ASCENSIONE DEL SIGNORE  -  B  -  IL CIELO E’ ANCHE LA NOSTRA META

 

     L’Ascensione non è un giorno di pianti e di sospiri; è invece una festa di traguardi importanti, “da gran premio”, come si usa dire nelle gare ciclistiche; e anche di ripartenza per altri nuovi traguardi. Il primo traguardo è il Cielo, dove Gesù è accolto con grande tripudio, e posto in trono, alla destra del Padre. Gesù è salito in Cielo non solo come Figlio del Padre, ma anche come “Figlio dell’uomo”, nato nel tempo, come uomo, dal grembo di Maria: è il Gesù, Uomo e Dio, a cui il Padre aveva chiesto di farsi dono per la salvezza di una umanità – la nostra – sprofondata nell’abisso del peccato e della morte, ormai incapace di risalire la china, per recuperare quella nativa dignità, sciupata con l’essersi allontanata da Dio. Facendo memoria della poesia “Il Natale” del Manzoni – Gesù è sceso nel fondo dell’abisso, per raccogliere l’uomo e riportarlo alle altezze della sua originale grandezza e dignità.

     Gesù è voluto nascere dalla Vergine Madre, per crescere tra noi come uomo, per prendere su di sé tutto il male, tutti i peccati, tutte le ingiustizie e violenze, tutte le sofferenze, e portare tutto il male sulla croce. E noi abbiamo conosciuto sul Calvario l’infinita misericordia del Padre, che ha di nuovo offerto all’uomo la corsia preferenziale per accedere al Cielo. La festa dell’Ascensione ci ricorda inoltre che Gesù ha portato nella gloria anche il suo corpo, nato da Donna, e che quindi vi è entrato con un’anteprima della nostra umanità: il suo corpo, segnato dalle ferite dei chiodi e della lancia.

     Gesù è venuto per farci conoscere l’amore di Dio per noi e a dichiarare che il Padre non ci vuole come servi, ma come figli! E noi, che strade abbiamo imboccato nella vita? Quella che porta a salvezza, o abbiamo preferito abitare, comodi, all’ombra del peccato e del male? Gesù ha certamente previsto che tanti di noi avrebbero avuto bisogno di risalire la china del male; perciò lasciò alla Chiesa  il Sacramento del perdono; e istituì l’Eucaristia per offrire il Pane della vita, perché nessuno dovesse soccombere lungo il cammino.  All’annuncio della partenza del loro Maestro, gli Apostoli manifestarono disagio e tristezza. Ma ecco le parole di conforto di Gesù: “Non sia turbato il vostro cuore – Non vi lascerò orfani – Vado e tornerò da voi – Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

     Per San Francesco, Dio è presente come sorgente di vita e di bellezza, non solo in ogni uomo e donna, ma anche in ogni manifestazione di bellezza e di bontà; ci parlano di Dio il sole, la luna,le stelle, l’acqua, il fuoco, un fiore, un bruco: tutti segni dell’amore di Dio che ha preparato per noi un mondo di solo cose buone.                           Ma volevo soffermarmi, qualche minuto ancora, anche su un’altra partenza, legata alla festa dell’Ascensione: Gesù, prima di iniziare la salita verso l’alto, aveva passato le consegne della futura sua comunità a Pietro e agli Apostoli: “Andate in tutto il mondo, annunciate a ogni creatura il Vangelo della salvezza; battezzate tutti. Chi crederà sarà salvato”. Ecco perché la festa dell’Ascensione è giorno di grandi partenze: di Gesù verso il Cielo e degli Apostoli per le strade del mondo.

     Interessante è anche il luogo da cui partire: La Galilea, terra di confine, crocevia di popoli. La missione parte da lì, per invitare a oltrepassare i propri confini, per raggiungere il mondo intero. E chiudo con un particolare, riferito negli Atti: Una nube sottrasse Gesù dalla vista degli Apostoli; ma questi , nella speranza di poterlo vedere ancora un po’, erano rimasti con gli occhi fissi in alto, incapaci di rassegnarsi al distacco. Ma ecco che due Angeli giungono per riportare gli Undici alla nuova realtà: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?”. Un richiamo per gli Undici, perché la loro attenzione ritornasse al nostro mondo, alle strade che ormai dovevano percorrere per portare a tutti il Vangelo. Fratelli, Gesù non è in fuga da noi! Gesù ha scelto di rimanere con noi in modo diverso da com’era prima della morte. E, per dare dei segni precisi e concreti di riconoscimento, Gesù stesso vi ha provveduto: L’Eucaristia – il Vangelo – i Sacramenti – la madre Chiesa – ogni uomo e donna, creati a “immagine e somiglianza di Dio”, con particolare amore per quanti vivono ai margini della società, o – come dice Papa Francesco – nelle “periferie del mondo”, perché  i poveri – dice ancora Papa Francesco - sono “carne di Cristo”!  Amen.