A S C E N S I O N E  -  C   :   MENTRE LI BENEDICEVA, SI STACCO’ DA LORO

 

     Celebriamo oggi l’Ascensione al Cielo di Gesù. Nel Vangelo di Luca, Gesù raccoglie gli Apostoli e li porta fuori città, verso Betania; dopo aver dato loro le ultime raccomandazioni, con gesto benedicente, “si staccò da loro e veniva portato su, in Cielo”. E’ la pagina che conclude  il Vangelo di Luca. Luca descrive l’Ascensione come un distacco, come una partenza verso l’alto; Gesù si sottrae così alla vista dei presenti, ma non senza aver prima annunciato che continuerà ad essere presente in chi l’accoglierà nel suo cuore: sarà una presenza nuova, da accogliere nella fede, con il supporto delle Scritture, nell’ascolto della Parola e, più ancora, nella presenza eucaristica. La festa dell’Ascensione non è dunque solo la celebrazione di Gesù che sale in Cielo; è anche la festa della Chiesa che – con il mandato agli Undici di andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo – si sente essa stessa inviata a continuare la stessa missione di Gesù. Ecco perché la Chiesa nasce missionaria. E’ Gesù che invia: “ANDATE – PREDICATE – BATTEZZATE – CHI CREDERA  SARA’ SALVATO”. E aggiunge Gesù: “Di questo voi siete testimoni”.

     E, da subito, gli Apostoli, e poi anche i discepoli, si fanno annunciatori di Gesù Crocifisso e Risorto. Annunciare Gesù Crocifisso significava annunciare un Dio che accoglie, perdona e salva. Avevano quindi appreso bene l’insegnamento di Gesù e il valore salvifico della Croce. Il loro coraggio nell’affrontare disagi e persecuzioni veniva dal sapersi  testimoni”, cioè presenti ai fatti che annunciavano. I più subirono il martirio per restare “testimoni” fino alla morte. La nostra fede continua a esprimersi sulla loro testimonianza. Diciamo però che, parlando di fede, la testimonianza assume altre dimensioni: non soltanto chi ha constatato di persona, ma anche chi afferma coraggiosamente una verità in cui crede ed è pronto ad affermarla anche dando la vita. Ma la testimonianza di chi è vissuto con Gesù rimane comunque  il fondamento della fede: è su questa fede che l’annuncio è giunto fino a noi, in ogni angolo del mondo; è per questa fede che i nostri genitori hanno chiesto per noi il Battesimo.

     Il nostro tempo è purtroppo caratterizzato da un forte calo di annuncio del Vangelo, dovuto in parte dal calo delle Vocazioni al sacerdozio, ma soprattutto da una società che rifiuta Dio e la Chiesa e anche dallo sfascio della famiglia. OGGI Gesù rinnova per noi le parole che abbiamo ascoltato nel saluto: “Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura; battezzate… Chi crederà sarà salvato”.  E’ il mandato per cui la Chiesa si scopre missionaria e prende coscienza che proprio l’annuncio è parte essenziale della sua vocazione.

     Gesù, con l’Ascensione non è fuggito da noi; aveva promesso che avrebbe inviato il suo Spirito: è lo Spirito che rinnova la sua presenza in ognuno di noi. Una presenza che rinnova ogni giorno per noi la Benedizione data oggi nel momento in cui si sottraeva agli occhi dei presenti. Scrive Luca: “Gesù, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro”. E’ la benedizione che ogni genitore dovrebbe ripetere ogni giorno, mattino e sera, ai suoi figli. E’ la benedizione che il sacerdote traccia sui bambini che ricevono il Battesimo; un segno sulla fronte che ciascuno si porterà, come distintivo, fino alla morte. Anche la S. Messa termina sempre con la benedizione e l’augurio di pace.

     Fratelli, ogni domenica siamo attesi alla Messa per crescere nella fede e nella speranza, con l’ascolto della Parola di Dio e con l’Eucaristia. Potessimo anche noi far ritorno a casa con la gioia nel cuore perché abbiamo incontrato il Risorto che ci attendeva per rinnovare anche per noi il dono della pace e della sua benedizione. Ci lasciamo con le parole di Gesù, che troviamo in Matteo: “Andate e fate discepoli tutti i popoli: Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Grazie Signore Gesù.  Amen.