ASCENSIONE DEL SIGNORE :  PARTONO I PRIMI MISSIONARI

 

     Sono ormai trascorsi quaranta giorni dalla Pasqua: è stato, questo, un tempo molto prezioso per la prima comunità apostolica e per la Chiesa di ogni tempo. Il Risorto, apparendo più volte, ha voluto anzitutto consolare i suoi donando la sua “nuova presenza” e la sua pace; ha infatti reso familiare la presenza del suo corpo glorificato. Poi ha di nuovo assicurato che sarebbe rimasto con loro tutti i giorni, sino alla fine del mondo. Per questi motivi, apparendo, Gesù si premurava di mostrare le ferite della sua passione, di farsi toccare, per non essere confuso con un fantasma; voleva essere ancora il loro “Signore” e il loro “Maestro”, come era chiamato mentre stava con loro, prima della sua passione e morte. Nell’ultimo incontro, avvenuto sulle rive del lago, Gesù aveva rinnovato a Pietro la sua totale fiducia e gli aveva di nuovo affidato la Chiesa: “Pasci le mie pecore”!

     La pagina di Luca, ora ascoltata, narra l’ultima convocazione degli Undici. Gesù di nuovo promette che invierà loro “Colui che il Padre mio ha promesso”, cioè lo Spirito Santo, e chiede di non allontanarsi da Gerusalemme finchè non sia compiuta la promessa. Ma ascoltiamo ancora insieme le poche righe che concludono il Vangelo di Luca: “Poi li condusse fuori, verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo”. Qui, Luca ha voluto raccogliere  i ricordi più belli degli ultimi momenti trascorsi insieme con il Maestro: Gesù è ricordato come “Colui che conduce fuori”; come Colui che cammina “avanti”; come Colui che, nonostante tutto, si fida degli uomini, riconsegnando a Pietro la Chiesa, e consegnado agli Undici la missione di portare il Vangelo in tutto il mondo. In questo senso, l’Ascensione segna l’inizio della Chiesa, l’avvio di una nuova avventura che vede tutti noi protagonisti di una nuova storia.

     Poi, all’immagine del Pastore che “conduce”, si sovrappone quella del Signore che benedice: “Alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro…”: Dunque i primi missionari del Vangelo si muovono con la gioia e la forza di una speciale benedizione del Signore. Quella benedizione è rimasta nel loro ricordo come un testamento; una benedizione consegnata ai primi evangelizzatori perché, nel tempo, potesse giungere fino a noi: anche ognuno di noi, oggi, si sente “benedetto” dal Signore. E’ una benedizione data dall’alto perché potesse ricadere “a pioggia” su tutta la terra, un segno d’amore della SS.ma Trinità. “Nel mio nome – aggiunge Gesù – saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati”; e - aggiunge Marco - “nel mio nome, scacceranno demoni, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.  Gli Undici hanno creduto alle parole di Gesù e ovunque hanno sperimentato la forza della presenza e della potenza  del suo Nome; ovunque sono stati testimoni del suo amore.

     Oggi, la Chiesa che Gesù invia siamo noi! Noi con Papa Francesco e con tutti voi , laici cristiani. Forti della speciale benedizione di Gesù che sale in cielo, noi, missionari del nostro tempo, sappiamo che il Signore è da cercare, d’ora in poi, nell’uomo, in ogni uomo. Il nuovo tempio di Dio è l’uomo vivente! La festa dell’Ascensione ricorda ancora alla Chiesa che Gesù l’ha voluta “missionaria”; l’annuncio del Vangelo è parte integrante della sua vocazione; la Chiesa esiste per annunciare Gesù, unico Salvatore dell’uomo. E allora diciamo che non possiamo definirci cristiani solo perché preghiamo insieme, o perché partecipiamo agli incontri in parrocchia. Come insegna Papa Francesco, dobbiamo uscire per incontrare l’uomo che è in ricerca, l’uomo delle periferie, l’uomo che vive l’angoscia, la paura, la disperazione. Il Signore ha promesso: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino ala fine del mondo”(Mt 28,20). Tocca a noi ora annunciare la sua presenza e la sua misericordia.

     Con l’Ascensione, Gesù non è fuggito dal mondo; Egli continua a camminare con la sua Chiesa. E’ iniziata anche per noi l’avventura di essere protagonisti e missionari della bella Notizia, di nuova Speranza, quella proclamata nella prima preghiera: “Nel Figlio asceso al Cielo, la nostra umanità è innalzata accanto a te; e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro Capo, nella gloria”. Amen.