO, L’AMATO”. L’evangelista Marco ha voluto qui presentare la vera identità di Gesù e la sua missione.

     Scocca qui, al Giordano, l’ora in cui Gesù è presentato ufficialmente ai discepoli del Battista, come il Messia atteso e che, proprio qui, inizia la sua missione, raccogliendo i suoi primi discepoli. Questo, al Giordano, è un incontro molto ricco di annunci e di utili accostamenti anche con il Sacramento del nostro Battesimo. A differenza di Gesù, che si è presentato a Giovanni, come Figlio di Dio, noi invece ci siamo accostati al Battesimo già con una triste eredità, il peccato originale! Al nostro Battesimo interviene, anche per noi, Dio nostro Padre il quale, con l’acqua irrorata dallo Spirito Santo, ci lava da ogni peccato, ci accoglie come suoi figli adottivi, e ci rende cittadini del Regno dei cieli. Anch’io, nel Battesimo, ho potuto riascoltare le belle parole rivolte a Gesù dal Padre: “questi è mio figlio, l’amato”!

     Nella lingua greca, usata dall’evangelista Giovanni, il verbo “battezzare” viene meglio inteso nel senso di  immergere”; quindi l’espressione liturgica: “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, significa: “Io ti immergo nella Trinità SS. Padre, Figlio e Spirito Santo”. Semplificando, noi, nel Battesimo,  veniamo accolti nella Trinità di Dio, ricevendo in noi la vita stessa di Dio. Fratelli, che grande giorno quello del nostro Battesimo! Sono ormai in tanti – soprattutto suore – che non festeggiano più l’anniversario della nascita, ma quello del Battesimo. Sarebbe bello, oggi, che l’intera famiglia potesse recarsi nella chiesa dove papà, o mamma, ha ricevuto il Battesimo, per una breve preghiera di lode e di ringraziamento per i tanti doni ricevuti, o anche solo per informarsi sulla data del proprio Battesimo.

     Ma oggi ci torna urgente anche una domanda, molto personale, che rivolgo a ciascuno di voi, per capire  se il Battesimo dei figli è stato chiesto solo per mantenere una tradizione di famiglia, con i contorni che conosciamo… o è stato voluto come un prezioso dono, da offrire ai propri figli, di entrare a fare parte della famiglia di Dio. Emerge ancora qualche altra domanda: Io, adulto, sono cosciente del dono del mio Battesimo? Nella mia vita e nella mia famiglia, mi sono impegnato a vivere nella fedeltà al Vangelo? Capisco l’amara constatazione del Card. Suenens quando affermava che “in Europa abbiamo ancora tanti battezzati, ma pochi cristiani”! Fratelli, in questa Santa Messa, esprimiamo gratitudine ai nostri genitori per averci donato il Battesimo; ed esprimiamo il nostro plauso e la promessa di fedeltà a Dio, nostro Padre, con le parole del

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Salmista: “Cantate inni al Signore, perché ha fatto per me cose eccelse”.  Amen

 

 

 

 

 

 

 

 

 come preparazione alla santa Confessione, per