BATTESIMO DEL SIGNORE – C : IL CIELO SI APRE NEL DESERTO !

 

      Sono trascorsi pochi giorni dalla partenza dei Magi e già ci troviamo davanti un Gesù trentenne, che è in cammino per incontrare il Battista al Giordano. Il Vangelo ascoltato offre alla nostra attenzione il Battesimo del Signore; per noi è l’ultima festa del ciclo natalizio: la nostra attenzione, d’ora in poi, sarà rivolta al Gesù ormai adulto.  Dei trent’anni trascorsi in famiglia, a Nazaret, non una parola, se non che Gesù cresceva in età, sapienza e grazia. A noi verrebbe da dire: peccato! Quante cose belle raccontano gli Apocrifi… che gli Evangelisti non hanno raccolto! Ma noi sappiamo che anche questo silenzio fa scuola; non possiamo assolutamente pensare che la “quotidianità” di Nazaret sia da considerarsi tempo non importante,  o peggio, tempo perso. Gesù ha voluto far sua, e impreziosirla, anche la nostra quotidianità; perché, agli occhi di Dio, diviene prezioso tutto ciò che facciamo con amore, in spirito di servizio, e in obbedienza al Padre. A darcene conferma è l’episodio narrato oggi dall’evangelista Luca: Gesù, alla sua prima uscita pubblica, è in fila con quanti cercavano dal Battista un segno, una parola, per il perdono dei peccati: è il Gesù solidale con l’uomo peccatore; è il Gesù che si reca al Giordano per santificarne le acque, per il nuovo Battesimo. Gesù è in fila con gli uomini che cercano perdono e salvezza; attende in silenzio il suo turno per incontrare il Battista, il Battezzatore. Ecco, amici, come si svela il nostro Dio: confuso tra i peccatori, in attesa di rivelare il Regno e la misericordia del Padre: E’ meravigliosa questa solidarietà di Gesù con il suo popolo, con gli iultimi, con chi cerca salvezza.

     Fa scuola anche il luogo scelto da Gesù per la sua prima uscita: il deserto e il silenzio del deserto. “il silenzio e il deserto – ha scritto don Santoro – sono il grembo di Dio”. Qui, l’uomo è liberato dal clamore e dall’odio, dall’intolleranza e dai deliri di onnipotenza; nel deserto, l’uomo si fa umile ed essenziale e si apre naturalmente al mistero di Dio: Infatti tutte le religioni monoteiste hanno le loro origini dal silenzio e dal deserto. Nella pagina ascoltata, Giovanni riconosce in Gesù colui al quale non si riteneva degno neppure di sciogliere il legaccio dei sandali. Ed è qui, nel silenzio, nel deserto, che il Padre presenta ufficialmente il Figlio. Qui, nel silenzio e nel deserto, si apre il Cielo e scende su Gesù lo Spirito Santo, mentre una voce dal Cielo annuncia:” Tu sei il Figlio mio, l’Amato; in te ho posto il mio compiacimento”.  Il Padre svela qui la missione di Gesù e la sua vera identità.

     Questa rivelazione diviene un messaggio forte per tutti noi che abbiamo ricevuto il Battesimo nel nome della SS. Trinità. Anche ciascuno di noi, nel Battesimo, è stato proclamato “figlio, amato da Dio”! Il Battesimo non è stato un rito scaramantico, nè un portafortuna. No.  E’ stato invece un seme divino seminato nella nostra vita; quindi un seme da accogliere e da coltivare! O, se vogliamo, è stato la “posa della prima pietra” , su cui costruire poi l’edificio di una vita nuova.  Il nostro Battesimo è la vita di Cristo innestata sulla nostra vita, già deturpata dalla presenza del peccato. Con il Battesimo, ciascuno di noi è perciò entrato a far parte  anche della Comunità cristiana, la Chiesa.

     Quando, in una famiglia, arriva una nuova creatura, c’è festa e gioia grande; papà e mamma scelgono il nome che esprima una continuità in famiglia, e che risponda ai tanti sogni balenati nel tempo della gestazione. Poi, sappiamo come vanno le cose: man mano che il bimbo cresce, sogni e speranze  spesso falliscono e anche la gioia dell’arrivo svanisce. Ma, amici, il dono del Battesimo non è un “sogno”! E’ una realtà, e realtà molto ricca! Perché è nel Battesimo che diveniamo “figli di Dio”! “e lo siamo realmente” – insiste S. Giovanni. E vi pare poco essere entrati a far parte della famiglia di Dio?! Il Card. Suenens lamentava che purtroppo abbiamo, sì, molti battezzati, ma troppo pochi cristiani”: è proprio così!

     Ecco allora, motivata la festa odierna del Battesimo del Signore: ci offre l’opportunità di ripensare al nostro Battesimo, all’onore e alle responsabilità che ne derivano.  Basterebbe pensare alle parole dette dal Padre  su Gesù. Sono parole che il Padre ha proclamato anche su ciascuno di noi, nel nostro Battesimo: “TU SEI FIGLIUO MIO, L’AMATO”! Dio si è compiaciuto per me, perché ha visto in me  il suo capolavoro, al punto che mi ha chiesto di essere santo come lo è il Padre celeste. Portiamo, oggi, questo progetto di Dio nella preghiera, già proclamata all’inizio: “O Padre d’immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, concedi a noi, che oggi celebriamo il mistero del suo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace”. Amen,