ASCENSIONE DEL SIGNORE  -  C  :  GESU’  CI  AFFIDA  LA  CHIESA

 

     E’ San Luca la nostra guida liturgica, oggi. Luca chiude il suo Vangelo con Gesù che sale in cielo, dopo aver affidato agli Undici la missione di predicare a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati. Ed è ancora San Luca che apre gli Atti con un solenne mandato agli apostoli – e che sarà per la Chiesa: “Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”. Per Luca, l’Ascensione  è un salire di Gesù al Padre; ma è anche un distacco, una partenza da noi. Gesù cessa la sua presenza visibile e promette una presenza nuova, invisibile; una presenza da cogliere nella fede; è la presenza che è divenuta familiare a ogni discepolo che crede nella Parola del Signore. Il credente sa che il Signore è presente nella Parola rivelata, nell’Eucaristia, ma anche nella fraternità ecclesiale, cioè in ogni uomo, con particolare sottolineatura, nei poveri, nei sofferenti e perseguitati.

     Ma è importante per noi, oggi, che cogliamo il senso delle ultime parole di Gesù, che inviano gli apostoli a predicare in tutto il mondo la conversione e il perdono. Si deduce che l’ultima e la più urgente volontà di Gesù, espressa prima di far ritorno al Padre, era di investire gli apostoli e la Chiesa nel farsi missionari del Vangelo della misericordia e della salvezza, per far passare la bella notizia che Gesù Crocifisso non è segno di sconfitta, ma di vittoria, dell’amore che vince il peccato e la stessa morte; e proclamare che l’amore di Dio è più grande del nostro peccato. Annunciare la Croce significa annunciare un Dio che perdona e salva.

     Dio oggi ci invia di nuovo nel mondo per annunciare la sua misericordia. E noi, come viviamo questa missione? Tutti dobbiamo sentirci inviati per questo annuncio; non solo Vescovi, preti e missionari; ma direi con più forza, voi genitori, dichiarati dal Concilio “primi e più importanti catechisti” dei vostri figli. Fratelli, la prima e più forte preoccupazione della Chiesa è che ogni uomo possa incontrare Gesù. La Chiesa si riscopre oggi “missionaria” perché avverte che l’annuncio è parte essenziale della sua vocazione.

     Gesù, con l’Ascensione, non è fuggito dal mondo , perché – come aveva promesso – resterà  sempre con noi, anche se in modo nuovo, da “risorto”; cammina con noi, come ha camminato il giorno di Pasqua con i discepoli di Emmaus. E vorrei che non ci sfuggisse un particolare, riportato nel Vangelo ascoltato, dove è detto che Gesù “li condusse fuori e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo”. E’ stata questa l’ultima immagine di Gesù che gli apostoli si sono portati negli occhi e nel cuore mentre facevano ritorno a Gerusalemme: il Gesù che saluta benedicendo! Quella benedizione è stata l’ultima parola di Gesù, “ultima”, con valore quindi di testamento; ultima per chi aveva seguito il Maestro per tre anni; ma per noi, venuti dopo, è il gesto d’amore di chi, salendo in cielo, ha voluto lasciarci un prezioso messaggio: che siamo tutti figli amati e benedetti dal Padre; che la nostra vita nasce, cresce e si spegne nella benedizione di Dio.

     Fratello, tu che godi buona salute, loda il Signore, perché sei nella sua benedizione; e anche tu, fratello, che stai soffrendo e forse stai maledicendo la vita, sappi che anche tu sei amato e benedetto da Dio. Ecco il motivo che spiega il ritorno degli apostoli, “con grande gioia”. Anche la santa Messa termina sempre con la benedizione e un invito a far ritorno a casa, nella pace del Signore. Non è solo un augurio; è piuttosto un rinnovare il mandato di Gesù: “Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria e fino ai confini della terra”. Fratelli, ogni domenica siamo invitati a partecipare alla Messa, per ricaricare la nostra fede con la Parola di Dio e con l’Eucaristia, per poi uscire anche noi dal nostro Cenacolo ad annunciare, con la parola e con la vita, la bella notizia: che il Signore è vivo, ed è in mezzo a noi; e che ora tocca a noi l’onore e l’onere di costruire il Regno di Dio. Il “sogno” di Dio è di trasformare la famiglia umana in Famiglia di Dio. E per questo traguardo, ha voluto noi come protagonisti con Lui! “Mi sarete testimoni…” – sono le ultime parole di Gesù, per noi.   Amen.  Alleluia.