DOMENICA DOPO EPIFANIA  -  B  :   GESU’ RICEVE IL BATTESIMO

 

     La festa del Battesimo del Signore – che celebriamo oggi – fa da cerniera tra il Tempo di Natale e l’inizio del Tempo Ordinario, che ci accompagnerà fino all’inizio della Quaresima.  L’episodio del Battesimo di Gesù fa parte delle manifestazioni, dette “teofaniche”, che riguardano particolari manifestazioni del Signore. Oggi infatti è intervenuta direttamente la voce del Padre per presentare il Figlio Gesù: “Tu sei il Figlio mio, l’amato, : in te ho posto il mio compiacimento”. Già riconosciuto e adorato dai pastori e poi dai Magi, Gesù viene oggi “consacrato” dallo Spirito Santo che discende su di lui, in forma di colomba, e ufficialmente  presentato come il Messia atteso, il Figlio prediletto del Padre, venuto ad abitare tra noi, per offrire a tutti salvezza.

     Dopo un prolungato silenzio di Dio, la sua Parola è torna a risuonare, al Giordano, dopo che, per secoli, la preghiera dei Profeti continuava a invocare il compimento delle promesse di Dio. Leggiamo in Isaia: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!”. La scena, riferita dall’evangelista Marco, dice che il grido accorato dell’uomo in cerca di salvezza, è stato ascoltato. La narrazione di Marco ha messo a fuoco  il mistero della Incarnazione del Figlio di Dio: Il Gesù, presene al fiume Giordano, è dichiarato “IL FIGLIO MIO, L’AMATO”; ma anche IL FIGLIO “DATO AL MONDO”, poiché troviamo Gesù in fila con i peccatori, solidale con loro, nella ricerca di perdono e di salvezza. Gesù ha ormai lasciato la Famiglia santa di Nazaret ed è giunto al Giordano per confondersi con i peccatori che attendevano il Battesimo di penitenza dal Battista; è a questo punto che si ode venire dall’alto la voce solenne del Padre che garantisce l’identità di Gesù e ne consacra la Missione: “TU SEI IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN TE HO POSTO IL MIO COMPIACIMENTO”.

     Questa testimonianza del Padre sollecita anche una mia riflessione sulla fede. Oggi, sento rivolta personalmente a me questa dichiarazione del Padre; quanto ne sono convinto? Se davvero sento rivolta a me questa affermazione del Padre, le mie scelte di vita possono essere definite “di compiacimento”? E’ interessante notare che il Vangelo di Marco è racchiuso tra due solenni testimonianze: All’inizio del Vangelo troviamo la testimonianza di Giovanni Battista; al termine, quella del Centurione, il quale, commentando la morte di Gesù, proclama: “VERAMENTE COSTUI ERA FIGLIO DI DIO!”. La fede solitamente ha inizio da una testimonianza; è fede vissuta quando l’accoglienza si fa testimonianza.

     “CREDERE” è mettersi in ascolto della Parola di Dio, accoglierla nella propria vita e riconoscerla come dono della sua sovrana libertà, perché - afferma Gesù – “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie”. Oggi mi è chiesto di professare con gioia che Gesù è il Figlio prediletto di Dio e che il Vangelo mi esprime l’amore e la misericordia di Dio, perché, a mia volta, anch’io mi rispecchi nel Gesù del Vangelo. Noi credenti siamo chiamati a vivere il nostro CREDO nella nostra vita, privata e pubblica, nei momenti lieti e in quelli tristi, sempre! L’odierna “manifestazione” del Signore Gesù dovrebbe continuare, nel tempo, attraverso la testimonianza di tutti i battezzati. Ognuno di noi dovrebbe poter confermare, con la vita, la confessione del Battista: “Io ho visto e rendo testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.  Mi piace terminare con l’invito che abbiamo ascoltato nella prima lettura: “Cercate il Signore, mentre si fa trovare; invocatelo., mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona”.  Amen.