GIOVANNI FRANCESCO MENEGATTI

 

 

 

BRANI DI STORIA

SULLA PRESENZA

A FERRARA

DEI RELIGIOSI DI

S. FRANCESCO

E DEL TERZO ORDINE

FRANCESCANO

 

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I CONVENTUALI

GLI OSSERVANTI

I CAPPUCCINI

 

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Notizie estratte dall’opera di P. Teodosio Lombardi

con aggiornamenti all’anno 2008

 

 


PREMESSA

 

P.Teodosio Lombardi O.F.M. è nato a Bellaria di Rimini il 31 ottobre 1919 ed è entrato nell’Ordine Francescano a 12 anni. Si è licenziato in Teologia a Roma ed è diventato segretario nazionale della Gioventù Francescana e Direttore dell’Orfanotrofio di S. Antonio.  E’ stato pure Visitatore Generale ed ha dedicato gran parte del suo tempo per ricerche storiche.

La “ storia “ dei francescani a Ferrara è maturata quando l’autore si è trasferito nella città, fra il 1970 ed il 1985, presso il Convento dei Frati Minori di S. Spirito e l’ha redatta in cinque volumi. Inoltre, P. Teodosio, fra le sue attività religiose, ha assunto l’incarico di Assistente della Fraternità locale dell’Ordine Francescano Secolare, ovvero degli appartenenti a quello che era stato il “Terzo Ordine” fondato da S. Francesco. Il Padre francescano si è spento a Bologna il 19 novembre 1991.

Nel primo volume – finito di stampare nel 1974 presso le “Grafiche Dehoniane” di Bologna – possiamo leggere, all’inizio, una illuminante introduzione generale alla sua opera.

Ciò premesso, mi accingo a trattare della presenza a Ferrara dei religiosi francescani e degli affiliati del Terzo Ordine, riportandone un riassunto storico, estratto dai primi tre volumi di P. Teodosio, a cui ho aggiunto alcuni brevi commenti e particolari notizie.

G. F. Menegatti

 

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INTRODUZIONE

 

La storia dei francescani, nella città di Ferrara, si è evoluta con una presenza lunga sette secoli ed ha sempre mantenuto il carattere di una testimonianza viva ed operante, secondo l’ideale del fondatore San Francesco d’Assisi, che ebbe il sostegno e la guida della Chiesa ed ebbe il suo codice di vita, umile e povera, nel Vangelo di Gesù Cristo.

Ricordiamo che S. Francesco istituì tre Ordini d’ispirazione e di spiritualità evangeliche.

Il PRIMO ORDINE, dei suoi frati, a cui dettò due regole: la “Prima Regola“, del 1221, confermata dal Papa Innocenzo III, senza bolla e la “Regola Bollata”, approvata dal Papa Onorio III con la Bolla “Solet annuere del 29 novembre 1223.

Il SECONDO ORDINE, delle Sorelle Clarisse, ovvero l’Ordine delle Sorelle Povere di San Damiano, dotato della “Regola di S. Chiara”, che fu approvata dalla Sede Apostolica nella persona del Papa Innocenzo IV, il 9 agosto 1253.

Il TERZO ORDINE dei fratelli della Penitenza, anche sposati, per i quali S. Francesco dettò la Regola detta Memoriale o “Propositum”, promulgata dal Papa Onorio III il 20 maggio 1221; definito poi Ordine Francescano Secolare con la nuova Regola approvata dal Papa Paolo VI il 24 giugno 1978.

A Ferrara, come altrove, il movimento francescano si accompagna ai momenti più impegnativi e più salienti della vita cittadina, quivi dominata prima dagli  Estensi  e  poi  dai  Legati  Pontifici,  dando un

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apporto notevole di opere e di istituzioni che, tramontate  oppure  ancora  esistenti,   testimoniano

una missione a carattere popolare.- Detta missione, iniziata nel 1227, si può dire che permane ancora autentica e provvidenziale, sia che venga espressa in termini di cultura, sia che si traduca in iniziative a carattere apostolico ed assistenziale.

Nella città, i francescani realizzarono importanti edificazioni, per le loro Chiese e per gli annessi Conventi e, dopo l’edificazione della prima Chiesa gotica francescana, cioè l’Oratorio della Concezione, fecero costruire, accanto all’Oratorio,  il magnifico Tempio di S. Francesco dei Padri Conventuali, con il relativo Convento; quindi la Chiesa ed il Convento di S. Spirito dei Minori Osservanti ed infine, la Chiesa ed il Convento di San Maurelio dei Padri Cappuccini:- tre ramificazioni della medesima famiglia francescana, tre punti di irradiazione dello stesso messaggio evangelico, tre Chiese che richiamarono numerosi fedeli, tra cui si distinsero gli appartenenti al Terzo Ordine Francescano.

Inoltre, quali oasi di preghiera e di pace, la città vide sorgere i quattro monasteri delle Suore Clarisse: il primo, quello di S. Guglielmo nel 1251 e, in seguito, quelli del Corpus Domini nel 1432, di S. Bernardino, fondato dalla duchessa Lucrezia Borgia nel 1510 e, infine, di S. Chiara, delle Monache Cappuccine, che vi entrarono nel 1646; “quivi, presero il velo e si consacrarono    al    Signore   ragazze   del   popolo,

 

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nobildonne dell’aristocrazia e principesse della casa degli Este, dei Pio di Carpi, dei Bentivoglio di Bologna, dei  Gonzaga di Mantova, degli Ordelaffi di Forlì, dei Malatesta di Rimini.

Unitamente ai Monasteri, vanno ricordati gli Oratori e le Confraternite dell’Immacolata Concezione, di S. Sebastiano, di S. Erasmo, di S. Lodovico, delle Stimmate e la Chiesa di S. Apollonia dei Terziari Regolari di S. Francesco.- Numerose sono pure state le Compagnie o le Pie Unioni nell’ambito delle Chiese di S. Francesco, di S. Spirito e di S. Maurelio.

Le tre Chiese, sopra indicate, furono sempre arricchite della presenza degli appartenenti, maschili e femminili, prima al Terzo Ordine e poi all’Ordine Francescano Secolare e, ciò, fino a pochi anni or sono, perché, nel 2005 è stato chiuso il Convento di S. Maurelio, con il definitivo trasferimento, a Parma, dell’ultimo Padre O.F.M. Cappuccino, Pier Giovanni Fabbri ed è stata anche decisa la chiusura del Convento di S. Spirito, da attuarsi nel prossimo anno 2009, con il trasferimento degli ultimi Padri O.F.M. e, cioè, del Parroco Giovanni Di Maria, di Carlo Dallari, di Guido Artioli e di fr. Bonfiglio Sassi.-  A Ferrara rimarrà, pertanto, l’unica presenza dei Padri O.F.M. Conventuali presso il Convento di S. Francesco.

 

 

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I PRIMI FRANCESCANI A FERRARA

 

Non è possibile fissare, con un dato storico definitivo, l’anno in cui i francescani giunsero nella città di Ferrara.- Tale difficoltà non si deve attribuire solamente alla scomparsa di antichi documenti, ma altresì alla vita dei discepoli di S. Francesco:- il loro apostolato veniva espresso con uno stile che rifuggiva da ogni abitazione stabile.

I frati, ovunque andavano, si affidavano alla carità ed alla cortese ospitalità dei fedeli; fidenti nella divina provvidenza, essi accettavano soltanto dei luoghi ove costruivano delle rudimentali capanne, senza chiedere alcun possesso o vincolo di proprietà.- Dalle “Fonti” risulta chiaramente che questi uomini, umili e coraggiosi, ma soprattutto ricolmi di fede spirituale, con la loro presenza e con l’ispirata predicazione, cambiarono la mentalità e le vicende di molta popolazione.

A Ferrara, la presenza dei religiosi francescani viene fatta risalire all’anno 1227, mentre è stato accertato che, nel 1228, è avvenuto il soggiorno di S. Antonio da Padova in una piccola stanza situata fra via del Pozzo e via Terranova, a lui concessa da ignoti fedeli.

Poi, con la permanenza definitiva dei religiosi, sorsero le Chiese ed i Conventi francescani.

 

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            LE CHIESE

 

              I CONVENTI

 

             I RELIGIOSI

 

                  FRANCESCANI

 

                   E GLI AFFILIATI

 

       TERZIARI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’ORATORIO DELLA CONCEZIONE

 

I primi insediamenti stabili, nella città ferrarese, sorsero per merito di donazioni di terre fatte ai frati da benefattori; su una di queste terre si diede inizio alla costruzione della prima chiesa gotica, dedicata a San Francesco.

Il fatto avvenne il 2 giugno 1241 (come annotato dallo storiografo Francesco Vacchi nel suo manoscritto “Notizie Miscellanee”); in seguito vennero aggiunte altre due aree:- una donata dal Comune di Ferrara, nel 1243, in località detta il Praisolo e l’altra, accanto alla prima, fu elargita nel 1245 con lascito di Giacomo Torelli, figlio di Salinguerra; G. A. Scalabrini, nelle sue Memorie, ha scritto che il Torelli, trovandosi esiliato a Modena in casa di Lanfranco Pio, ebbe a disporre “a beneficio dell’anima sua” che Aldighiero di Pietro degli Aldighieri, primo sindaco apostolico dei religiosi francescani di Ferrara, ricevesse il possesso di alcune terre. Le tre aree contigue risultano delimitate dalle attuali quattro vie: Terranova (già S. Francesco), del Pozzo, Coramari e Savonarola.

Avvenne, pertanto, che su dette terre si sia proceduto alle edificazioni per i religiosi francescani e la prima Chiesa, in stile gotico, fu denominata “Oratorio della Concezione o della Scala”;- l’edificio è tuttora esistente ed è situato a lato della Basilica di S. Francesco, con accesso dal comune sagrato.

In origine la Chiesa è stata descritta, in base al suo orientamento Nord-Sud,  con  l’abside  rivolta  verso

 

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via Savonarola e con la facciata su via del Pozzo (dallo scritto “Delle antichità estensi” dello storico L. A. Muratori, apprendiamo che il duca Azzo VII D’Este, nel suo testamento del 13 febbraio 1264, espresse la volontà di essere sepolto nell’allora prima Chiesa dedicata a S. Francesco, in Ferrara).

Nel 1341, accanto alla prima venne iniziata la costruzione di una nuova Chiesa e di altri edifici per i francescani, per cui la Corte Estense trasformò la Chiesa gotica in teatro e, nel 1400, i frati ne fecero il loro Refettorio.

Nel 1498, la Confraternita della Concezione fece sopraelevare l’edificio gotico, con un vano ampio come il sottostante e lo adibì ad Oratorio, con all’esterno un porticato abbellito da sette arcate su colonne in “cotto”:- al piano superiore si accedeva per mezzo di un’ampia scala marmorea (da questo nuovo assetto derivò la sua denominazione sopra citata e, tuttora, si può ammirare la scala, incorporata in uno stabile di civile abitazione).

Verso la fine del 1700, l’Oratorio venne manomesso in modo deplorevole, perché venne adibito all’uso, assai degradante, di deposito di merci.

Fra il 1992 ed il 1993, a cura dei Frati Minori Conventuali, furono eseguiti importanti lavori di restauro per riportare alla luce le sembianze dell’antico Refettorio;- demolite le croste di intonaci,  indecorosamente sovrapposti, sono stati riportati in vita affreschi e decorazioni attestanti i vari periodi d’uso: il primo culto francescano, scorci di scene del

 

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teatro della Corte estense ed il ritorno dei frati con il loro Refettorio.

Questa ampia struttura, ora denominata “Sala S. Francesco”, viene utilizzata per convegni culturali, musicali e di studio, comprendenti tematiche religiose e di interesse sociale.

 

 

 

 

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LA CHIESA ED IL CONVENTO DI S. FRANCESCO

I FRATI OFM CONVENTUALI

 

Forse pochi, tra gli antichi edifici monumentali di Ferrara, hanno avuto, lungo i secoli, tante trasformazioni e tanti cambiamenti, imprevedibili ed improvvisi, quanti ne ebbero la Chiesa e il Convento di S. Francesco.

I francescani o Frati della Penitenza, come erano chiamati in origine, presenti a Ferrara fin dal 1227 (con le incertezze, su tale data, indicate in precedenza) si insediarono nel complesso dei fabbricati, comprendenti la Chiesa Gotica e gli edifici dei servizi.-  Con i vari lasciti (importanti quelli di Azzo VII D’Este e di Mambilla Pallavicini del 1264) poterono ampliare sempre di più il Convento, costituendo il complesso delle abitazioni dei religiosi e delle sale del Capitolo, delle vecchie scuole, del refettorio con il cortiletto della cucina, della corte e della foresteria, con relativo ingresso; vennero aggiunte ancora le stanze (poi denominate di P. Agostino Righini) con la cella che fu abitata da S. Antonio di Padova e l’infermeria.- Verso l’anno 1282 avevano già costituito il primo Capitolo elettivo.

Come scritto in precedenza, nel 1341, si avvertì la convenienza di fare costruire, accanto a quella gotica, un’altra Chiesa più ampia: ne ebbero la direzione i maestri Armanno Taddeo e Falconetto Fontana, i quali, con l’autorizzazione concessa dal Vescovo di Ferrara, Guido Baisio, ne progettarono la facciata in stile romanico e l’interno in gotico.

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Nel 1381, mastro Bartolino da Novara, ingegnere dei marchesi D’Este, fece riparare a sue spese la tribuna e costruire, accanto sul lato destro, la Cappella di S. Antonio; nel 1391, lo stesso Bartolino fece edificare, ancora a proprie spese, una seconda Cappella e, due anni dopo, su commissione del marchese Alberto D’Este, ne fece edificare una terza, dedicata a S. Giacomo di Galizia.- Nell’anno 1435, sorsero le Cappelle di Alberto Bonacossi, detta dell’Assunzione e quella dedicata ai nobili De’ Roberti.

Tuttavia, nel 1495, fu demolita la Chiesa di S. Francesco, ritenuta non più adatta e come scrisse Fra Paolo da Legnago < quisto per riffarla de novo >

La nuova geniale costruzione rinascimentale sorse per opera dell’attività di Biagio Rossetti, il quale, dopo due anni dedicati all’Addizione Erculea, aveva progettato e fatto costruire, nel nucleo cittadino, alcuni meravigliosi edifici, riportanti il suo metodo architettonico e la sua impronta culturale: le Chiese di S. Francesco, di S. Maria in Vado, di S. Benedetto e di S. Cristoforo, con le adiacenti arcate, alla Certosa.

Avvenne che, il 7 maggio 1498, Biagio Rossetti, già oberato da molti lavori, cedette l’appalto dei lavori della Chiesa di S. Francesco a Bartolomeo da Righino e ad Andrea Fiorato, i quali si erano impegnati a portare a termine la costruzione; il Rossetti, peraltro, ne mantenne la direzione esecutiva e si addossò pure le spese della fornitura dei materiali e del pagamento delle maestranze.

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Il 17 novembre 1508 la costruzione era bene avviata, tanto che vennero consacrati, dal Vescovo di Calcedonia, Francesco De’ Minorati, otto altari dalla parte della strada S. Francesco (via Terranova);- il 3 ottobre 1517 i frati francescani poterono iniziare le celebrazioni, finché, tredici anni dopo, Fra Paolo da Legnago  ebbe a scrivere < il 26 maggio 1530 è stata fatta la Chiesa di S. Francesco et a presente per insino alla volta dell’altare grande per quanto è tuta la crosera cum l’organo >.

Il grandioso edificio, dopo avere superato indenne il flagello del terremoto del 24 novembre 1561, dovette subire la spaventosa forza del successivo, iniziato il 17 novembre 1570 e perdurato per nove mesi, che fece crollare numerosi e importanti edifici cittadini; nella Chiesa rossettiana caddero le volte e una parte dei muri, come pure la facciata diroccò per quasi la metà.

L’imponente restauro venne fatto eseguire da Padre Agostino Righini, ferrarese, con l’ingente spesa di circa diciottomila scudi, raccolti con le sue predicazioni nei pulpiti di molte città italiane e presso i Principi Estensi.

Ultimati i lavori, la Chiesa venne consacrata totalmente, il 13 novembre 1594, dal Vescovo di Ferrara, Giovanni Fontana.

I cittadini ferraresi, alla sequela dei loro frati, conobbero lo svolgimento di tre importanti Capitoli Generali, celebrati nel grande Convento di S. Francesco con numeroso concorso di religiosi delle province limitrofe.

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Trattasi dei Capitoli degli anni 1382, 1424 e 1472; con l’ultimo venne recepita una particolare indulgenza concessa dal Papa Sisto IV (cioè il francescano Francesco Della Rovere) per coloro che avessero visitato la Chiesa di S. Francesco in Ferrara;- detto atto devoto contribuì sensibilmente alla buona riuscita dell’assise capitolare, indetta dal ministro generale P. Giovanni Zanetto Dacre.

Il prestigio della cultura e della predicazione dei Francescani si affermò sempre di più in Ferrara, talché lo Studio del Convento di S. Francesco, con i suoi maestri e con gli studenti, assunse primaria importanza nell’ambito della Provincia Francescana Bolognese e nel quadro generale della cultura ferrarese. Nella progressione del tempo, l’accrescimento degli impegni ginnasiali e dottorali (come riportato da F. Borsetti nella “historia almi Ferrariae Gymnasii”- Ferrara 1735) può essere suddiviso in quattro periodi.

Il primo si svolse dalle origini fino all’anno 1391, quando, con caratteristiche ben definite, sorse a Ferrara lo Studio Generale, approvato dal Pontefice Bonifacio IX con la “Bolla” del 6 marzo 1391, su richiesta del marchese Alberto D’Este e del Comune di Ferrara.

Il secondo periodo, partendo dalla citata Bolla del 1391, si sviluppò fino al 1435, anno in cui il Vescovo Giovanni Tavelli da Tossignano dette vita a quel Collegio Teologico che accolse i maestri delle scuole di teologia degli Eremiti di S. Andrea, dei Frati  Predicatori    di    S.   Domenico,    dei   Frati   Minori

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Conventuali di S. Francesco, dei Carmelitani di S. Paolo, dei Servi di Maria e del Clero secolare.- In detto periodo, i primi collegi dottorali furono:- il Diritto Canonico e civile, quello delle Arti e della Medicina e la facoltà di Teologia;- la prima laurea in Diritto fu acquisita da Bonanno da Fontana, di Modena, il 10 ottobre 1402 e la prima in Teologia venne concessa a Fra Bernardo da Firenze nel 1403.

Il terzo periodo, quello del massimo splendore, si espresse dal 1435 al 1596, quando lo Studio Generale di Ferrara fissò la sua sede nel Palazzo del Paradiso.

Il quarto ed ultimo periodo, iniziato nel 1597, ebbe una nuova sede in contrada S. Clemente, dove si raccolsero tutte le scuole delle facoltà laiche, comprendenti anche due cattedre di Metafisica; l’importanza dello Studio Conventuale ferrarese cessò nel 1742, per volontà, espressa con apposite Costituzioni, del Cardinale Raniero d’Elci.

Il 2 agosto 1798, con ordinanza del potere esecutivo della Repubblica francese, venne imposta la soppressione degli impegni religiosi in tutto il territorio e così anche per i Frati O.F.M. Conventuali e Osservanti di S. Spirito.

Seguirono poi periodi alterni per avere la presenza di sacerdoti nella Chiesa di S. Francesco:- con il Governo Pontificio, insediatosi a Ferrara dal 19 luglio 1815, la Chiesa francescana venne riaperta al culto cinque anni dopo, cioè nel 1820, con le celebrazioni condotte dai sacerdoti della Curia, don Domenico  Dioni,    don    Lodovico   Collevati   e   don   Giorgio

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Storti, finché, nel novembre del 1846, fu riconsegnata ai Padri Conventuali.

Con la BollaOpere nobilissimum”, del 16 gennaio 1957, il Pontefice Pio XII elevò il Tempio di San Francesco all’onore e alla dignità di Basilica Minore.

 

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IL TERZO ORDINE FRANCESCANO

Ora: ORDINE PRANCESCANO SECOLARE

 

Il Terzo Ordine è nato dal cuore di San Francesco:- ecco il suadente ricordo che apprendiamo dalle Fonti Francescane (Biografie di S. Francesco: i Fioretti, Cap. XVI – 1846)

< E andando con empito di spirito, senza considerare via o semita, giunsono (Francesco, con frate Masseo e frate Agnolo) a uno castello che si chiamava Savurniano (in località Cannara, fra Assisi e Montefalco). E santo Francesco si puose a predicare, e comandò prima alle rondini che tenessero silenzio infino a tanto ch’egli avesse predicato. E le rondini l’obbidirono. Ed ivi predicò in tanto fervore, che tutti gli uomini e le donne di quel castello per devozione gli volsono andare dietro e abbandonare il castello; ma santo Francesco non lasciò, dicendo loro: << Non abbiate fretta e non vi partite, e io ordinerò quello che voi dobbiate fare per salute dell’anime vostre >>. E allora pensò di fare il terzo Ordine per universale salute di tutti. E così lasciandoli molto consolati e bene disposti a penitenza, si partì … >

S. Francesco dettò poi la Regola, detta < Memoriale propositi fratrum et sororum de poenitentia > del Terzo Ordine dei fratelli della Penitenza, con l’approvazione del Cardinale Ugolino e, quindi, promulgata dal Papa Onorio III il 20 maggio 1221, fondando così un vero nuovo Ordine, con una Regola  divisa  in  12  capitoli, come quella  dei Frati

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Minori e delle povere Dame di S. Chiara.-

Lo stesso Papa, con la Bolla “Significatum est Nobis” del 16 dicembre 1221 e con la successiva “Cum Illorumdel 1 dicembre 1224, ebbe a raccomandare i “Fratres de Poenitentia Tertii Ordinis S. Francisci”, riuniti in gruppi o Fraternità, a tutti i Vescovi della cristianità.

Nel 1289, il Papa Niccolò IV, emise una Bolla per la Regola del Terzo Ordine francescano, con la quale è stato ripetuto, quasi interamente, in maniera più ordinata, il contenuto del “Memoriale” e S. Francesco venne riconosciuto istitutore dell’Ordine della penitenza.- In questa Regola, vi sono alcuni accorgimenti, cioè si afferma che i penitenti sono “Secolari, Religiosi ed Ecclesiastici”, dopo avere espresso solennemente la “Professione”;- detti accorgimenti furono poi riportati specialmente dagli <Statuti Generali o Costituzioni > del Papa Innocenzo XI nel 1688, rimanendo in vigore per  quasi seicento anni.

Dopo, il Pontefice Leone XIII, terziario francescano, volendo imprimere una svolta decisiva, in senso cristiano, alla società dei suoi tempi, propose a tutti i fedeli la testimonianza del Terzo Ordine Francescano; portò alcune innovazioni alla Regola e la promulgò con la Costituzione Apostolica “Misericors Dei Filiusdel 25 maggio 1883.

Con la lettera apostolica del 24 giugno 1978, il Papa Paolo VI promulgò la nuova Regola, asserendo che essa <  adatta l’Ordine Francescano Secolare (quale  nuova    denominazione    del    Terzo Ordine )   alle 

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esigenze e attese della santa Chiesa nelle mutate condizioni dei tempi >. Il lavoro di “aggiornamento”, iniziato a seguito delle sollecitazioni del Concilio Vaticano II, era durato dodici anni.

Come risulterà da quanto scritto successivamente, il Terzo Ordine era affiliato a ciascuna delle tre famiglie francescane dei Frati Minori e, pur avendo la stessa Regola, veniva gestito in modo indipendente.

Attualmente, con un processo maturato in sede mondiale, è avvenuta l’unificazione dell’Ordine Francescano Secolare (OFS), nella gestione diretta dal Consiglio Internazionale (CIOFS), e dai Consigli Nazionali e Regionali; rimangono distinte le gestioni delle Fraternità OFS locali, che probabilmente verranno indirizzate, in futuro, verso la loro unificazione.

In Italia, detto processo unitario è stato codificato nelle Costituzioni generali dell’OFS, così come erano state emendate nel Capitolo generale OFS di Madrid dell’ottobre 1999 e, successivamente, presentate alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, dal Presidente di turno della Conferenza dei Ministri generali del Primo Ordine e del TOR.

La stessa Congregazione IVC et SVA, con il Decreto di data 8 dicembre 2000, ha approvato e confermato le nuove Costituzioni OFS < nonostante qualsiasi disposizione in contrario >.

Sta di fatto che, dopo numerosi ricorsi presentati dal

 

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Consiglio Nazionale dell’OFS Minori (ex Osservanti) il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, con la nota del 9 maggio 2008, ha definitivamente rifiutato, senza possibilità di appello, i ricorsi e le richieste del citato Consiglio Nazionale OFS Minori.

Dalla riportata decisione risulta, pertanto, che l’unità organica, carismatica e strutturale dell’Ordine Francescano Secolare è l’unico modo in cui la Fraternità Francescana nazionale può esistere e la Chiesa lo ha affermato in modo inequivocabile.

E’ stato chiuso, quindi, un capitolo complesso dell’unificazione dell’OFS d’ Italia e si sono aperte le vie della piena comunione.

 

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I TERZIARI FRANCESCANI AFFILIATI

AI FRATI OFM CONVENTUALI

 

Nel contesto delle prime norme, dettate da San Francesco, si è sviluppata anche la vita dei Fratelli della Penitenza in Ferrara.

Essi rendevano conto al Vescovo diocesano, pagando le decime e, davanti a lui, facevano l’elezione dei loro ministri e dei loro procuratori;- se detta elezione avveniva al cospetto di un visitatore dei Frati Minori, allora era necessaria l’approvazione del Vescovo, dal quale dipendeva l’intero “Collegium”.

Il primo documento, che certifica la costituzione del Terzo Ordine francescano in Ferrara, risulta essere l’affiliazione, all’ Ordine Serafico o Primo Ordine “, concessa il 6 settembre 1254, dal Ministro Generale Giovanni Buralli da Parma ai < dilectis in Christo amicis fratrum Minorum atque devotis domino Jacobo de Buxolis et domine Mabilie, uxori eiusdem, nec non Anselixe predictorum dilecte filie> Il primi Professi di Ferrara sono stati, pertanto, Giovanni Buzoli, della contrada di S. Romano e la moglie sua Mambilia, essendo Vescovo di Ferrara B. Alberto Pandoni (deceduto nel 1274).

Alquanto significativa è un’altra notizia: l’ 1 gennaio 1282, i Fratelli della Penitenza, riuniti nella Scuola del Convento di S. Francesco, elessero ministri i fratelli Nicola e Giovanni de Puteo < secundum formam vite et regule sue > affinché mandino in esecuzione     tutto   quello   che   è   prescritto   nel

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< Memoriale vite sue sive regule >.

Nel 1295 i fratelli del Terzo Ordine di S. Francesco vennero introdotti dal Vescovo diocesano nell’ospedale di S. Anna;- mentre il 4 gennaio 1299, erano presenti nella Chiesa < sive scolis > di S. Francesco, in numero di trenta, per eleggere quattro procuratori: essi si denominarono chiaramente <fratres de poenitentia de Ferraria, ordinis beati patris nostri Francisci >.

I fratelli della penitenza agivano in Ferrara, nell’ambito dei Frati del Primo Ordine, senza perdere, comunque, la loro piena autonomia; i loro numerosi legati erano posti a favore della Chiesa di S. Francesco e, per assolvere le loro assemblee capitolari, si riunivano presso il Convento dedicato al Serafico Padre.

Nella metà del secolo XV avvenne una trasformazione notevole: con Bolla del Papa Eugenio IV al Vescovo di Ferrara, Giovanni Tavelli, venne disposta la sottomissione dei fratelli e delle sorelle del Terzo Ordine non più ai Minori Conventuali, bensì ai Minori Osservanti del Convento di S. Spirito;- pure con un’altra Bolla del Papa Nicolò V, del 14 marzo 1447, indirizzata al Vescovo Francesco Dal Legno, succeduto al Tavelli, venne ribadito che i terziari francescani dovevano fare riferimento agli Osservanti di S. Spirito.

Sta di fatto che, pur essendo stata modificata la condizione di sottomissione, la Fraternità francescana    secolare,    affiliata    ai    Frati   Minori

 

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Conventuali, anche se assoggettata ad alterne  vicissitudini, legate sia alle soppressioni ordinate dal Governo francese e sia a quelle del Governo Pontificio, non ha mai dovuto rinunciare alla sua originaria identità e l’ ha sempre mantenuta , come la mantiene tuttora nella definizione di Ordine Francescano Secolare, voluta dal Papa Paolo VI.

La Fraternità Francescana Secolare locale, canonicamente eretta, diventa, con la professione in perpetuo degli appartenenti, la cellula prima di tutto l’Ordine, come segno visibile della Chiesa, comunità di amore.

 

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LA CHIESA ED IL CONVENTO DI S. SPIRITO

I FRATI OFM OSSERVANTI

 

Secondo una Cronaca ferrarese anonima ed anche per quanto scritto da Jacopo Da Marano ( nel libro “Principio et origine di Ferrara”, depositato presso la Biblioteca Comunale Ariostea ) la presenza dei Frati Minori nella Chiesa di S. Spirito, nel Borgo Inferiore di Ferrara o Borgo della Pioppa, risalirebbe all’anno 1272.- Su tale data, che non è sicura, converrebbe anche lo storico Antonio Frizzi ( in due brani distinti delle sue “Memorie per la storia di Ferrara” ), aggiungendo che il Vescovo di Ferrara, B. Alberto Pandoni, abbia aiutato un gruppo di religiosi, del Convento di S. Francesco, a fondare il Convento di S. Spirito.

Tuttavia lo storico M. A. Guarini ( nella sua opera “Compendio historico dell’origine, accrescimento e prerogative delle Chiese e Luoghi Pij della Città e Diocesi di Ferrara”, anno 1621, pag. 345 ) riferisce questa notizia certa: < Come esposto nel Breve Apostolico di Clemente V del 1306, il trasferimento dei Frati di S. Francesco nella Chiesa di S. Spirito, nel Borgo della Pioppa, avvenne nello stesso anno 1306 >.

Il motivo di questa migrazione è dovuto, probabilmente, alla famosa “questione” sulla povertà e sulla obbligatorietà, o meno, del Testamento di S. Francesco, il cui dibattito tenne ovunque gli animi perplessi e determinò, in seno all’Ordine, a seconda

 

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della risposta che si voleva dare a quel problema, tre schieramenti diversi:- dei moderati, dei lassisti e degli spirituali.

Quindi può essere avvenuto che a Ferrara, come accadeva in altri luoghi, una parte, quella moderata dei religiosi di S. Francesco, abbia sentito la necessità di avviarsi per un cammino autonomo, trasferendosi a S. Spirito e, ciò, per il desiderio di una vita più austera e non coinvolta dalla notorietà e dal possesso dei beni della grande comunità, alla quale prima apparteneva.

Nella pianta della città di Ferrara, fatta nel 1339 e denominata del Bartolino Ploti di Novara, vi è chiaramente segnata la Chiesa di S. Spirito nel Borgo della Pioppa ( la pianta è conservata nella raccolta cartografica della Biblioteca Comunale Ariostea, nella riproduzione degli ingegneri Mari e Savonuzzi ).

Al tempo del marchesato di Nicolò III D’Este, il suo consigliere e referendario, Bartolomeo Dalla Mella, dotato di notevoli ricchezze, si prodigò per ampliare la Chiesa e il Convento di S. Spirito.

Correva l’anno 1407 e, circa la data di inizio dei lavori, esistono due versioni:- la prima è del cronista Giacomo Delayto che, nella sua “Chronica Nova”, indica la data del mese di giugno; la seconda è dello storico Jacopo da Marano, il quale, nel suo libro “Principio et origine di Ferrara”, fissa una data precisa, cioè il 15 maggio 1407, spiegando pure che lo sterramento ebbe luogo fin dal marzo precedente.

 

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Il benefattore Bartolomeo Dalla Mella, secondo la sua volontà, venne sepolto nella Chiesa di S. Spirito.

Non sappiamo quale fosse, in quegli anni, l’entità numerica dei religiosi della comunità francescana; ne abbiamo solamente un’indicazione approssimativa fatta dal notaio Pietro Lardi ( atto depositato presso L’Archivio Notarile Antico di Ferrara ) il quale ha annotato che < tra gli ordinati, del 20 dicembre 1432, vi erano molti religiosi Osservanti del Convento di S. Spirito >.

Nel documento, sopra ricordato, vi è scritto che i religiosi di S. Spirito sono Osservanti e, appare opportuno, dare una spiegazione per questa denominazione.

Il moto di restaurazione e di riforma dell’Ordine Francescano, che fu conseguito sotto il nome di Regolare Osservanza, si irradiò, anche fra i francescani ferraresi, a seguito dell’azione delle “quattro colonne dell’Osservanza” cioè:- S. Bernardino da Siena, S. Giovanni da Capistrano, Alberto da Sartiano e S. Giacomo della Marca, i quali ebbero incarichi e relazioni personali con i religiosi e con i cittadini ed i governanti, di Ferrara;- alla loro azione si congiunse quella di Giacomo Primadizzi e di altri religiosi della Provincia Francescana bolognese.

Per quanto attiene l’istruzione religiosa e culturale, pure presso il Convento di S. Spirito furono avviati corsi per l’apprendimento di importanti indirizzi di studio.

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Per la preparazione dei chierici studenti ed anche dei primi  lettori, candidati al sacerdozio, venne istituita la Scuola di Filosofia e di Teologia;- ne conseguirono, negli anni tra il 1439 e il 1441, le sacre ordinazioni di chierici secolari e regolari e, le prime di queste, vennero approvate da Ugolino da Urbeveteri, canonico della Cattedrale e, quindi, celebrate dal francescano Lodovico da Pirano, Vescovo di Forlì ( poiché il Vescovo di Ferrara, Giovanni Tavelli, era dovuto andare a Firenze < cum domino Papa causa Concilii> ); da ricordare pure che, il 22 settembre 1443, il Vescovo Tavelli ordinò al Diaconato < fratrem Aegidium quondam Guillelmi de Francia> e al Sacerdozio < fratrem Franciscum quondam Bernardini de Maldentibus de Forlivio> entrambi religiosi Osservanti di S. Spirito.

 

Durante il periodo, fra il 1492 e il 1494, l’antica Chiesa fu ampliata, su progetto di Biagio Rossetti, il quale fece compiere dei lavori rilevanti, poiché la navata centrale da angusta, quale era prima, divenne lunga, spaziosa e abbellita da un non precisato numero di colonne marmoree.

L’esimio architetto si era certamente attenuto ai suoi schemi preferiti e la Chiesa aveva acquistato una bellezza architettonica straordinaria, come venne raccontato, in seguito, dai cronisti dell’epoca, cioè nell’anno 1512, quando descrissero la sua distruzione, voluta dal duca Alfonso I D’Este.

Dopo i Capitoli Generali, tenuti nel Convento di S. Francesco,    a    Ferrara    ne    vennero    celebrati,

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dai Minori Osservanti di S. Spirito, altri due:- il primo, del 13 maggio 1481, in cui venne eletto Vicario Generale il Padre Pietro da Napoli e, il secondo, del 6 giugno 1509, per mezzo del quale venne eletto a Vicario generale, per la seconda volta, il Padre Francesco Zeno;- detto Capitolo fu preparato con molta cura e vi parteciparono parecchie centinaia di Frati, provenienti da ogni regione, a dimostrazione che il Convento di S. Spirito era stato molto ingrandito, tanto da potere ospitare quella moltitudine.

Si arrivò, poi, purtroppo alla succitata distruzione: si era agli inizi del 1512 e, per fare eseguire grandi opere di fortificazione contro gli attacchi del Papa e dei Veneziani, il duca Alfonso ordinò l’abbattimento di tutte le case del Borgo della Pioppa, compresi la Chiesa ed il Convento dei Frati di S. Spirito, lasciando in piedi la sola Cappella del Santissimo Crocifisso, dove si seppellivano anche le salme dei defunti.- I Frati dovettero trasferirsi, secondo ipotesi non convalidate da documenti, o presso l’Oratorio di S. Erasmo, in possesso dei Terziari della Penitenza di S. Francesco, chiamati dello “Scudezòlo” oppure presso la parrocchia di S. Vitale, nell’Oratorio di S. Lodovico.

Nel 1519 e precisamente il giovedì 28 luglio ( come indicato nelle “Memorie” di Giovanni Maria Zerbinati – libro custodito nella Biblioteca Comunale Ariostea) venne iniziata la costruzione di una nuova Chiesa, secondo un progetto concepito dallo stesso Alfonso I° D’Este.

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L’area, occupata dalla costruenda nuova Chiesa, come riportato dagli storiografi antichi, era stata così individuata: < posta di fronte all’Oratorio di S. Girolamo, nel luogo detto “Terra Nova” >.

Peraltro i lavori vennero svolti a rilento e, morto il duca nel 1534, le strutture del Tempio vennero ridotte della metà, rispetto alla grandiosa progettazione iniziale: i religiosi vi poterono officiare a partire dal 28 febbraio 1540.

Poi i violenti terremoti, protrattisi a mesi alternati per gran parte del 1570, distrussero quasi tutto il complesso, convento e chiesa, lasciando in piedi  solo i muri perimetrali;- dall’esame delle murature residue, si potrebbe desumere che la Chiesa era stata progettata e realizzata in stile gotico e, ciò, é dimostrato tecnicamente dalla presenza di alcuni elementi architettonici, attuati con il secondo progetto di ricostruzione, che rimangono tuttora conservati.

Difatti possiamo rilevare i seguenti esempi dello stile pre-esistente della struttura:- il finestrone circolare e la cornice in cotto della fiancata prospiciente l’attuale via Resistenza e poi alcune tracce presenti nella finestra ogivale, esistente nel muro interno sopra la volta dell’altare della Madonna di Pompei e, inoltre alcune altre, insite nelle cinque grandi finestre del coro, chiuse, forse nel 1700, quando fu impiantato l’organo.

Una particolarità:- fino ad oggi il nome del progettista è rimasto sconosciuto.

 

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Dopo le distruzioni telluriche, la Chiesa, di stile gotico ed a forma di croce latina, con transetto, tre navate ed abside circolare, venne riprogettata, forse, da un Frate francescano ( del quale non si conosce il nome ):- egli ne cambiò radicalmente la pianta, trasformandola a croce greca e conservando i muri perimetrali dell’abside, del transetto e di una parte del rimanente corpo della Chiesa.

La costruzione, probabilmente iniziata verso la fine del 1500 (apparirebbe attendibile l’anno 1597), fu economicamente sostenuta da insigni benefattori, con più legati e lasciti;- questi disposero, secondo le loro volontà e maggiormente da parte di chi voleva essere sepolto in Santo Spirito, sia la realizzazione di varie opere murarie e sia il completamento di intere cappelle, compreso l’abbellimento con opere d’arte.

Nel 1601, furono ultimati i lavori del braccio Sud del Convento;- nel 1604, venne collocata la scala marmorea, ad ampia chiocciola, che dal corridoio interno, situato sulla sinistra dell’abside, immette al piano superiore del Convento ( così come è attualmente );- negli anni dal 1616 al 1619, fu costruito il lato Ovest del Convento e, per detta costruzione, vi provvide il P. Bonaventura Valeriani da Ravenna.- Nel 1652 venne ultimato l’altare di S. Antonio da Padova e, nel 1655, quello di S. Matteo; il tutto completato dalle pitture e dalle decorazioni, all’interno della Chiesa, fatte eseguire dal P. Valeriani.

 

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La consacrazione del Tempio di Santo Spirito ebbe luogo il giorno di Domenica 13 febbraio 1656, con la solenne celebrazione presieduta dal Cardinale Carlo Pio, Vescovo di Ferrara.

Il 25 ottobre 1870, la Chiesa, con la sua comunità, venne eretta a Parrocchia.

Dal mese di ottobre del 1876 al 18 febbraio 1878, sul vecchio pavimento in mattoni ne venne costruito uno nuovo in mattonelle di cotto, ricoprendo tutte le lapidi della precedente pavimentazione e, contemporaneamente, furono ridipinti gli altari di S. Antonio, di S. Matteo (o di Gesù Nazzareno) e della Pietà (o di S. Anna).

Nel giugno 1970, venne demolito il vecchio pavimento del presbiterio e rifatto in marmo;- inoltre fu staccata la mensa dall’altare per collocarla al centro, come disposto dal messale romano;- la nuova mensa venne inaugurata il 25 ottobre 1970, nella ricorrenza del centenario della erezione della parrocchia, con una particolare festa organizzata dal Parroco P. Atanasio Drudi con la comunità.

Ora, come riportato dallo scrivente nella precedente “Introduzione”, la vicenda dei religiosi di Santo Spirito, in Ferrara, volge al termine:- Il padre Provinciale, dei Frati OFM, ha ufficialmente annunciato, in un incontro tenuto nella Parrocchia, che la chiusura del Convento avverrà nella tarda primavera dell’anno 2009:- l’annuncio ha suscitato un gradissimo dispiacere in tutti i parrocchiani e, in particolare, negli appartenenti all’Ordine Francescano Secolare.

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I TERZIARI FRANCESCANI AFFILIATI

AI FRATI MINORI DI SANTO SPIRITO

 

La Fraternità del Terzo Ordine francescano venne canonicamente costituita e affiliata ai Frati Minori Osservanti di S. Spirito il 14 marzo 1447, in attuazione della Bolla “Romanus Pontifex, recante la stessa data, del Papa Nicolò V, indirizzata al Vescovo di Ferrara, Francesco dal Legno ( egli era subentrato, come scritto in precedenza, a Giovanni Tavelli, deceduto il 24 luglio 1446 ).

Nella succitata Bolla,  il Papa,  fra l’altro,  scrisse:-   < … mandamus quatenus fratres et sorores prefatos dicti tertij ordinis sub cura et regime dictorum fratrum domus Sancti Spiritus ordinis Sancti Francisci …>;-         (l’originale di questa Bolla, in pergamena, ben conservata e con sigillo plumbeo, si trova presso l’archivio di Santo Spirito di Ferrara – cassetta 21, n. 1 ).

In una pergamena dell’archivio dei residui beni ecclesiastici della Diocesi di Ferrara, risulta scritto che il 6 maggio 1450, dopo un anno di prova, fece la professione, secondo la Regola del Terzo Ordine francescano, Fr. Giacomo Guareschi della Contrada di S. Clemente:- era sposato e professò nelle mani del Ministro, Fr. Bartolomeo De Didonibus, alla presenza, nella Chiesa di S. Spirito, di altri fratelli e sorelle della Penitenza.- Pure lo storiografo Samaritani ( nel suo manoscritto “L’Ordo de Poenitentia” – pag, 404 ) racconta che a Fr. Giacomo  fu  letta  la  Regola  del  Terzo  Ordine  e il   

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Ministro, a sua volta, aveva affermato che, prima di ammetterlo alla professione, aveva interpellato i confratelli;- il postulante, nell’eventualità di poter commettere qualche trasgressione, aveva dichiarato di rimettersi <  ad requisitionem et voluntatem visitatoris dicti tertij ordinis  >.

Dalle registrazioni dell’anno 1457, fatte nel Libro delle Determinazioni del Comune e dei Savi di Ferrara, ( citate dallo storiografo Guarini nel suo “Compendo Historico ) risulta che furono affiliati ai Frati Osservanti di S. Spirito altri appartenenti al Terzo Ordine, cioè i terziari francescani di S. Erasmo, operatori dell’omonimo Ospedale.

Con atto notarile di Filippo Miliani, del 12 gennaio 1468, i beni dell’Ospedale, amministrati dai Fratelli della Penitenza di S. Erasmo, passarono, per livello ventinovennale, all’Ospedale di S. Anna.

Un’altra confraternita, di fratelli penitenti francescani, fu quella di S. Lodovico, era stata originata ( come citato dallo stesso Guarini ) da Antonio Pavesino barbiere, molto zelante < nel leggere sovente gli Fioretti del Serafico San Francesco a Giovanni Billo, a Giovanni Casino ed a Giovanni Bolognese, fornaio, suoi carissimi compagni e vicini, i quali, infervorati nella via di Dio, presero ad unirsi a lui nei giorni festivi, nella Chiesa di S. Spirito, a sentire le divine Lodi ed a frequentare i Santissimi   Sacramenti >;- detta confraternita venne costituita, nel 1435, sotto la guida del Padre Bartolomeo Guastavilla Bolognese, guardiano del Convento di S. Spirito, con la partecipazione del  Vescovo  Giovanni

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da Tossignano, seppure non ancora affiliata.

Vi furono, inoltre, delle Sorelle della Penitenza, riunite in confraternite del Terzo Ordine francescano, che, come scrisse il Guarini, < erano chiamate “Pinzochere di S. Francesco”, vestite di bigio, ma senza clausura >, le quali si radunavano presso l’Oratorio di S. Erasmo e quivi rimasero fin verso il 1629.- Da uno scritto del 1749, redatto da Bernardino Pomatelli, stampatore arcivescovile della sede di Ferrara, apprendiamo che vi fu un’altra istituzione di Sorelle della Penitenza, risalente agli anni del Vescovo Fontana ( 1590 – 1611 ), sancita dalle < “Costituzioni per il buon regolamento delle religiose claustrali del Terzo Ordine di San Francesco, con il titolo di Santa Maria Maddalena” disposte dall’Eminentissimo e Reverendissimo Signor Cardinale Marcello Crescenzi, Arcivescovo di Ferrara >;- dette sorelle, con un Breve del Pontefice Clemente XIV, del 17 maggio 1771, vennero dichiarate < vere religiose del Terzo Ordine di San Francesco > e furono presenti a Ferrara fino all’anno 1794.

 

Con riferimento alla situazione del corrente anno 2008 ed ai prossimi anni a venire, causa l’annunciata chiusura del Convento di S. Spirito, sarà probabilmente necessario che gli appartenenti all’Ordine Francescano Secolare, della Fraternità di S. Spirito, si uniscano, per avere l’Assistenza Spirituale   del   Primo  Ordine,  alla   Fraternità  OFS

 

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operante presso i Padri OFM Conventuali del Convento di S. Francesco, gli unici, delle pre-esistenti tre famiglie religiose francescane, che rimarranno ancora a Ferrara.

 

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LA CHIESA ED IL CONVENTO DI S. MAURELIO

I FRATI OFM CAPPUCCINI

 

I Frati Minori Cappuccini giunsero a Ferrara, nell’anno 1537, guidati dal Fr. Bernardino Tommasini di Siena, della popolarissima contrada dell’Oca ( per cui venne soprannominato Ochino );- il frate era stato chiamato, esattamente il 18 agosto 1537, dalla poetessa  Vittoria Colonna, moglie del marchese di Pescara, Ferrante d’Avalos, quando la nobil-donna era arrivata a Ferrara, ospite del duca Ercole II D’Este, il quale era a conoscenza della sua importante influenza nel contesto della vita culturale e religiosa del 1500. 

Circa la dimora dei Cappuccini, in Ferrara, è riscontrato che essi ne ebbero ben cinque.

 

Prima dimora – Quando arrivò nella città estense, insieme ad alcuni compagni, Fr. Bernardino, detto Ochino, aveva lasciato la famiglia dei Minori Osservanti per farsi Cappuccino ( il frate ebbe poi una vita travagliata perché, da osannato predicatore, si permise di trattare, approvandoli, alcuni temi della Riforma - che erano tesi a produrre la rottura dell’unità religiosa cristiana-cattolica medievale - e, pertanto, gli venne vietato di predicare: si rifugiò, quindi, nel 1542, a Ginevra e Calvino lo nominò pastore della comunità italiana, dopodiché ruppe i voti religiosi;- morì in Polonia, nel 1565, a Sclakau, all’età di 77 anni ).

Fr. Bernardino  ebbe  il  vanto  di  essere il fondatore

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del primo Convento dei Cappuccini in Emilia e Romagna, cioè a Ferrara;- egli viveva in un umile ricovero, in quei tempi  chiamato “ l’Eremitorio  su  la

ripa del Po “, nella contrada dei Galafassi, dove esisteva una piccola Chiesa denominata “La Misericordia” ( attualmente il posto può essere identificato in via Comacchio al n. 51 ).

I Cappuccini si distinguevano per la loro eloquenza nella predicazione;- fra di loro, durante l’anno 1538, il P. Giacomo Panisotti, che due anni prima era passato dai Minori Osservanti alla nuova Famiglia francescana, al dono dell’eloquenza aggiungeva una mente colta: era assai dotto in teologia e conosceva molto bene i classici, l’ebraico e il caldaico.- Un altro e cioè P. Giuseppe Piantanida da Fermo, fu noto per l’attenzione profusa verso i giovani, per avviarli all’istruzione nella fede evangelica: ma l’opera, a cui va maggiormente legato il suo nome, fu la propaganda della devozione delle Quarantore.

 

Seconda dimora – Si era agli inizi dell’anno 1551, quando i Cappuccini poterono dimorare entro le mura fortificate di Ferrara;- dal popolo e da alcune autorità, erano pervenute pressioni affinché il duca Ercole II D’Este concedesse a loro il permesso di risiedere nella città.- In successivi incontri essi ottennero il desiderato trasloco, finché vennero introdotti nella città  e,  come  scrisse il Guarini  <dall’ingresso della Montagnola dalla parte di S. Lucia Vecchia a man sinistra, contiguo alle mura del Serraglio  de’  Certosini >.  La   dimora   era   situata

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dove esisteva una Chiesa, chiamata appunto S. Lucia Vecchia,  nell’area del Cimitero Israelitico (attualmente riferibile, al Vicolo Mozzo delle Vigne, n. 34: esiste anche una piccola lapide, infissa nel muro di cinta del cimitero, che ne ricorda la permanenza ).

Il Guarini, nel Compendio historico, ricorda ancora che < i Cappuccini vestirono un abito di ruvido panno tané, o leonato sopra il nudo dorso, e givano scalzi, con le scarpe alla “capuccina”; la qual maniera di vita austera fu di non poco esempio ed edificazione a’ Cittadini >.

Il primo Padre, che operò dalla dimora del Barchetto, fu Fr. Geminiano da Modena.

La situazione religiosa dei cattolici in Ferrara, come in altre città italiane, era in subbuglio per alcuni rilevanti fatti:- la venuta a Ferrara di Giovanni Calvino; la conversione all’eresia protestante della duchessa Renata di Francia (consorte di Ercole II); le inondazioni del fiume Reno; l’andata a Bologna del Pontefice Paolo III per concordare con l’imperatore Carlo V le modalità dell’apertura del Concilio di Trento, già intimato nel 1542; la mancata presenza di Carlo V.- Per dimostrare la sua fede, allora Ercole D’Este invitò il Papa a Ferrara ed egli, il 21 aprile 1543, vi sostò nei pressi, a palazzo Belvedere.

Il Papa Paolo III, il giorno seguente, fece il suo ingresso solenne in città, passando per la Porta S. Giorgio: tra i religiosi presenti vi erano tutti i Cappuccini, guidati  dal  P. Girolamo  Paganucci  da

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Montepulciano il quale, nel precedente mese di marzo, aveva raccomandato al Papa la congregazione dei Cappuccini, duramente provata per la defezione del Tommasini detto Ochino.

 

Terza dimora – Col tempo, il Convento di S. Lucia Vecchia si dimostrò inadatto ed insufficiente, soprattutto perché era situato in una posizione affossata, poco salubre e infestata talvolta dalla malaria, sicché non pochi furono i decessi di vari religiosi;- intervenne la comunità ferrarese, che preparò per loro un’ampia dimora presso il Monastero dei Monaci  Pomposiani  di S. Benedetto (ora vi è situato il Conservatorio Femminile della Provvidenza,  in  via Benvenuto Tisi, ai n.ri 1 e 3 ).-

I Frati vi entrarono il 4 luglio del 1563, essendo guidati dal loro Padre Superiore, Lodovico da Rimini: la chiesa non esisteva, ma, a spese dall’Amministrazione Comunale venne costruita quella che fu poi consacrata dal Vescovo di Ferrara, Alfonso Rossetti e dedicata ai Santi Apostoli Pietro e Paolo.

In detta Chiesa, i Cappuccini vi rimasero dal 1563 al 1585 e poi, per le ragioni che verranno spiegate in avanti, con una parte di loro dal 1596 al 1612.

Un Superiore del luogo, nominato nel 1582, che è opportuno ricordare, perché molto noto per le sue predicazioni e per l’impegno nei rapporti umani, fu P. Tommaso Borghesi da Faenza.

 

 

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Quarta dimora – I Frati godevano della favorevole accoglienza della popolazione, del duca Alfonso II e di Marfisa D’Este, e la loro presenza aumentava continuamente, tanto che i locali di via Benvenuto Tisi erano diventati insufficienti.- Nel Borgo di S. Luca esisteva un palazzo in abbandono ed i proprietari, i due nobili estensi, ne fecero dono alla comunità religiosa.- Venne così costruita una nuova Chiesa: l’1 dicembre 1587, il Vescovo di Ferrara, Paolo Leoni, ne benedì la prima pietra e il 7 maggio 1588 procedette alla consacrazione, dedicandola all’Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo.

Avvenne poi che, il duca Alfonso, per rafforzare le difese della città, ordinò di allargare e innalzare alcuni tratti delle mura di cinta;- nel corso dei lavori, furono portate migliaia di metri cubi di terra nell’area della nuova Chiesa, talché ne derivarono gravi lesioni all’edificio dei Cappuccini:- Tuttavia essi non abbandonarono completamente il posto, perché una loro parte ritornò nuovamente nella Chiesa e Convento degli Apostoli Pietro e Paolo.

Fra gli anni, dal 1596 al 1612, si ebbero pertanto due comunità religiose:- quella degli Apostoli, guidata dal Padre guardiano Fr. Francesco Mazzini da Imola e l’altra, dell’Ascensione, con il guardiano Fr. Stefano Muzzini da Lugo.

 

Quinta e ultima dimora – Nel 1599, sotto lo Stato Pontificio, si iniziarono i lavori per la costruzione del grande posto  fortificato,  denominato “ la Fortezza “,

 

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a seguito dell’ordine impartito dal Papa Clemente VIII ai Magistrati della città di Ferrara.

I lavori durarono nove anni e venne abbattuta una gran parte del Borgo di S. Luca, compresi il Convento e la Chiesa dell’Ascensione.

Trovatisi senza dimora nell’anno 1612, i Cappuccini si attivarono per esortare le autorità ed i benefattori a concedere ed a fornire i fondi per acquisire l’area necessaria per il loro alloggio e, in tal senso, gli approcci furono molto laboriosi:- essi non potevano condurre negozi ( tali atti erano vietati, per statuto, ai frati religiosi ) perciò incaricarono il marchese Enzo Bentivoglio di rappresentarli nelle trattative, che erano indirizzate verso l’acquisto di vecchie case, con relative pertinenze, da assoggettare poi a demolizione.

Fu scelta una zona nei pressi della Chiesa di S. Benedetto, procedendo ai seguenti acquisti: la casa di Cesare Forni, con l’orto; quella del Marzocchi; la casa e l’orto del Caprile, nonché la casa che Don Polidoro Manaretti aveva lasciato, con un legato, ai poveri.- Per questo ultimo acquisto, fu necessario l’intervento del Papa Paolo V:- ciò avvenne in quanto il P. Giorgio da Ferrara aveva ricevuto il Breve Pontificio, del 30 gennaio 1613, con l’autorizzazione alla vendita della casa di Don Manaretti, liberandola dal precedente legato.

L’atto di vendita ai Cappuccini venne stipulato a seguito dell’incarico dato dal Papa Paolo V, in data 7 febbraio 1615, al Vescovo o al Vicario Generale di Ferrara.

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Nel frattempo e precisamente il 7 ottobre 1612, il Cardinale Orazio Spinola, legato pontificio, con l’intervento del Vescovo di Ferrara, Cardinale Giovanni Battista Leni ( erano pure presenti: il Giudice dei XII Savi, Galeazzo Gualenghi, il marchese Enzo Bentivoglio ed una grande folla ) benedisse la posa della prima pietra del nuovo Convento e della Chiesa di San Maurelio ( la stessa oggi presente in corso Biagio Rossetti al n. 46 ).

Dagli scritti “Fragmenti istorici”, conservati presso l’Archivio dei Padri Cappuccini di Bologna, apprendiamo che il disegno, della Chiesa e del Convento di S. Maurelio, viene attribuito al P. Giovanni da Ferrara, assieme ad altri Frati fabbricieri;- viene anche fatta una menzione particolare per il fabbriciere Cappuccino P. Giorgio da Ferrara, il quale si distinse per la sua incessante dedizione nell’appianare i rapporti contrattuali. 

Completata la costruzione ed espletati tutti gli atti relativi alla proprietà, i religiosi presero possesso del Convento il 6 maggio 1615 e la Chiesa di San Maurelio venne consacrata da Mons. Camillo Moro il 25 settembre 1622.

Per obbedienza, i Cappuccini dovevano fare riferimento al Superiore dei Frati Conventuali, ma il Pontefice Paolo V, con il “Breve:  Alias felicis recordationis” del 23 gennaio 1619, accordò a loro la piena indipendenza e li esonerò, in perpetuo, dall’obbligo di presentare l’eletto Vicario Generale al Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali;- con questa   concessione,  che  uguagliava   la   Famiglia

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Cappuccina alle altre due Famiglie francescane, i Superiori dell’Ordine e quelli delle Province, assunsero, rispettivamente, il titolo di Ministri Generali e Ministri Provinciali OFM Cappuccini.

Nel merito dell’insegnamento culturale, il primo Lettore del Convento di S. Maurelio fu il P. Francesco Manfredi da Reggio Emilia, il quale insegnò filosofia nel 1615 e per vari anni successivi (come ha scritto il P. Donato Cotti nel libro “I Conventi dei Frati Minori Cappuccini” soggiungendo che il P. Francesco apparteneva alla famiglia dei conti Manfredi di Reggio Emilia e che egli fu anche oratore e poeta).

Con decreto della Congregazione di Propaganda Fide venne ordinato di istituire in Bologna lo Studio Generale delle Controversie al fine di preparare dotti religiosi per la predicazione tra gli eretici e nel Campione delle Province, sotto l’anno 1625, nell’elenco dei Lettori, venne citato, per la filosofia da trattare a Ferrara, il P. Paolo Sperandini da Sestola.

Nel Convento di S. Maurelio, dal 1629 al 1894, furono presenti cinquantotto Lettori di filosofia, di teologia, di fisica e di matematica (quelli delle due materie scientifiche furono presenti dal 1892 al 1897);- l’ultimo Lettore, presente nel 1897, per le materie di fisica e matematica, fu il P. Francesco Maria Carradori da Rimini.

Dal 1900 al 1910, lo Studio a S. Maurelio, come informa il Campione delle Province, venne riformato dal Ministro Provinciale di Bologna per rispondere ai

 

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tempi nuovi;- vennero insegnate le materie di filosofia, lettere, greco, storia, fisica e matematica, con la presenza, nel periodo, di undici Lettori.

Per disposizione della Congregazione Capitolare della Provincia, tenutasi nel settembre del 1911, lo Studio venne trasferito nel Convento dei Santi Vito e Modesto di Forlì.

Dopo l’atto liberatorio del Pontefice Paolo V, a S. Maurelio, dal 1615 al 1837, vennero celebrati nove Capitoli Provinciali e, nell’ultimo tenuto dal 12 al 18 maggio 1837, vennero eletti:- a Ministro il P. Michelangelo Frioli da Rimini e, a definitori, il P. Giovanni Battista Feletti da Comacchio, il P. Prospero Zanetti da Bologna, il P. Chiarissimo Giannoli da Ravenna e il P. Fedele Pavirani da Cesena.

I religiosi Cappuccini si distinsero per le loro dotte predicazioni e, dal Registro delle Predicazioni (pubblicato dal P. Donato Cotti), risulta che, dal 1757 al 1858, le predicazioni nel Duomo di Ferrara, nei periodi di Avvento e di Quaresima, furono affidate, in sequenza, a ventidue Padri Cappuccini.

L’assistenza spirituale agli ammalati dell’Arcispedale S. Anna venne affidata, nel 1724, ai Padri Cappuccini;- infatti il 22 settembre 1724, il Cardinale Francesco Paolucci, Prefetto della Congregazione dei Vescovi e dei Regolari, dette la facoltà all’Arcivescovo di Ferrara, Cardinale Tommaso Ruffo, previa licenza del ministro Provinciale P. Paolo Bosi da Brisighella, di nominare i Padri Cappuccini   Cappellani   dell’ Arcispedale   S. Anna.

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Detta nomina doveva avvenire a seguito di un apposito esame di teologia dogmatica e morale, dopodiché gli idonei venivano abilitati per le Confessioni;-  il 20 ottobre 1724, il Guardiano di S. Maurelio, P. Giovanni Battista Monatti da Bondeno, designò, quali Cappellani del S. Anna, il P. Lorenzo Guidoni da Mirandola e il P. Domenico Cavalieri da Comacchio.

 

I Padri Cappellani occupavano alcuni locali, sistemati ad appartamento, al primo piano del nosocomio, mentre le S. Messe venivano celebrate nella Chiesa, situata al piano terra, con l’ingresso interno posto di fronte al reparto della Maternità.- Nell’ultimo decennio del 1900, i Padri Cappuccini, a Ferrara, erano rimasti solamente in due, P. Terenzio Veronesi e P. Pier Giovanni Fabbri, ed entrambi dimoravano presso l’Ospedale S. Anna;- finché, deceduto P. Terenzio, rimase il solo P. Pier Giovanni.

Giunse infine la decisione del Capitolo Provinciale di chiudere il Convento di S. Maurelio e la presenza dei Padri Cappuccini a Ferrara, come pure quella presso l’Arcispedale S. Anna, venne definitivamente a mancare quando P. Pier Giovanni Fabbri fu trasferito a Parma nel settembre dell’anno 2005.

 

 

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I TERZIARI FRANCESCANI AFFILIATI

AI FRATI OFM CAPPUCCINI

 

Per la ricerca della documentazione, comprovante la presenza dei francescani a Ferrara, ho fatto riferimento, come detto, all’opera di P. Teodosio Lombardi, il quale aveva consultato degli atti rigorosamente certi;- per  quanto attiene l’affiliazione al Primo Ordine, OFM Cappuccini, dei Terziari Francescani, non sono stati ritrovati specifici accenni:- tuttavia P. Teodosio ha indicato due statistiche, unici documenti certi, dalle quali risulta che i Fratelli Terziari erano presenti, in S. Maurelio, prima in modo cumulativo, con la definizione di laici e poi distinto, fra fratelli laici e fratelli terziari, nel seguente modo.

La prima statistica delle presenze al Convento venne fatta, per ordine del Sommo Pontefice Innocenzo X, dal Vicario P. Angelo Corni da Modena, il quale, alla data del 14 febbraio 1650, ne indicò la consistenza così: sacerdoti 20, chierici 11, fratelli laici 13.

Una seconda statistica risulta depositata nell’Archivio Provinciale dei Cappuccini di Bologna e in questa è stato scritto che, alla data del 14 febbraio 1810, la comunità religiosa di S. Maurelio, essendo Guardiano il P. Daniele Boari da Ferrara, era così composta: sacerdoti 20, fratelli laici 9 e fratelli terziari in numero di 4.

Risulta pure in modo certo che i primi fratelli terziari poterono emettere la loro professione, affiliandosi ai Frati Cappuccini del Primo Ordine, dopo l’anno 1619

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quando i Padri francescani di S. Maurelio furono resi liberi dalla dipendenza verso i Frati OFM Conventuali.

 

Attualmente, a seguito della chiusura del Convento di S. Maurelio, gli appartenenti all’Ordine Francescano Secolare, della Fraternità dei Cappuccini, continuano la loro attività in comunione con la Fraternità OFS dei Conventuali, presso il Convento di S. Francesco.

 

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LE PRIME ATTIVITA’ SOCIALI IN FERRARA

DEI FRANCESCANI

 DEL PRIMO E DEL TERZO ORDINE

 

E’ noto che i Frati Minori del Primo Ordine e i Fratelli della Penitenza del Terzo Ordine, operarono a Ferrara, fin dai primi tempi, in piena fiducia e nella benevolenza delle autorità cittadine e dei legislatori.

In riferimento al periodo del XIII secolo, la vita ed il costume della comunità ferrarese ci vengono fedelmente descritti dagli < Statuta Ferrarie > ( cioè lo Statuto di Ferrara del 1287 ) e, precisamente, nel Capitolo CXXIIII, del secondo libro (con scrittura in latino, da cui vengono citati alcuni brani tradotti in italiano), dove venne scritto che tutti i ladri e coloro che avessero preso malamente delle cose al Comune, dovevano dare i rispettivi pegni “ai religiosi di Ferrara, compresi i francescani e le clarisse”;- in detto capitolo dello Statuto, venne riportata pur la seguente disposizione: < circa le tre persone, che debbono stabilire i prezzi dei commestibili (olio, formaggio, carne, vino), dovrà trattarsi di persone esperte di diritto: uno deve essere eletto dal Priore dei Padri Domenicani, il secondo dal Guardiano dei Frati Minori e il terzo dal Priore degli Eremitani di S. Agostino >.

Sempre dal citato Statuto emerge che i reggitori del governo di Ferrara riponevano una grande fiducia nei religiosi francescani, per il loro zelo nell’apostolato e per le dottrine insegnate;   infatti  al

 

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Capitolo XI, del libro II, vengono descritti alcuni incarichi assegnati ai Frati: < Si dispone che, oltre al salario del Podestà, il rimanente di 300 libre di veneziani piccoli venga collocato, dal Massaro del Comune, in un deposito presso i Frati Minori >.- E più avanti è stato scritto: < Due Frati Predicatori e due Frati Minori abbiano il compito di esercitare l’ufficio di procedere contro gli eretici e di giudicarli; nonché di sindacare il comportamento delle autorità e dei pubblici ufficiali, circa la loro ortodossia contro gli eretici >.

Altri capitoli, del summenzionato Statuto, sono stati dedicati interamente ai Fratelli Terziari dell’Ordine della Penitenza; essi goderono di grande rispetto, dovuto per la rigorosa osservanza della loro Regola e, quindi, per l’esempio che davano di virtù e di onestà.-

Ad essi vennero assegnati diversi compiti pubblici:- furono incaricati di soprintendere, con un impegno autorevole per quei tempi, alla vendita dei vini, dell’olio, delle carni salate e dei formaggi.- Per quanto riguardava il calmiere dei generi alimentari e la quantità da vendere alla cittadinanza, l’ordinamento prevedeva che il tutto dipendesse dalla stima e dalla previdenza dei Fratelli della Penitenza i quali, poi, dovevano controllarne la rigorosa applicazione dei prezzi.- Inoltre venne dato a loro anche l’incarico di dividere, tra i frati e le suore della città e del distretto, i pesci provenienti da Comacchio.

 

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Gli stessi fratelli terziari si distinsero pure per le loro attività caritative, con relativi impegni economici;- la prima e più importante, fu la costruzione dell’Ospedale di San Geminiano, avvenuta nel 1331, nel Borgo della Pioppa, per merito del fr. Giovanni Vernaccia da Ferrara (l’atto di fondazione, del notaio Vincenzo Spiapasti, è conservato, in copia autentica, nell’Archivio della Curia Arcivescovile di Ferrara);- con detto atto, l’ 1 febbraio 1331, al Terziario francescano Giovanni Vernaccia venne concessa, nel rispetto della legislazione vigente, l’amministrazione dell’ospedale da lui fondato, dovendo rendere ragione dei fatti al Vescovo Guido da Bologna e ricevendo una pensione annua, consistente in una libbra di cera.

Altri ospedali, nella città e nei dintorni, vennero diretti ed amministrati dai Fratelli della Penitenza, la cui attività risulta dalle seguenti documentazioni;- nel testamento del 26 maggio 1308, di Fr. Engellerio della Contrada di S. Maria del Bucho, ministro dei Frati della Penitenza, si legge che, fra l’altro, egli lasciò tre libre ai Penitenti e sessanta ai Frati Minori ed anche legati vari a beneficio degli ospedali di S. Leonardo e della Casa di Dio;  il 4 agosto 1334, il Terziario fr. Leonardo, che dirigeva l’Ospedale di S. Maria della Croce, a cui stava annesso quello di S. Antonio di Villa Manna, rinunziò alla loro gestione, concedendola al Vescovo diocesano, il quale li unì all’Ospedale di S. Gabriele, diretto da suore;  il Vescovo   Aldobrandino,   in   data   16   aprile 1380,

 

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concesse l’Ospedale di S. Giovanni Battista, di Rotondolo, al fr. Guglielmo da Ferrara; il 10 aprile 1383, fr. Vivaldo De Vivaldi, figlio di ser Zunta, della Contrada di S. Agnese e abitante a Pontelagoscuro, lasciò “iure legati”, alla Confraternita di S. Giovanni Battista di Ferrara, l’ospedale che egli aveva costruito, nel suo paese di residenza, per il ricovero dei vecchi e dei pellegrini.

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INDICE

PREMESSA  …………………………………………pag.    1

INTRODUZIONE  ……………………………………          2

 

I primi francescani a Ferrara  ………………………          5

 

LE CHIESE – I CONVENTI – I RELIGIOSI

FRANCESCANI – GLI AFFILIATI TERZIARI 

 

L’Oratorio della Concezione  ………………………          9

 

La Chiesa ed il Convento di S. Francesco,

i Frati OFM Conventuali   ………………………….         12

 

Il Terzo Ordine Francescano,

ora: Ordine Francescano Secolare  ………….…..         18

 

I Terziari francescani affiliati

ai Frati OFM Conventuali  …………………………         22

 

La Chiesa ed il Convento di S. Spirito,

i Frati OFM Osservanti  ……………………………         25

 

I Terziari francescani affiliati

ai Frati Minori di S. Spirito  …………………….….         33

 

La Chiesa ed il Convento di S. Maurelio,

i Frati OFM Cappuccini  …………………………...         37

 

I Terziari francescani affiliati

ai Frati OFM Cappuccini  ………………………….         47

 

Le prime attività sociali in Ferrara

dei francescani del Primo e del Terzo Ordine  ….         49

 

 

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